A passeggio con Lacan tra le cupole di Roma
Jacques Lacan “dal vivo”: gli scarti geniali dell’analista, le passioni intellettuali, le improvvise generosità, i proverbiali silenzi, tutta la sua irrimediabile solitudine. Sei allievi diretti e indiretti – da Marcel Czermak a Muriel Drazien – rievocano il maestro francese scomparso trent’anni fa, in una raccolta d’interviste che ha senz’altro un suo valore di testimonianza.
Il libro inaugura “Scilicet”, la prima collana internazionale di psicoanalisi degli Editori Riuniti (diretta da Cristiana Fanelli).
In Francia è già uscito nel novembre scorso, ma la versione italiana può vantare una bella Ouverture sul tema dell’ “analisi finita infinita” affidata a Charles Melman e un’introduzione a Paola Caròla, tra le prime allieve di Lacan in Italia, oltre a un apparato di note e un glossario di concetti essenziali. Anche più invitanti -decisamente meno gergali – le pagine conclusive di Jacqueline Risset sull’amico acutissimo e ombroso , affascinato dalle cupole delle Chiese romane, che spiazzava i giornalisti interessati soprattutto al personaggio con una frase che suona antitetica alla posa vanesia di un guru: “La psicoanalisi – diceva Lacan – forse sarà stata un piccolo istante, un lampo di verità nella storia umana…”
Le mie sere con Lacan
di Cadeau, Czermak, Drazien, Landman, Tyszler , Editori Internazionali Riuniti, pagg.396
(“La Repubblica”, 12 febbraio 2012, pag.47)