Armi nucleari in Europa:dov’è la protesta?

Europa in armi. Dov'è finito il movimento pacifista? • Diritti Globalidi Heribert Prantl

Nei cieli d’Europa volano soltanto i falchi. Così arriveranno i nuovi missili da crociera e ipersonici nelle basi Usa in Germania senza che nessuno dica niente. Abbiamo bisogno di un movimento per la pace, di una politica di distensione e di nessuna guerra mondiale. Sarebbe la terza e ultima. 

C’è silenzio, un silenzio di tomba. Missili da crociera Tomahawk, missili SM-6 e missili ipersonici vengono dispiegati in Germania, il paese rimane in silenzio, l’Europa tace. Nessuna protesta, nessuna manifestazione. La Germania è l’unico Paese in Europa a cui questi sistemi d’arma statunitensi sono destinati. Sono puntati contro la Russia. Perché c’è tanto silenzio? Perché è estate, perché ci sono le vacanze? Perché la dichiarazione di Stati Uniti e Germania sul dispiegamento è incredibilmente concisa e asciutta? È lunga solo nove righe. Il silenzio ha forse a che fare con il fatto che sembra esserci ancora tempo? Dopotutto, il dispiegamento non inizierà prima del 2026. Oppure perché si è convinti che questi missili “porteranno solo pace”?…

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Una desolante divisione della sinistra in Europa

di Luciana CastellinaLa scomparsa della sinistra in Europa

Solo in Italia e Spagna c’è un largo consenso su una posizione netta sulla guerra. Fondato un nuovo partito a livello europeo, ma la rottura non si è trasferita nel gruppo europeo The Left. La novità positiva di Ines Schwendtner della Linke tedesca.

Il mio articolo questa volta non è un editoriale ma la cronaca di una conferenza promossa dalla Fondazione Rosa Luxemburg, autorevole istituzione tedesca che in questi decenni ha aiutato tutti noi a conoscere meglio la sinistra del mondo grazie alla grande rete delle sue sedi. Si è tenuta a Berlino sabato 31 agosto e ne scrivo io perché, come avrete visto sul giornale dell’indomani, il nostro corrispondente dalla Germania Sebastiano Canetta quel giorno ha scritto ben tre articoli per darci conto del contesto in cui si sarebbero tenute le catastrofiche elezioni in due Land dell’ex Germania dell’est. Non poteva dunque seguire l’evento, cui invece io ho partecipato essendo stata invitata a tenere una delle relazioni.…

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Corpo, potere, vulnerabilità. 11 settembre 1973, Cile

di Diamela Eltit

L’11 settembre 1973, cingendo d’assedio il palazzo de La Moneda dove era rifugiato il presidente Salvador Allende, il generale Pinochet rovesciò il governo democraticamente eletto. Il golpe e la dittatura hanno rappresentato per il Paese un trauma collettivo che si è protratto ben più a lungo della sua effettiva durata e con il quale gli intellettuali cileni stanno ancora facendo i conti. All’epoca dei fatti Diamela Eltit, scrittrice tra le più influenti di tutto il Sud America, aveva solo 24 anni. In Errante, erratica. Pensare il limite tra letteratura, arte, politica (a cura di Laura Scarabelli, Mimesis Edizioni), di cui proponiamo di seguito un breve estratto, Eltit ci accompagna tra gli spettri della dittatura e ricostruisce l’angoscia di quel periodo.

Voglio tornare all’11 settembre e al suo impressionante dispiegamento scenografico già primordialmente marcato da quei segni che si sarebbero poi moltiplicati per 17 lunghi anni. Quel giorno le uniformi dei soldati tappezzate da distintivi, i volti scolpiti, le armi in posizione d’attacco, furono figure decisive in grado di rappresentare l’atmosfera di una guerra che sembrava evocare la ben nota cinematografia hollywoodiana bruscamente trasferita alla neutra e circoscritta città di Santiago.…

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L’8 settembre sulla prima pagina del “Corriere della sera”

di Dino Messina

C’è un prima e un dopo l’8 settembre 1943, una data che continua a condizionare la nostra memoria collettiva. A leggere le due prime pagine dedicate all’armistizio con gli angloamericani dal “Corriere della sera” del 9 settembre, una per l’edizione del mattino e una per quella del pomeriggio, vengono in mente le immagini del “tutti a casa”, del disfacimento del nostro esercito lasciato senza una direzione, della fuga del re. E affiora anche il dilemma se in quei giorni si consumò la “morte della patria” o si seminarono con gli embrioni di Resistenza i semi della rinascita.

