La nostra terra, la nostra acqua, la nostra vita

di Luiz Flávio Cappio

(…) Signore e signori,

l’essere umano si trova di fronte ad un’emergenza inedita. Questo pianeta azzurro di un universo divino, stella del firmamento, privilegiato per bellezza e ricchezza, che ci ha sempre offerto sostegno e conforto, agonizza ormai da lunga data a causa dell’insano sfruttamento umano.

Il momento è grave e necessita di tutta la nostra riflessione, seria e responsabile. Il momento esige consapevolezza per lottare contro la distruzione dei nostri fiumi, dei nostri boschi, della nostra gente e contro l’arroganza e il profitto di quanti vogliono trasformare tutto in merce e in moneta di scambio per fini economici.

Il nostro pianeta esige che si scelga la vita, ponendo fine all’inquinamento dell’aria e dell’acqua, alla degradazione dei suoli, alla distruzione della flora e della fauna e alla corruzione dell’essere umano. La Terra, nostra casa, chiede re-spiro, un po’ di pace e condizioni propizie per recuperare la sua vitalità e per poter continuare a vivere in modo sano.…

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Se ritornano le caravelle

di Raniero La Valle

È molto importante capire, dagli ultimi avvenimenti, che la lotta non è più politica, ma culturale; pretendere di cambiare l’art. 41 della Costituzione (economia e suoi fini sociali) significa voler rovesciare una cultura, non cambiare politica. Rispetto a questo passaggio tutti i soggetti, dai partiti, ai sindacati, alla Chiesa, devono ridefinire la propria posizione, che non è affatto adeguata a questa nuova qualità della lotta.

Il tema è ormai quello della risposta da dare alla cattiva globalizzazione (contro cui invano avevano combattuto i “no global”) che sta giungendo ora a una sorta di nemesi: i Paesi ricchi, che dovevano diventare ancora più ricchi espandendo il loro imperialismo senza limiti in tutto il mondo, si stanno impoverendo; le multinazionali che avevano delocalizzato le loro fabbriche per andare ad approfittare dei salari di fame e del lavoro sfruttato della Moldavia o del Bangladesh, tornano a casa, ma vogliono che le condizioni del Bangladesh si riproducano in patria; le caravelle di Cristoforo Colombo che erano andate a portare civiltà, diritto e giustizia oltremare, tornano indietro recando la notizia che, a missione compiuta, l’assoggettamento di tutto il mondo al denaro e alla ricchezza richiede che ai diritti, alla giustizia e alla civiltà si rinunzi anche in quello che fu l’Occidente; fallito il progetto dello scontro di religioni, i grandi poteri economici e politici, come dicono i promotori del dialogo cristiano-islamico, cercano di ridurre Islam e cristianesimo a loro “semplici appendici”; intanto, come lugubre metafora di ciò che sta accadendo, l’oro nero, cioè la merce più apprezzata e remunerativa del Mercato globale, sgorga inarginato irraggiungibile e improduttivo dal fondo dell’oceano portando devastazione nella natura, morte agli animali e suicidi e disperazione tra gli uomini.…

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Le riviste di ispirazione cristiana contro il DDL intercettazioni

Non possiamo sperare di ricevere informazioni veritiere per sovrana concessione. Abbiamo il dovere di cercarle e, una volta trovate, di verificarle, di soppesarle, di confrontarle e di valutare se possano o meno avere una rilevanza pubblica. E quindi pubblicarle. La responsabilità di chi fa informazione è grande, ma altrettanto grande deve essere l´autonomia e la libertà di cui i giornalisti devono godere in ogni Paese democratico. Lo dice l´art. 21 della Costituzione, sia quando garantisce che “la stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure”, sia nella affermazione, appena precedente a questa, in cui si sancisce il diritto “di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione”. Un diritto che ne sottintende uno ancora più grande: quello di poter conoscere, per poi liberamente scegliere. Cercare informazioni è un lavoro difficile, ma significa cercare la verità, o almeno tentare di avvicinarsi ad essa il più possibile. Questa la missione del giornalista, questa la missione di ogni persona di buona volontà.…

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Chi svuota la Costituzione

di Stefano Rodotà

In questa stagione torbida le prove di decostituzionalizzazione si susseguono e si infittiscono. Per la prima volta nella storia della Repubblica un governo vuole modificare un articolo della parte iniziale della Costituzione, l’articolo 41.

