Il ragazzo che disegnò Auschwitz
di Thomas Geve
«Cominciai tracciando i contorni con le matite, e in seguito aggiunsi i colori con gli acquerelli ricevuti in dono da un soldato americano che si era interessato al mio lavoro. Poi aggiunsi didascalie, mappe ed elenchi. Quei giorni andati riacquistarono la loro vividezza: l’arrivo, la selezione, le punizioni, il cibo, le malattie, le recinzioni senza fine, il lavoro, gli appelli, l’inverno, le rivolte, le forche, l’evacuazione, i Katjuša e molto altro.
Raffigurare con le sette tinte dell’arcobaleno l’esistenza al campo, cupa, triste e incolore, mi rincuorava e mi spronava a continuare».
(da “Il ragazzo che disegnò Auschwitz”, Einaudi, 2022)