Tanti, tutti in loro memoria. L’odio che massacra e il fare memoria

di Marco Impagliazzo

In questi giorni si ricorda la liberazione di Auschwitz da parte della 60° Armata dell’Esercito sovietico. «La prima pattuglia russa – scrive Primo Levi ne “La tregua” – giunse in vista del campo verso il mezzogiorno del 27 gennaio 1945. Fummo Charles e io i primi a scorgerla […]. Erano quattro giovani soldati a cavallo, che procedevano guardinghi, coi mitragliatori imbracciati, lungo la strada che limitava il campo. Quando giunsero ai reticolati, sostarono a guardare, scambiandosi parole brevi e timide». Ai pochi sopravvissuti quei quattro soldati a cavallo sembravano «messaggeri di pace» come ricorda lo scrittore.

Il 27 gennaio è la memoria della Shoah, la distruzione dell’ebraismo europeo durante la Seconda guerra mondiale per mano dei nazisti e dei loro alleati: sei milioni di morti, di cui un milione di bambini. Scrive François Mauriac che ci sono momenti nella storia in cui il mistero del male segna «la fine di un’era e l’inizio di un’altra»: il 27 gennaio è uno di questi, anche se la percezione del fondamentale trapasso si è fatta strada gradualmente.…

Leggi tutto

Quale revisione costituzionale?

di Giovanni Bianco

1.L’argomento della revisione costituzionale è di certo ricco di suggestioni teoretiche e dommatiche, specie se colto nel prisma dell’ispirazione democratica della Costituzione, formalmente non messa in discussione con riferimento ai principi fondamentali che individuano la forma di Stato, ma sostanzialmente “modellata” a seconda delle maggioranze governanti e delle mai sopite tentazioni “costituenti”.

Se da un lato la Costituzione, rigida e programmatica, indica fini di lungo periodo da perseguire, le ragioni ultime del sistema democratico (piano teleologico), dall’altro è frequente il tentativo di riscrivere la seconda parte del testo costituzionale, quella che attiene all’organizzazione dello Stato repubblicano, anche attraverso soluzioni che finiscono con il ridurre la rappresentatività della forma di Stato democratica e la più completa attuazione del principio politico basilare dell’attuale forma di governo, quella parlamentare.

L’ultimo quarantennio è il lungo periodo nel quale, sul fondamento dell’idea fallace dell’inevitabile riformabilità della forma di governo vigente, prescindendo di frequente dalla volontà dei costituenti e dalle ragioni profonde del parlamentarismo, un persistente “presentismo costituzionale” ha di continuo avanzato soluzioni istituzionali volte a privilegiare la “governabilità” rispetto alla “rappresentatività”, dalle varie “riforme” elettorali ai tentativi di riporre in soffitta i meccanismi di funzionamento del governo parlamentare, sino alla recente ed avventata riduzione del numero dei parlamentari.…

Leggi tutto

Giustizia: un anno di riforme incoerenti con il botto finale

di Domenico Gallo

L’anno appena trascorso è stato tutto un susseguirsi di tentativi ambiziosi di grandi riforme in tema di giustizia giocate sotto l’onda di indirizzi politici contrastanti e incoerenti. Il ministro della Giustizia del governo Draghi, Marta Cartabia, ha sferzato gli uffici legislativi, le commissioni e le aule parlamentari per tenere fede alla promessa di realizzare gli ambiziosi obiettivi e i gravosi impegni che l’Italia si è presa con il PNRR anche per la giustizia. Ridurre i tempi del 40% nel settore civile e del 25% nel penale, eliminare il 90% dell’arretrato. Nel settore penale è stata messa in cantiere una grande riforma del processo penale, del sistema sanzionatorio (dei reati e delle pene), ed è stata introdotta per la prima volta …in Italia anche una disciplina organica della giustizia riparativa. Questa maxiriforma, dopo una lunghissima gestazione è sfociata in un decreto legislativo emanato il 10 ottobre, in pieno rigor mortis del Governo Draghi. Subito dopo il 31 ottobre il nuovo Governo con il decreto dedicato a criminalizzare i rave party, ne ha bloccato l’entrata in vigore fino al 30 dicembre 2022.…

Leggi tutto

Figli di un Dio minore in uno Stato democratico a “sovranità limitata”

di Francesco Zanardi

Cosa mi ha davvero scioccato del primo Report della Cei sugli abusi nella Chiesa? Il fatto che lo Stato sia rimasto a guardare, in sfregio alla Costituzione e agli stessi cittadini, tutti, non solo le vittime.