Una norma contigua, l’articolo 40, che disciplina il fondamentale diritto di sciopero, viene messo concretamente in discussione dal documento della Fiat riguardante i lavoratori di Pomigliano d’Arco. Non a caso dall’attuale maggioranza si è affermato perentoriamente che è venuto il momento di cambiare lo stesso articolo 1, considerandosi anacronistico che si parli di “una Repubblica democratica fondata sul lavoro”. Ancora. Il Governo propone di modifica l’articolo 118, altri ritengono che si deve porre mano all’articolo 81 e si è addirittura pubblicamente sostenuto che si debba ammettere il referendum sulle leggi tributarie, escluso dall’articolo 75. In questo clima si dice apertamente che deve cadere il tabù della prima parte della Costituzione, che è tempo persino di cambiare persino i principi fondamentali. Ho parlato di decostituzionalizzazione e non di modifiche perchè siamo di fronte a tentativi dichiarati di liberarsi della Costituzione.…

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Ratzinger paga anche per gli altri

di Gian Enrico Rusconi

Il Papa sarà anche «teso e stanco» – come annotano le agenzie di stampa. Ma le sue parole sono lucide e puntuali. Può darsi che ogni diretta allusione ad eventi domestici (come la vicenda in cui è implicato il cardinale Sepe) sia una strumentalizzazione – come certamente scriverà qualche zelante commentatore.

Evidentemente l’affermazione che «il sacerdozio non può mai rappresentare un modo per raggiungere la sicurezza nella vita o per conquistarsi una posizione sociale » ha valore generale, non contingente. Ma il contesto della dichiarazione pubblica, e quindi il suo plusvalore comunicativo, è dato dalle notizie che sono riportate contemporaneamente dalla stampa quotidiana. Sono le inchieste annunciate sulla gestione della Congregazione per l’Evangelizzazione dei popoli, ex Propaganda Fide, e i sospetti di un uso improprio di beni della Chiesa. Nel merito ovviamente non possiamo e non dobbiamo intervenire. Ma sul volto teso e stanco di Benedetto XVI, sì.

Settimane fa, davanti alla infelicissima vicenda degli abusi su minori da parte di alcuni esponenti della Chiesa, il Pontefice ha avuto parole di penitenza e di sofferenza molto efficaci nella loro semplicità.…

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Siamo ancora postmoderni?

di Maurizio Ferraris

Il postmoderno ha trent’ anni, e ritorna insieme ad Accademia di polizia e Ghostbusters, la rucola e le Charlie’ s Angels, che – con l’ ambigua miscela tra l’ emancipazione delle donne detective e Charlie, il dio (maschile) nascosto – furono trasmesse per la prima volta in Italia nel settembre 1979 furoreggiando, insieme al più univoco Drive in, su quelle che all’ inizio si chiamavano “Tv libere” e poi, più correttamente “private”. Questi ritorni degli anni Ottanta non sorprendono, se si considera che sono tornati persino i calzoni a zampa, imbarazzante stendardo degli anni Settanta. Ma quanto a lui, al postmoderno, non è nemmeno certo che se ne sia mai andato. Mentre scrivevo questo articolo ho trovato tra la posta il cartoncino di una mostra che si è aperta da poco al Mart di Rovereto. L’ artista si chiama Sara Landau, e il titolo ha il merito di sintetizzare in tre parole (undici lettere in totale) il postmoderno: Iper Pop Post.…

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Voto cattolico. Il Pd è ambiguo. E le gerarchie premono a destra

di Gianmarco Proietti

Come votano i cattolici praticanti? Alla domanda ha tentato di dare riposte un’indagine sul voto dei cattolici alle ultime elezioni regionali, in particolare in Piemonte, Umbria, Lazio e Puglia, promossa dal movimento dei Cristiano Sociali e realizzata dalla Swg.

