La chimera della transizione green

di Paolo Andruccioli

Per avviare una riconversione ecologica dell’economia in Europa mancano i soldi e si sbaglia metodo. Non bastano le alleanze auspicabili tra i vari Parlamenti europei. Occorre rafforzare l’accesso diretto dei cittadini alle decisioni. Ciò potrebbe passare per esempio attraverso l’obbligo per gli Stati membri di pubblicare l’elenco dei beneficiari dei fondi europei, incluso il Pnrr.

L’Europa affronta la sua sfida più difficile senza risorse e senza un metodo innovativo vincente. È quello che emerge da vari documenti elaborati dalla Commissione europea e dalle analisi di gruppi di economisti come quelli di Social Europe. Le istituzioni europee sono costrette ad ammettere che l’attuale bilancio dell’Unione non dispone di sufficienti disponibilità per sostenere gli obiettivi del Net-Zero Industry Act e per garantire condizioni di parità tra gli Stati membri. Le strade che si propongono sono tre: aumentare gli investimenti pubblici europei, scaricare sui singoli Paesi il peso della transizione, oppure fare intervenire il mitico mercato finanziario, che è la soluzione classica delle politiche europee degli ultimi anni che non a caso hanno fallito molti degli obiettivi e favorito la speculazione finanziaria.…

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Quegli applausi postumi a Gianni Minà

di Tonio Dell’Olio

Mentre il coro degli applausi e delle celebrazioni postume è compatto nel celebrare l’uomo e il giornalista Gianni Minà, mi piacerebbe alzare il dito per far notare ai notabili della politica, dell’informazione e dei palazzi vari che quell’uomo che ha reinventato il modo di fare giornalismo in televisione è morto in esilio. Condannato dai Consigli di amministrazione Rai partoriti ora da destra, ora da sinistra. Mi piace ricordarlo con un articolo che Il Manifesto gli ospitò all’indomani della morte di Luis Sepulveda il 17 aprile 2020. Lui sa perché.

“Nello spazio breve che identifica il respiro di un amico, se n’è andato da questo mondo Luis, Lucho Sepúlveda. Falciato via da quella che è la peste del nostro secolo. Ho voluto bene all’uomo, ma non posso fare a meno di piangere l’intellettuale che aveva partecipato alle lotte per il riscatto dell’America Latina con il coraggio e la forza che hanno solo i visionari, i romantici, i pazzi. Perché Lucho le battaglie non le aveva scansate, le aveva affrontate per davvero.…

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Stragi e naufragi

di Tonio Dell’Olio

Le parole sono importanti. Non è affatto la stessa cosa dire che al largo di Cutro è avvenuto un naufragio o una strage. La prima è dovuta alle condizioni del mare e alla precarietà dell’imbarcazione, la seconda prevede una responsabilità e una volontà precise che ha posto quelle persone in mare con condizioni proibitive e una barca inadeguata. Mi spiego. A Bologna nel 1980 non ci fu un incidente ma una strage, Auschwitz non fu l’esagerazione inconsapevole di un regime ma una strage pianificata. Sulle spiagge di Cutro pertanto è avvenuta una strage di cui è responsabile il sistema di rapina e sfruttamento che impedisce lo sviluppo dei Paesi di partenza, le guerre e i regimi di cui siamo complici in tante forme, le leggi che impediscono a chi fugge di poter trovare riparo, cioè accoglienza. La strage pertanto è stata causata da questi fattori che sono espressione di un sistema che ha volti e nomi di persone che ne sono protagonisti come pluriomicidi.…

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Massimo Troisi

di Tonio Dell’Olio

Se la recitazione è finzione, quella di Massimo Troisi è stata autentica, autentica finzione. Perché appariva del tutto spontanea, quasi istintiva, disarmata e, perciò, disarmante. L’impaccio, l’incedere incerto del linguaggio, lo sguardo da bambino che ha rubato la marmellata, l’interrogativo solo apparentemente ingenuo, la ribellione a un complesso di inferiorità che non diventava mai liberazione. Si direbbe tutt’altro che una maschera. E invece è stato il grande inventore di una maschera il cui idioma era sconosciuto e misterioso a molti ma che tutti comprendevano sorprendentemente e che tutti confermavano con una risata. Perché in verità c’è sempre un Massimo Troisi nascosto dentro ciascuno di noi. Inconfessato e non identificato del tutto ma assolutamente presente. E quell’attore riusciva a dare vita a un processo di identificazione in cui godevamo delle nostre stesse piccole conquiste, dei nostri sotterfugi celati, delle incertezze grottesche. No, non era un nuovo Totò, come qualcuno ha azzardato. Apparteneva piuttosto a un’altra specie. Quella che aggrotta le sopracciglia o spalanca gli occhi per questioni quotidiane che hanno il peso specifico della vita.…

