Ci vuole immaginazione per agire con etica
“L’etica oggi può e deve essere rilanciata nella forma di una speranza , di uno slancio oltre le cose così come sono, verso qualcosa che renda diversa la vita”.
Se il Novecento è stato il secolo del Male, infernale ingranaggio di opposte ideologie che ha prodotto ripetute “discese agli inferi”, dobbiamo sforzarci, oggi, di ritrovare una visione dell’etica che parta dalle piccole cose della vita quotidiana. L’amicizia, l’amore, la fedeltà, la sincerità, il piacere, il dolore, la pazienza, il perdono. Si, perchè l’etica comporta l’azione in quanto “forma suprema di essere-al-mondo”, diceva Hanna Arendt.
L’etica, sostiene la Boella, ha origine in un infinitesimo punto dell’essere umano.
Ed è in questa minuscola regione dell’anima che tutto accade:lì, l’uomo è capace di bene, di immaginazione.
E proprio quest’ultima, l’immaginazione, conferisce forma all’etica, permette di descrivere lo sforzo etico.
E’ l’immaginazione il fondamentale organo morale che ci consente di uscire dai limiti e dalla povertà dell’esperienza contemporanea, di sfuggire agli automatismi delle nostre azioni-reazioni.
Il coraggio dell’etica
di Laura Boella
Raffaello Cortina editore
(“La Repubblica”, 6 maggio 2012)