Il “Nonino” premia i ribelli: Hans Kung, Michael Burleigh e Yang Lian

di Marisa Fumagalli

Sul livello delle scelte fatte dalla giuria internazionale del Premio Nonino, ormai alla soglia dei quarant’anni, non si discute: i riconoscimenti vanno puntualmente a personalità, scrittori e saggisti di primo piano. Originali, raffinati da rasentare, talvolta, lo snobismo culturale.

La linea si conferma in questa 37ª edizione – la cerimonia, il prossimo 28 gennaio nella Distilleria di Ronchi di Percoto -, con elementi di maggior nota, per le caratteristiche dei vincitori, il cui pensiero, trasfuso nelle opere, concentra le inquietudini e le profonde incertezze di un’epoca in bilico tra il passato da chiudere in fretta e il futuro da costruire. Cominciamo dall’ottantenne Hans Küng, teologo svizzero, scrittore prolifico. Ma anche sacerdote ribelle. Avendo contestato l’infallibilità del Pontefice, il Vaticano gli revocò il permesso di insegnamento. Era il 1979.

I teologo svizzero Hans Küng, contrario all’infallibilità del Pontefice.
Oggi, Küng vanta la presidenza della Global Ethic Foundation. Interessa soprattutto per uno dei suoi libri, apprezzato dalla giuria che gli assegna il Nonino 2012. Il titolo è già un manifesto: Onestà. Perché l’economia ha bisogno di un’etica (Rizzoli). L’autore, riprendendo la lezione di Hans Jonas (premio Nonino 1993), riparte dal concetto di responsabilità e reciprocità, convinto che la crisi economica muove da profonde cause culturali. Quindi, raccoglie e spiega gli errori e le sopravvalutazioni indotte nel mercato da una finanza sfrenata, priva di scrupoli. Che non tollera regole di salvaguardia sociale. Invece, c’è bisogno di un’etica forte, per salvarsi dalla rovina. E il mercato, ora più che mai – sostiene Küng – deve imporsi «chiare regole di comportamento valide a livello globale». In questi giorni, le questioni affrontate dal saggista ricorrono, in termini più comuni, nei media di tutto il mondo. Del resto, sembrerebbe che gli otto giurati del premio, presieduto da V. S. Naipaul, confrontandosi a distanza, durante le numerose conferenze, abbiano sentito il «peso» dell’attualità. Certo, non riducibile tout court ai fatti odierni.

Lo storico inglese Michael Burleigh
L’analisi storica di Michael Burleigh, vincitore del «Nonino 2012/a un Maestro del nostro tempo», parte dalla rivoluzione francese e arriva ai giorni nostri, con un occhio particolare ai totalitarismi, nei saggi In nome di Dio e Il Terzo Reich (Rizzoli). Per comprendere di che pasta è fatto Burleigh, studioso inglese di 56 anni, già docente in prestigiose università, basterebbe ricordare il suo distacco dal mondo accademico, avvenuto alcuni anni fa. Così lo motivò, in un’intervista al «Guardian»: «Lo schifo aveva cominciato a prendere il sopravvento. Mi ero ripromesso che mai sarei diventato quel genere di accademico che si circonda di amici. Tuttavia, più diventi importante, più gente tende a gravitare intorno a te; puoi diventare una specie di guru, che tu lo voglia o no. Prendi studenti laureati e dottorandi, poi cerchi di aiutarli a trovare dei posti accademici e finisci con dei cloni dell’apparato istituzionale. E io non volevo proprio questo». Un altro ribelle.

Il poeta cinese Yang Lian
Infine, Yang Lian, il poeta cinese, in esilio dopo il massacro di Tienanmen. Ancorato alle millenarie radici della sua cultura, la reinterpreta, reinventandola e aprendola alle tensioni della contemporaneità. Le sue liriche sono pubblicate in Italia da Scheiwiller e Einaudi. Lian vince il Premio Internazionale Nonino 2012.

Resta la sezione più vicina alle radici della famiglia friulana che promuove il Premio. È il «Risit d’Aur», che va ai contadini degli «Orti di Gorizia». Qui, siamo in piena, saggia, conservazione: da oltre mezzo secolo, essi si tramandano, gelosamente, i semi della «Rosa di Gorizia». Delizioso e croccante fiore, da insalata.

(www.corriere.it , 11 gennaio 2012, sez. cultura)

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