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Anna Politkovskaja, un’eredità scomoda

di Guido Caldiron

Nel mondo anglosassone, e ormai non più solo in quello, con il termine whistleblower, derivato dall’espressione «blow the whistle» (soffiare nel fischietto) che indica l’azione di un arbitro in una competizione sportiva che vuole fermare un comportamento irregolare o pericoloso, si identifica un «lanciatore di allerta»: chi, in base alle proprie ricerche o analisi è in grado di individuare la china pericolosa che stanno prendendo determinate vicende, processi tecnologici, scientifici o economici o, per estensione, gli esiti catastrofici verso cui possono condurre le scelte di questo o quel leader. Una categoria che sembra essere stata inventata per descrivere la traiettoria di Anna Politkovskaja, la giornalista russa che di allarmi e ammonimenti ne aveva lanciati molti attraverso il proprio lavoro, senza essere davvero ascoltata né in patria né all’estero, ma tanto da finire ammazzata a 48 anni il 7 ottobre del 2006 a Mosca. Perché, come ricorda Francesca Mannocchi nella prefazione agli scritti di Politkovskaja dedicati alla seconda guerra cecena (1999-2009) e al modo in cui quel conflitto ha plasmato la società russa e il sistema di potere al cui vertice siede Vladimir Putin, che tornano oggi in libreria per Bur, (Un piccolo angolo d’inferno, postfazione di Georgi M.…

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Finte notizie dalla prigionia

di Giulio Busi

I detenuti erano costretti a scrivere ai parenti in tedesco narrando solo fatti positivi: le lettere servivano ai nazisti per scovare tra i destinatari altri ebrei. Oggi si sono rivelate utili per ricostruire profili e storie

Una donna ancora giovane, coi capelli folti, che si sforza di sorridere nell’obiettivo della macchina fotografica. Sulla copertina delle Lettere da Auschwitz , il bel volto mi fa dimenticare per un attimo il titolo. È mai possibile che qualcuna delle vittime abbia potuto scrivere da Auschwitz? E anche se lo ha fatto, cosa avrà detto, e a chi?

Ho subito cercato, sfogliando il volume, la foto. E mi sono fissato in mente la data: “1946”. I numeri possono essere più eloquenti di tante frasi. Vuol dire che Berthe Falk, questo il nome della sconosciuta, ce l’ha fatta, è uscita viva. Che a un anno dalla fine della guerra non riesca ancora veramente a sorridere è più che comprensibile. L’importante è che ci guardi dall’al di qua, che non si sia per sempre perduta oltre la barriera della morte.…

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Tra il 2022 ed il 2023: ombre e chiavi di volta

di Vincenzo Comito

Guerra, inflazione, shock energetico: vediamo in dettaglio gli eventi chiave dell’anno che sta finendo cercando poi di mettere in campo qualche previsione per il 2023.

Siamo alla fine del 2022, anno che non ha portato in generale molte buone notizie al mondo (riferendosi all’ano che sta finendo Martin Wolf sintetizza la questione in tre parole: “guerra, inflazione, shock energetico”) (Tindera, Wolf, 2022); comunque, in queste note cerchiamo di fare il punto su alcuni eventi svoltisi in questo periodo e di mettere in campo alcune previsioni per il nuovo anno ed oltre.

