Spinoza secondo due contemporanei

di Francesca Bolino

Libretti, pezzetti di lenti tagliate e gli strumenti per pulirle. Un mantello, brache , lenzuola, camicie, colletti, fazoletti.
Contanti ? Diciasette fiorini e otto soldi. Era il sobrio patrimonio patrimonio di Barruch, Benedetto, Spinoza morto in una stanzetta d’affitto a
L’Aja il 21 febbraio 1677. Due biografie di contemporanei unite e tradotte per prima volta in italiano ci restituiscono l’uomo, il filosofo e i suoi ultimi giorni, demolendo false mitologie messe in giro per infangare l’immagine di un pacato razionalista che per questo venne espulso dalla comunità ebraica.
Gli autori: Jean-Maximilien Lucas, giornalista e discepolo del filosofo, e Johannes Koehler (Colerus) pastore luterano che trovò a vivere pochi anni dopo nella casa in cui Spinoza morì.

Le vite di Spinoza, di J. Colerus e J. M. Lucas, Quodlibet editore, pagg. 224

(“La Repubblica”, 8 marzo 2015)

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