Gli articoli preparati a Milano in via Solferino, nella redazione romana, o datati Berna, Berlino, Sciangai (scritto così) hanno la potenza di evocarci una storia avvenuta prima e dopo ma nello stesso tempo ci riconducono alla realtà e alle sensazioni di quel giorno. Come venne accolto il breve messaggio radiofonico letto dal generale Pietro Badoglio, alle 19,42 nella sede dell’Eiar? “Il governo italiano, riconosciuta l’impossibilità di continuare l’impari lotta contro la soverchiante potenza avversaria, nell’intento di risparmiare più gravi sciagure alla Nazione, ha chiesto un armistizio al gen.…

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Un’autobiografica svolta di Resistenza

di Massimo Raffaeli

8 SETTEMBRE. Corrado, Milton e Ulisse: formazioni partigiane tra romanzo e memoir di scrittori come Cesare Pavese, Beppe Fenoglio e Davide Lajolo

L’8 settembre è la svolta che muta il destino di una generazione allevata dal fascismo nell’illusione di una italianità rediviva e, anzi, rivoluzionaria. Che lo stesso regime fosse viceversa una forza reazionaria, organica al grande capitale e alle istituzioni più retrive (a cominciare dalla Chiesa di Pio XI e, maxime, di Pio XII), quei giovani nati o maturati nel primo dopoguerra lo appresero tra la guerra civile spagnola e l’esito, presto rovinoso, della seconda guerra mondiale.

La caduta del regime, l’uscita degli antifascisti dalla condizione di clandestinità o di esilio, il progressivo organizzarsi della Resistenza segnarono dunque l’apice della Bildung generazionale.

NE SONO ESEMPIO (e tutti afferenti all’alveo da cui la Resistenza scaturì, il Piemonte orientale) due grandi romanzi e un memoir di alto valore letterario a firma rispettivamente di Cesare Pavese, Beppe Fenoglio e Davide Lajolo, caratterizzati da un’evidente impronta autobiografica che ne declina in maniera ogni volta differente il decorso.…

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Macron capovolge le urna: per il governo un patto con Le Pen

di Anna Maria Merlo

Primo ministro il gollista di destra Michel Barnier, politica-business al sicuro (e Confindustria esulta). Schiaffo alla sinistra che ha vinto. Il colpo di coda dell’Eliseo inverte l’esito del voto e spalanca la porta all’ultradestra.

Il Nuovo Fronte Popolare è arrivato in testa alle legislative anticipate e 60 giorni dopo il voto, dopo settimane di indecisioni, voilà la surprise du chef: Emmanuel Macron ieri a metà giornata ha nominato primo ministro Michel Barnier, esponente di Lr, il partito che è arrivato praticamente ultimo alle elezioni, 6,5% al primo turno e 47 deputati. Indignazione a sinistra, «crisi di regime» per il socialista Olivier Faure, «voto rubato» per Jean-Luc Mélenchon, a favore di uno «xenofobo» secondo la France Insoumise, «gesto del braccio ai francesi» per il Pcf, «uno scandalo» per i Verdi, che ricordano che Barnier non ha preso posizioni a favore di un «fronte repubblicano» contro l’estrema destra. Ma anche «inquietudine» per Greenpeace e altre ong écolo. Freddezza a Renaissance, il partito di Macron, che rifiuta di «fare un assegno in bianco» al nuovo primo ministro.…

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Bellini e la bomba, l’ultima parola sulla strage più dura

di Mario Di Vito

Bologna, 2 agosto 1980. La condanna in Appello del militante di Avanguardia Nazionale collega i Nar alla strategia della tensione: nel filmato del turista tedesco Harald Polzer si vede il neofascista, riconosciuto anche dalla sue ex moglie. Aspettando la Cassazione.

La strage fascista, la strage di stato, la strage più sanguinosa e forse anche quella più inaspettata. Quarantaquattro anni dopo l’esplosione della bomba che il 2 agosto del 1980 sventrò la stazione di Bologna – e causò 85 morti e oltre 200 feriti – le definizioni possibili si sommano e il senso generale sembra sfuggire. Anche se manca un solo tassello al raggiungimento dell’agognata verità giudiziaria: il pronunciamento della Cassazione su Paolo Bellini, riconosciuto come uno degli esecutori materiali della strage e condannato all’ergastolo nell’aprile del 2022, con la Corte d’Appello di Bologna che ha confermato la sentenza nemmeno un mese fa, l’8 luglio.

