Il carteggio ritrovato (1957-1978)

di Enrico Paventi

Meticolosamente curata dal giornalista Stefano Godano, dal saggista Antonio Tedesco e dallo storico Renato Moro, arricchita dalla lucida e densa Introduzione di quest’ultimo, la corrispondenza tra i due statisti mostra come, tra loro, si fosse instaurato un rapporto tanto di collaborazione quanto di amicizia: una familiarità che balza subito all’occhio del lettore di questo fitto carteggio – in gran parte inedito –, costituito da oltre 300 missive, biglietti, telegrammi e che lo induce a proseguire nell’opera di scavo e di interpretazione.

Assai diversi per formazione politica e temperamento, Moro e Nenni si ritrovarono accomunati dall’esigenza di imprimere una notevole accelerazione al processo di modernizzazione del Paese. Di fronte ai tanti problemi da esaminare e ai numerosi ostacoli da superare, l’alleanza tra democristiani e socialisti – nel quadro dei cosiddetti «governi di centro-sinistra» – permise all’Italia di conseguire importanti traguardi nell’ambito dei diritti dei lavoratori, dei diritti civili e del welfare, mettendola inoltre nella condizione di mitigare gli squilibri economico-finanziari provocati da una crescita che era stata a lungo tumultuosa e incontrollata.

Tale alleanza non fu, insomma, l’esito di una semplice mossa opportunistica, ma costituì un ambizioso progetto politico che Renato Moro definisce, inserendolo nel contesto internazionale, «la variante italiana di una cultura del riformismo e di una stagione di fiducia nelle scienze sociali quali strumento di intervento e di trasformazione della società che attraversò Europa e Stati Uniti negli anni Sessanta» (p. 13).

Va poi posto in rilievo come dal carteggio in questione emergano nitidamente le vicende e le dinamiche che hanno caratterizzato l’azione di quegli esecutivi, nonché le spinte che, provenienti dalla Dc e dal Psi – i due principali partiti della coalizione –, erano spesso in aperto contrasto. E anche come, nell’opera di preparazione del centro-sinistra, sia stato decisivo il ruolo che vi hanno svolto Moro e Nenni attraverso un lavoro di consultazione, fattosi, con l’andare del tempo, sempre più intenso: che si sia discusso di industria o di politica estera, di agricoltura o di cinema, di commercio o di scuola, di urbanistica o di assistenza sanitaria, il confronto appare sempre vivace e franco.

Occorre inoltre sottolineare come i loro messaggi evidenzino l’esistenza di un rapporto umano, fondato sulla reciproca stima e fiducia, che venne a crearsi tra i due leader sin dalla fine degli anni Cinquanta. Un’amicizia che sarebbe andata ben oltre il periodo della collaborazione governativa e si sarebbe spinta fino agli ultimi giorni di vita dello statista democristiano, allorché, nel maggio del 1978, egli fu ucciso dalle Brigate Rosse.

In conclusione, negli anni in cui la società italiana subì numerose e profonde trasformazioni, questo carteggio fornisce parecchi elementi che consentiranno agli storici, e a quanti ne saranno intenzionati, di approfondire la propria conoscenza riguardo a una stagione significativa della vita del nostro Paese. E anche a un modo di fare politica che oggi ci sembra appartenere, purtroppo, a un passato ormai remoto: volto a guidare la modernizzazione, anziché demonizzarla o subirla; attento al fattore umano, alieno da pratiche spartitorie e dal profilo generale piuttosto elevato.

(recensione a A.Moro-P-Nenni, Il carteggio ritrovato, Arcadia, 2024)

(laciviltacattolica.it , 2 giugno 2024)

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