Il Pd deve collocarsi a sinistra
di Giovanni Bianco
Ci sono attente analisi politologiche, sfornate con una sfilza di riferimenti a settori del sistema politico e della società civile, che sembrano proposte per disorientare il lettore e l’opinione pubblica. In esse la distinzione destra/sinistra perde consistenza e si smorza, l’accezione di riformismo si tinge di vaghezza, la stessa differenza di ruoli tra maggioranza ed opposizione si fa labile ed incerta. Capisco bene che la crisi della politica può produrre siffatti esiti, ma essi non aggiungono nulla di decisivo, sovente si limitano a registrare fatti o processi in corso con le lenti di chiavi di lettura non incisive.
L’onda lunga della fine della c.d.prima Repubblica e la pervasiva forza della globalizzazione economica nell’età della crisi dello Stato paiono aver generato risultati così perversi ed incontrollabili da rischiare di sfiancare anche i più irriducibili ottimisti, che, nonostante i dubbi, continuano a credere in un ruolo progettuale della politica. I nuovi attori maggiori del sistema partitico sono spesso senza un’anima, divisi all’interno, connotati da spinte variegate e non omologabili, posti in una sorta di navigazione nel buio senza fuoriuscite.…
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