Il mondo, il continente europeo e l’Eurozona

L’Ocse, dopo aver stimato la crescita dell’economia mondiale al 3,1% nel 2022 (comunque in ritirata rispetto a precedenti stime), valuta ora quella del 2023 al 2,2%, in notevole riduzione rispetto all’anno precedente (altre istituzioni parlano per la verità del 2,7%). Peraltro, nelle stime dell’ente appaiono grandi differenze tra le varie aree del globo; come in passato a tirare la volata è l’Asia: così, per l’India è prevista una crescita del 6,2%, del 4,6% per la Cina, mentre per gli Stati Uniti si pensa ad uno 0,5% (di nuovo, qualcun altro è più ottimista).…

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Giustizia: un anno di riforme incoerenti con il botto finale

di Domenico Gallo

L’anno appena trascorso è stato tutto un susseguirsi di tentativi ambiziosi di grandi riforme in tema di giustizia giocate sotto l’onda di indirizzi politici contrastanti e incoerenti. Il ministro della Giustizia del governo Draghi, Marta Cartabia, ha sferzato gli uffici legislativi, le commissioni e le aule parlamentari per tenere fede alla promessa di realizzare gli ambiziosi obiettivi e i gravosi impegni che l’Italia si è presa con il PNRR anche per la giustizia. Ridurre i tempi del 40% nel settore civile e del 25% nel penale, eliminare il 90% dell’arretrato. Nel settore penale è stata messa in cantiere una grande riforma del processo penale, del sistema sanzionatorio (dei reati e delle pene), ed è stata introdotta per la prima volta …in Italia anche una disciplina organica della giustizia riparativa. Questa maxiriforma, dopo una lunghissima gestazione è sfociata in un decreto legislativo emanato il 10 ottobre, in pieno rigor mortis del Governo Draghi. Subito dopo il 31 ottobre il nuovo Governo con il decreto dedicato a criminalizzare i rave party, ne ha bloccato l’entrata in vigore fino al 30 dicembre 2022.…

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Il romanzo distopico scritto al Cremlino

di Guido Caldiron

Un percorso di letture sull’ideologia dell’«era Putin» alla prova della guerra. Il nuovo nazionalismo, la denuncia della decadenza delle democrazie, la repressione dell’opposizione. Le radici del presente nelle recenti opere dello scrittore Mikhail Shishkin (21lettere), di Giuliano da Empoli (Mondadori) e di Andrea Graziosi (Laterza) e Orietta Moscatelli (Salerno). «I nostri ragazzi non hanno conosciuto il caos degli anni Novanta, dovevamo ricordargli che lo Zar incarna la stabilità e la grandezza della madrepatria», spiega Vadim Baranov, consigliere del Presidente nel romanzo «Il mago del Cremlino»

«Questa guerra non si combatte nella realtà, si combatte nella testa delle persone. L’importanza delle vostre azioni sul campo non si misura dalle città che prendete, si misura dai cervelli che conquistate. I nostri ragazzi non hanno conosciuto il caos degli anni Novanta, qualcuno doveva ricordargli che Putin incarna la stabilità e la grandezza della madrepatria». È solo nelle ultime pagine de Il mago del Cremlino (Mondadori, pp. 234, euro 19) – uno dei testi che svelano al meglio i meccanismi di funzionamento del potere moscovita – che il fantasma della guerra in Ucraina, in questo caso la sua fase iniziale in Donbass nel 2014, prende forma concreta.…

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La metamorfosi della manifestazione sui giornali

di Tonio dell’Olio

È tutto così surreale! Aderisco e partecipo alla manifestazione per la pace di sabato 5 novembre. So bene che a convocarla è un soggetto ben preciso che si chiama “Europe for peace” e vedo tanta gente che arriva senza insegne, senza bandiere e senza appartenenze.

Vedo famiglie coi bambini e tanti giovani, vedo striscioni e bandiere che richiamano altri drammi oltre quello dell’Ucraina. Le donne iraniane che vivono in Italia, i gruppi pro Palestina e poi le bandiere delle 600 (dico seicento) associazioni che hanno aderito. Un mosaico bellissimo animato dal desiderio della pace. Quando si dice che eravamo 100mila non si gonfia il dato della Questura ma semplicemente si constata che Piazza San Giovanni non riesce a contenere tutti. Leggo i giornali del giorno dopo e assisto a una metamorfosi indecorosa della realtà. Quella a cui ho partecipato diventa la manifestazione di Letta e Conte, contrapposta a quella di Calenda e Renzi a Milano. E non credo lo facciano per “buttarla in politica” ma semplicemente perché manca la sensibilità e la lente focale per capire che gli italiani semplicemente non vogliono né la guerra, né le armi per risolvere i conflitti.…

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