L’operazione appare come la palese prova dell’esistenza di uno Stato dentro lo Stato: non quello di chi ha stuprato nei fatti, ma dei vescovi italiani che hanno sempre coperto. Palese perché esisteva una direttiva riservata del 1962, Crimen sollicitationis, redatta dal cardinale Ottaviani (che stabiliva la procedura canonica nelle cause di sollicitatio ad turpia, ovvero l’utilizzo da parte del prete del sacramento della confessione per fare avances sessuali ai/alle penitenti, ndr) riveduta nel 2001 (De delictis gravioribus, ndr) che di fatto ha avuto una funzione di insabbiamento. Qualunque vescovo l’avesse violata avrebbe commesso un reato solo per il Codice di Diritto canonico, quindi è puerile evitare oggi un’inchiesta a fronte di una realtà sotto gli occhi di tutti, denota solo una mancanza di onestà e forse una paura.…

Leggi tutto

Quella rivoluzione conservatrice di Mosca alle radici del conflitto

di Guido Caldiron Il 7 ottobre del 2006, la giornalista Anna Politkovskaja, la più nota cronista dell’era post-sovietica, firma di punta della Novaja Gazeta, veniva ammazzata da un killer nell’androne del suo palazzo a Mosca. Aveva denunciato il pericoloso clima che stava montando in Russia e il modo in cui intorno al lungo e sanguinoso conflitto combattuto in Cecenia si stesse costruendo un nuovo nazionalismo che accompagnava l’ascesa al potere di Vladimir Putin, eletto per la prima volta nel 1999. Il suo omicidio avvenne il giorno del 54esimo compleanno di Putin; nessun rappresentante del governo russo prese parte ai suoi funerali. L’allarme lanciato da Politkovskaja, e che alla coraggiosa giornalista è costato la vita, risuona ancor più sinistro di fronte a quanto accade ora in Ucraina.Nella primavera del 2000 il colonnello Yuri Budanov guidava il 160° battaglione corazzato dell’esercito russo di stanza a Grozny, in Cecenia. Il 26 marzo di quell’anno i suoi uomini prelevarono per «un interrogatorio» una ragazza del villaggio di Tangi Chu.… Leggi tutto

Merito, meritocrazia e disuguaglianze

di Elena Granaglia

Il governo Meloni ha creato il “Ministero dell’Istruzione e del Merito” mentre Papa Francesco ci spiega che la meritocrazia “sta diventando una legittimazione etica della disuguaglianza”. Ma che cos’è davvero il merito nella nostra società?

Il recente cambiamento del nome del Ministero dell’Istruzione in “Ministero dell’Istruzione e del Merito” ha riportato in primo piano, nel nostro paese, la discussione sul merito. Spiccano, al riguardo, le parole di Papa Francesco che afferma “un altro valore che in realtà è un disvalore è la tanto osannata ‘meritocrazia’. La meritocrazia affascina molto perché usa una parola bella il ‘merito’, ma siccome la strumentalizza e la usa in modo ideologico, la snatura e la perverte. La meritocrazia, al di là della buona fede dei tanti che la invocano, sta diventando una legittimazione etica della disuguaglianza. Il nuovo capitalismo tramite la meritocrazia dà una veste morale alla disuguaglianza, perché interpreta i talenti delle persone non come un dono. Il talento non è un dono secondo questa interpretazione: è un merito, determinando un sistema di vantaggi e svantaggi cumulativi”.…

Leggi tutto

La metamorfosi della manifestazione sui giornali

di Tonio dell’Olio

È tutto così surreale! Aderisco e partecipo alla manifestazione per la pace di sabato 5 novembre. So bene che a convocarla è un soggetto ben preciso che si chiama “Europe for peace” e vedo tanta gente che arriva senza insegne, senza bandiere e senza appartenenze.

