Rischio chiusura per la cattedra di Heidegger
L’Università di Friburgo abolirà ermeneutica e fenomenologia. Ma il mondo accademico si ribella
Lanciata il 9 marzo, una petizione, che ha già raccolto quasi duemila firme, fa il giro del mondo filosofico non solo tedesco. Reagisce contro la decisione della Università di Friburgo di sostituire la cattedra di filosofia che è stata di Husserl e di Heidegger (ma anche di Windelband, e di Rickert, e ora è tenuta da Gunter Figal), per sostituirla con una cattedra secondaria (Junior professur) di logica e di filosofia del linguaggio, che costerebbe la metà di quella attuale. Non dico che la chiusura equivalga alla chiusura della Scuola di Atene da parte di Giustiniano, ma certo appare meno motivata (dopotutto i filosofi erano pagani e l’imperatore era cristiano).
Non è chiaro il vantaggio che deriverebbe dal sopprimere una cattedra su cui si sono avvicendati i maggiori esponenti del neokantismo, della fenomenologia e dell’ermeneutica. Dopotutto, anche da un punto di vista meramente opportunistico, è dubbio pensare che gli studenti vengano da tutto il mondo a Friburgo per seguire dei corsi di logica e filosofia del linguaggio: il vin du pays sono la fenomenologia e l’ermeneutica. La cattedra pubblica l’International Yearbook for Hermeneutics una delle poche riviste tedesche riconosciute internazionalmente, e la scomparsa della cattedra comporterebbe una riduzione degli scambi internazionali, e dunque anche dei finanziamenti legati a queste iniziative.
Corre che voce che la seconda cattedra dell’ormai piccolo dipartimento di filosofia sarà sostituita da una Juniorprofessur in filosofia araba medioevale. Ma non si tratta di una fantapolitica occupazione islamica dell’Università come ipotizzato da Houellebecq, semplicemente di un misto di interessi, rivalità, miopia. L’appello osserva che, piuttosto, converrebbe aprire una competizione internazionale per trovare il miglior rappresentante della tradizione della fenomenologia e dell’ermeneutica. Difficile non essere d’accordo. L’antisemitismo dei Quaderni neri di Heidegger ha gettato nuovo e motivatissimo discredito su un essere umano, ma fortunatamente le idee sono solitamente migliori dei loro interpreti.
(“La Repubblica”, 12 marzo 2015, pag.55)