Il Ruinismo non può essere affrontato come una parentesi o un complotto
di Stefano Ceccanti
1. Quello che si chiama “cattolicesimo democratico”, pur nel suo carattere molto variegato, non ha vissuto bene questo periodo e indubbiamente esistono vari e fondati motivi a supporto di un bilancio critico.
2. Ne indico sommariamente tre: un eccessivo restringimento del pluralismo interno all’arcipelago cattolico o, più esattamente della sua visibilità all’esterno; i tentativi di proseguire fuori tempo, dopo la caduta del Muro di Berlino e con una sorta di accanimento terapeutico, l’unità politica dei cattolici, rallentando il contributo dei cattolici all’edificazione del bipolarismo, a cominciare dai tentativi di frenare la spinta verso i referendum elettorali; un approccio spesso difensivo e segnato da una cultura intransigente ai nuovi problemi emergenti su vita, famiglia e bioetica con un uso eccessivo dell’argomento del pendio scivoloso contro qualsiasi ipotesi di mediazioni ragionevoli.
3. Tuttavia a me sembra doveroso che si separino queste critiche da uno schema generale molto difensivo, auto-consolatorio, che finisce spesso con l’accomunare in radicalismo spezzoni dell’area del cattolicesimo democratico a quella proveniente dal dissenso ecclesiale, fermo restando che anche quest’ultima svolge un ruolo significativo di pungolo per il fatto stesso di esistere, indipendentemente dalle posizioni sostenute.…
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