Non ci sono ancora le motivazioni (verranno depositate entro la prima decade di ottobre), ma si dà per scontato che l’ultimo degli imputati della strage si rivolgerà agli Ermellini.…

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Il popolo che verrà

di Etienne Balibar

Il fronte all’ipotesi non impossibile di una condivisione consensuale del potere tra Macron e il Rassemblement National, dobbiamo riflettere sul significato di un Nuovo Fronte Popolare, evidenziandone sia le difficoltà che le potenzialità.

Parte 1. L’Unione delle destre contro il fronte popolare

La catastrofe politica che si è abbattuta sulla Francia il 9 giugno ha colto molti di noi di sorpresa, eppure era stata ampiamente prevista. Innanzitutto dai sondaggi, anche se non sempre bisogna crederci. Ma soprattutto dall’ascesa pluridecennale del Front-Rassemblement National (RN) nelle elezioni e nell’opinione pubblica, che negli ultimi anni ha continuato ad accelerare e ad allargare la sua base.

Alla base di questa ascesa ci sono alcune cause convergenti, ognuna delle quali è ben nota. Errori commessi da politici “repubblicani” che hanno pensato di poter usare Le Pen, o sua figlia, a proprio vantaggio. Ci siamo forse dimenticati che lo stesso Mitterrand si è arreso a questo? C’è l’accettazione strisciante dell’idea che “l’immigrazione è un vero problema”, non solo dal punto di vista economico (anche se senza immigrati, compresi quelli privi di documenti, la Francia non funzionerebbe), ma per la diversità culturale e religiosa che apporta alla società francese e alle società di tutto il mondo.…

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Il carteggio ritrovato (1957-1978)

di Enrico Paventi

Meticolosamente curata dal giornalista Stefano Godano, dal saggista Antonio Tedesco e dallo storico Renato Moro, arricchita dalla lucida e densa Introduzione di quest’ultimo, la corrispondenza tra i due statisti mostra come, tra loro, si fosse instaurato un rapporto tanto di collaborazione quanto di amicizia: una familiarità che balza subito all’occhio del lettore di questo fitto carteggio – in gran parte inedito –, costituito da oltre 300 missive, biglietti, telegrammi e che lo induce a proseguire nell’opera di scavo e di interpretazione.

Assai diversi per formazione politica e temperamento, Moro e Nenni si ritrovarono accomunati dall’esigenza di imprimere una notevole accelerazione al processo di modernizzazione del Paese. Di fronte ai tanti problemi da esaminare e ai numerosi ostacoli da superare, l’alleanza tra democristiani e socialisti – nel quadro dei cosiddetti «governi di centro-sinistra» – permise all’Italia di conseguire importanti traguardi nell’ambito dei diritti dei lavoratori, dei diritti civili e del welfare, mettendola inoltre nella condizione di mitigare gli squilibri economico-finanziari provocati da una crescita che era stata a lungo tumultuosa e incontrollata.…

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La società democratica e lo Stato

di Aldo Moro

“In una società democratica, quale quella che noi abbiamo contribuito a delineare nella Costituzione, che vogliamo costruire nella realtà, vi è un problema fondamentale di valorizzazione generale e compiuta dell’intera società.Cioè generalità nell’esercizio del potere e generalità nell’esercizio dei benefici dell’esercizio del potere. Nessuna persona ai margini, nessuna persona esclusa dalla generalità della vita sociale. Nessuna zona d’ombra in un ritmo graduale, armonico, universale di ascensione. Niente che sia morto, niente che sia condannato, niente che sia fuori dalla linfa vitale della società. Questo il problema immane della piena immissione delle masse nella vita dello Stato, tutti presenti nell’esercizio del potere, tutti presenti nella ricchezza della vita sociale. La conciliazione delle masse con lo Stato, il superamento dell’opposizione tra il vertice e la base: non lo Stato di alcuni, ma lo Stato di tutti, non la fortuna dei pochi, ma la solidarietà sociale, resa possibile dal maturare della coscienza democratica e alimentata dal valore dell’uomo e dalle ragioni preminenti della giustizia…”.…

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