Vedo famiglie coi bambini e tanti giovani, vedo striscioni e bandiere che richiamano altri drammi oltre quello dell’Ucraina. Le donne iraniane che vivono in Italia, i gruppi pro Palestina e poi le bandiere delle 600 (dico seicento) associazioni che hanno aderito. Un mosaico bellissimo animato dal desiderio della pace. Quando si dice che eravamo 100mila non si gonfia il dato della Questura ma semplicemente si constata che Piazza San Giovanni non riesce a contenere tutti. Leggo i giornali del giorno dopo e assisto a una metamorfosi indecorosa della realtà. Quella a cui ho partecipato diventa la manifestazione di Letta e Conte, contrapposta a quella di Calenda e Renzi a Milano. E non credo lo facciano per “buttarla in politica” ma semplicemente perché manca la sensibilità e la lente focale per capire che gli italiani semplicemente non vogliono né la guerra, né le armi per risolvere i conflitti.…

Leggi tutto

La manifestazione per la pace

di Luciana Castellina

«Beh,siamo più di 50, ma non siamo pericolosi». Così, ironico, Landini ha cominciato il suo discorso che ha concluso la manifestazione per la pace di Piazza San Giovanni a Roma ieri. Poteva essere più che ironico nei confronti di Giorgia Meloni – ma anche di tutti quelli che avevano prevista una piazza semivuota, perché «gli amici di Putin sono una assoluta minoranza» – vista la gigantesca folla che è arrivata, molti solo quasi alla fine per via delle dimensioni del corteo.

Ai tempi del vecchio Pci il nostro metro per giudicare i raduni in quella piazza è sempre stata la statua di San Francesco che sorge dalla parte opposta della Chiesa, calcolando di quanto la folla esbordava il santo dirimpetto a Giovanni. Ieri straripava, occupando anche le strade laterali, impossibile vedere tutti quanti.

Il popolo della pace. Non solo tante organizzazioni (600) ma anche tutte le persone dell’ampia area di sinistra che da tempo raramente rispondeva alle mobilitazioni.…

Leggi tutto

La destra al governo

di Franco Monaco

Chi sta dalla parte dei vincitori o comunque chi vede il bicchiere mezzo pieno mette l’accento su due elementi apprezzabili: la prima donna premier e il primato della politica. Segnatamente, un governo espressione del risultato delle urne dopo un decennio di esecutivi sostenuti da maggioranze le più diverse originate da intese parlamentari siglate a urne chiuse. Più volte governi tecnici o di unità nazionale.

Un po’ poco, in verità. Rispettivamente: una premier donna di per sé non garantisce una concezione, uno stile e concrete politiche che giovino alle donne; la conformità del governo all’esito delle elezioni è viziato dagli effetti distorsivi prodotti dal combinato disposto di taglio dei parlamentari e legge elettorale.

Una distorsione di tali dimensioni da intaccare il principio di rappresentanza. Lo sappiamo, sia chiaro: non la legittimità del governo, ma una sua adeguata rappresentatività del vasto corpo elettorale. Specie se si considera che ne è sortito un esecutivo decisamente mediocre quanto alla qualità dei suoi membri – l’opposto del declamato “alto profilo” – e marcatamente di destra.…

Leggi tutto

Il 5 novembre per la Pace

di Giulio Marcon

Dopo i tre giorni di mobilitazione dal 21 al 23 ottobre in oltre 100 città, l’appuntamento nazionale del 5 novembre a Roma può essere uno snodo decisivo della mobilitazione per la pace nel nostro paese. Un messaggio al governo (che nasce), alle forze politiche, al parlamento per invitarli a prendere un’iniziativa autonoma nella direzione della […]

Sarà una grande manifestazione per la pace, quella di Roma del prossimo 5 novembre. Una grande mobilitazione, lanciata da un appello italiano come Europe for Peace, per chiedere l’immediato cessate il fuoco e l’apertura di un negoziato su basi giuste. La continuazione della guerra sulla pelle della popolazione ucraina è inaccettabile. È l’ora della tregua e della via diplomatica, della trattativa, cui devono concorrere le Nazioni Unite e altri paesi che possono avere un ruolo di mediazione e di facilitazione del dialogo.

Pensare che si possa “vincere la guerra” è completamente illusorio: senza l’avvio di una soluzione diplomatica, il conflitto armato continuerà tra offensive e contro-offensive, tra avanzate e ritirate, tra vittorie e disfatte delle forze in campo.…

Leggi tutto