Il santuario dove la ‘ndrangheta “consacra” i suoi boss. Ma il vescovo di Locri non ci sta
di Luca Kocci
I boss della ‘Ndrangheta riuniti in circolo davanti alla facciata del santuario della Madonna di Polsi, a San Luca (Rc), in Aspromonte, parlano fra loro, discutono di strategie criminali, consacrano i loro capi. Lo fanno vedere le immagini riprese dai carabinieri che dimostrano senza alcuna ombra di dubbio quello che da sempre magistrati, investigatori e studiosi sostengono: il santuario della Madonna di Polsi – la “Madonna della Montagna” – è una sorta di “santuario della ‘Ndrangheta”, in cui, soprattutto a settembre, durante la festa della Madonna, i capi mafia si ritrovano per mettere a punto le loro azioni, fare le investiture, svolgere i processi interni.
Dopo la diffusione del video sui principali mezzi di informazione, il vescovo di Locri, Mons. Giuseppe Fiorini Morosini, ha preso la parola e ha scritto una “lettera aperta a coloro i quali hanno fatto del santuario di Polsi il centro di incontri e raduni illegali”.
“Carissimi fratelli – scrive il vescovo –, in questi giorni attraverso le televisioni nazionali, e forse anche internazionali, il santuario di Polsi con la sua annuale festa della Madonna della Montagna sono stati oggetto di cronaca, perché le autorità investigative e giudiziarie italiane hanno trasmesso immagini di vostri incontri e riportato frasi da voi proferite, che avevano per oggetto la vostra organizzazione illegale e la divisione del potere all’interno di essa.…
Leggi tutto