Senza entrare nel dettaglio delle percentuali, l’analisi conferma quanto era possibile prevedere mostrando però anche alcune novità. I cattolici intervistati votano la destra in proporzione sensibilmente maggiore a quella dell’intero elettorato, e la differenza tra il voto dell’elettorato complessivo e quello dei praticanti risulta assai ampia: da un vantaggio complessivo del 3,1% del centro destra si passa a quasi il 14% osservando solo il voto dei cattolici praticanti. Se poi si considera esclusivamente il consenso ai partiti, la forbice cresce ulteriormente a quasi il 16%. Ciò che invece potrebbe risultare una novità emerge dall’analisi dei flussi all’interno dei partiti stessi: entrambi gli schieramenti perdono il voto cattolico che preferisce liste civiche o liste legate ai presidenti. I due più grandi partiti italiani, Pdl e Pd, perdono quindi consensi tra le fila dei cattolici.…

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Relazione introduttiva all’ultima assemblea dei Comitati Dossetti per la Costituzione

di Raniero La Valle

Assemblea dei Comitati Dossetti per la Costituzione. Bologna 4 giugno ore 16 presso il Convento San Domenico. Introduzione ai lavori del presidente dei Comitati Dossetti Raniero La Valle.

1) Mi domando che cosa significhi questa Assemblea nel momento in cui essa prende inizio.

È un grande incontro di soggettività diverse. Anzitutto ci sono i Comitati di base, che stanno rinascendo ovunque, perché sentono che la battaglia decisiva si avvicina.

Ci sono poi i giuristi, che sono stati fin dall’inizio con Giuseppe Dossetti nell’impegno per la Costituzione e che vi parleranno anche questa sera. I giuristi, i costituzionalisti sono i protagonisti e le guide del patriottismo della Costituzione. Ci sono anche molti magistrati, alcuni, con buona pace di Berlusconi, non comunisti.

I giuristi ci sono perché sulla Costituzione non c’è e non ci può essere alcuna trahison des clercs: intellettuali e giuristi sono organici alla Costituzione: senza, non si può. Giuristi e popolo nella difesa della Costituzione sono una cosa sola.…

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Un profeta del nostro tempo

Convegno di studi del Associazione culturale nazionale “Giorgio La Pira” di Civita Castellana – 18 giugno 2010, ore 17:30 Un profeta del nostro tempo

Presentazione del libro di Giovanni Galloni, Dossetti profeta del nostro tempo (Editori Riuniti, 2009)

Interverranno

Giovanni Bianco (Docente di Dottrina dello Stato e di Diritto Pubblico, Università di Sassari) Lucio D’Ubaldo (Senatore della Repubblica, PD) Donatella Ferrante (Deputato, PD) Sergio Flamigni (Politico e saggista) Emilio Corteselli (Presidente del Circolo culturale  “Giorgio La Pira”)

Modera

Liborio Speciale (Giornalista, scrittore)

Conclude

Giovanni Galloni (Docente emerito di Diritto Agrario, Università di Roma “Tor Vergata”, Saggista)

Il Convegno si terrà presso la Sala conferenze della Curia Arcivescovile di Civita Castellana (Vt), in P.zza Matteotti 27

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Il processo di decostituzionalizzazione del sistema politico italiano

di Luigi Ferrajoli

La crisi della democrazia costituzionale

E’ in atto un processo di decostituzionalizzazione del sistema politico italiano. Questo processo si manifesta in una progressiva deformazione dell’assetto costituzionale diretta a introdurre una forma di democrazia plebiscitaria basata sull’onnipotenza della maggioranza e sulla neutralizzazione di quel sistema di limiti, vincoli e controlli che forma la sostanza della democrazia costituzionale. L’idea elementare che è alla base di questo processo è che il consenso popolare è la sola fonte di legittimazione del potere politico e varrebbe perciò a legittimare ogni abuso e a delegittimare critiche, limiti e controlli.

Il processo di decostituzionalizzazione si manifesta in una lunga serie di violazioni della lettera o dello spirito della prima parte della Costituzione: le tantissime leggi ad personam, che formano ormai un vero Corpus iuris ad personam finalizzato a sottrarre il presidente del Consiglio ai tanti processi penali dai quali è assediato; le leggi razziste contro gli immigrati, che hanno penalizzato lo status di clandestino; le misure demagogiche in tema di sicurezza, che hanno militarizzato il territorio, legittimato le ronde, previsto la schedatura dei senza tetto; il controllo politico e padronale dei media, soprattutto televisivi, che ha fatto precipitare l’Italia al 73^ posto della classifica di Freedom House sui livelli della libertà di stampa, in attesa di un ulteriore precipizio se verrà approvata la legge sulle intercettazioni che non solo limita le possibilità di indagine della magistratura ma introduce una sostanziale censura sull’informazione che ci costringerà, come nei regimi totalitari, ad apprendere dalla stampa estera le notizie sul nostro paese.…

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