L’indignazione degli onesti nel Paese dei corrotti
Due Italie separate e non comunicanti. L´Italia delle caste e delle cricche e quella che si guadagna onestamente la vita. Lontane l´una dall’altra anni luce, nel modo di vivere, di pensare, nei modelli di morale e di estetica. Come sia possibile la loro convivenza senza una dura resa dei conti resta un mistero. Forse è l´istinto di sopravvivenza, lo stare comunque sulla stessa barca, nello stesso mare infido.
Ogni mattina giornali, radio e televisioni informano gli italiani onesti, rispettosi delle leggi, attenti alla morale corrente e al giudizio del prossimo che nell´altra Italia centinaia, migliaia di concittadini hanno sfidato la prigione, il disonore, i carabinieri e i poliziotti per arricchirsi a mezzo della politica e ai danni dello Stato, e lo hanno fatto senza provare vergogna o rimorso, anzi con il compiacimento di chi si sente parte della classe ladrona che finge di essere classe dirigente. Il paese Italia vive in stato di schizofrenia, anche se i mezzi di informazione si affannano ogni mattina a informare gli onesti che i loro vicini di casa appena possono rubano o malversano.
La coesistenza delle due Italie è permessa dalla naturale ritrosia degli onesti a frequentare i ladri, una scelta spesso a fiuto, a istinto, e viceversa la diffidenza e più ancora il fastidio dei ladri per le persone oneste. Fatto sta che spesso accade che un onesto alla notizia di una nuova ennesima retata di ladri si chieda: ma è possibile che io non ne conosca e riconosca mai uno, che incontri per il mio lavoro capiufficio, direttori, pubblici ufficiali, imprenditori e mai una volta mi renda conto che sono dei ladri? O forse accade proprio il contrario, che a fiuto, a istinto lo riconoscono subito il ladro, ma si accontentano di girare alla larga.
Quando si è giovani con figli piccoli, la presenza della razza ladrona la vedi facilmente, perché i tuoi figli vanno a scuola e hanno molti amici, devi andare alle feste con i parenti dei loro compagni e non puoi non riconoscerli, i ladroni e i cortigiani. Ma avanti negli anni il rischio di incontrarli diminuisce o si annulla, la cerchia dei tuoi amici si riduce ai pochi e fidati, sicché poi, ogni mattina quando arriva l´informazione, ti sorprendi a chiederti: ma è possibile che sia questa la società in cui vivo, questa in cui si è perso non solo il più elementare rispetto della pubblica opinione, ma di ogni tipo di vergogna, di pentimento, di disagio?
L´Italia dei ladri non solo è priva di vergogna, ma proterva e protetta. Il noto impresario costruttore dichiara a muso duro che si avvarrà della facoltà di non rispondere a quei menagramo filocomunisti dei magistrati, e quasi tutti, non appena colti con le mani nel sacco, minacciano agli incauti giornalisti querele miliardarie. Su tutti i media padronali s´impartiscono lezioni a misura dei ladri. Non esistono più datori di lavoro che si giovano del lavoro e dei talenti dei loro dipendenti, ma benefattori che accusano i loro dipendenti di “sputare nel piatto in cui mangiano”. Ragion per cui uno scrittore che ha fatto guadagnare una fortuna al suo editore viene accusato di tradimento e fellonia: che vergogna! Ha scritto un libro da un milione di copie, ha fatto guadagnare al suo editore miliardi e osa criticarlo o essere di diversa opinione.
Spesso gli italiani dell´Italia onesta vivono nel loro paese come in un paese straniero, cercando di passare inosservati, di non incorrere nelle ire e nelle vendette dei padroni, che al minimo dissenso li accusano di essere dei sovversivi, iscritti al partito dell´odio.
Quando arriva la vecchiaia ti accorgi subito di essere al mercato dell´usato, per dire il distacco, il mutamento, l´incomprensione di tutto ciò, di molto di ciò che fino a ieri pareva far parte integrante della tua vita. Ciò che ieri ti faceva felice ti dà solo un momento di sollievo, ciò che ti indignava sembra sopportabile o indifferente. Ma questa volta qualcosa di concreto e di non rimediabile mi pare ci sia nel cambiamento di epoca.
L´Italia e il mondo sono pieni di scandali legati a corruzione e a furti, e i colpevoli vengono perdonati subito, dimenticati e giustificati. Il furto non è più una vergogna e un disonore, è un affare che rientra nella normalità se va bene e che si dimentica se fallisce. E così l´uso del sesso a fini spudorati di potere politico o di buoni affari, l´uso del sesso in qualsiasi opera politica o imprenditoriale.
Cosa fanno le televisioni di tutti i canali, di tutte le aziende? Arruolano un congruo numero di donne procaci senza particolari doti artistiche perché è evidente che il loro unico scopo è di permettere alle telecamere di arrivare alla loro intimità sotto le gonne. Quello che solo ieri era considerato scandaloso, vergognoso, disonorante è diventato la normalità, e chi è cresciuto in altri tempi, con altre idee dello scandalo e del peccato si sente non solo sorpassato ma estraneo al modo di vivere in società.
( “La Repubblica”, 27 dicembre 2011, © Giangiacomo Feltrinelli Editore Milano)