Per il ras americano Europa e Ucraina sono solo comparse

di Alberto Negri

Scene di caccia e di guerra alla Casa bianca. Davanti a Trump, Zelensky ha cercato disperatamente di difendere le sue ragioni e quelle dell’Ucraina. Ma si è accorto troppo tardi che il famoso accordo sulle terre rare era una trappola per attirarlo a Washington e far rotolare la sua testa sul tavolo del negoziato tra gli Stati uniti e la Russia di Putin.

Trump ha rovesciato completamente la narrazione – la Russia non è più l’aggressore – e ha spazzato via i principi del diritto internazionale e di qualsiasi etica che l’Europa proprio in Ucraina ha voluto difendere.

Vale solo il diritto del più forte, la violenza, esattamente come accade tra gli israeliani e i palestinesi, cosa sui cui gli europei dovrebbero riflettere: se sulle leggi internazionali e i principi cedi da una parte prima o poi sarai costretto a cedere anche da un’altra.

Trump ha incalzato Zelensky con argomenti falsi – sapendo benissimo che lo sono – e alla fine, sparando bordate come in una caccia al cinghiale, lo ha costretto alla fuga.…

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Disordine mondiale

di Enrico PaventiDisordine mondiale. Perché viviamo in un'epoca di crescente caos , Manlio Graziano

Alla luce del moltiplicarsi dei conflitti e delle aree di crisi, la realtà globale tende a rivelarsi sempre più caotica e incontrollabile. Negli ultimi anni è andato costantemente crescendo il numero dei contesti caratterizzati dall’esistenza di tensioni, più o meno aspre, dalle quali hanno avuto talora origine scontri armati, nonché vere e proprie guerre: una situazione che, sul piano planetario, appare resa in maniera efficace dall’utilizzo del termine «disordine» e vede nell’instabilità il suo principale connotato, mentre in numerose regioni della Terra si accendono nuovi focolai e si riacutizzano conflitti rimasti irrisolti.

È possibile, considerato ciò che sta accadendo giorno dopo giorno sui diversi scacchieri internazionali, dare vita a un «nuovo ordine mondiale» che porti benessere e stabilità? Oppure si tratta solo di una pia illusione con la quale si tenta di placare il senso di angoscia provocato dal pericolo dello scoppio di una Terza guerra mondiale?

Manlio Graziano, studioso di geopolitica e docente universitario, risponde a questo cruciale interrogativo analizzando alcuni confronti fra la stretta attualità e qualche momento fondamentale della storia moderna.…

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Un’autobiografica svolta di Resistenza

di Massimo Raffaeli

8 SETTEMBRE. Corrado, Milton e Ulisse: formazioni partigiane tra romanzo e memoir di scrittori come Cesare Pavese, Beppe Fenoglio e Davide Lajolo

L’8 settembre è la svolta che muta il destino di una generazione allevata dal fascismo nell’illusione di una italianità rediviva e, anzi, rivoluzionaria. Che lo stesso regime fosse viceversa una forza reazionaria, organica al grande capitale e alle istituzioni più retrive (a cominciare dalla Chiesa di Pio XI e, maxime, di Pio XII), quei giovani nati o maturati nel primo dopoguerra lo appresero tra la guerra civile spagnola e l’esito, presto rovinoso, della seconda guerra mondiale.

La caduta del regime, l’uscita degli antifascisti dalla condizione di clandestinità o di esilio, il progressivo organizzarsi della Resistenza segnarono dunque l’apice della Bildung generazionale.

NE SONO ESEMPIO (e tutti afferenti all’alveo da cui la Resistenza scaturì, il Piemonte orientale) due grandi romanzi e un memoir di alto valore letterario a firma rispettivamente di Cesare Pavese, Beppe Fenoglio e Davide Lajolo, caratterizzati da un’evidente impronta autobiografica che ne declina in maniera ogni volta differente il decorso.…

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Macron capovolge le urna: per il governo un patto con Le Pen

di Anna Maria Merlo

Primo ministro il gollista di destra Michel Barnier, politica-business al sicuro (e Confindustria esulta). Schiaffo alla sinistra che ha vinto. Il colpo di coda dell’Eliseo inverte l’esito del voto e spalanca la porta all’ultradestra.

Il Nuovo Fronte Popolare è arrivato in testa alle legislative anticipate e 60 giorni dopo il voto, dopo settimane di indecisioni, voilà la surprise du chef: Emmanuel Macron ieri a metà giornata ha nominato primo ministro Michel Barnier, esponente di Lr, il partito che è arrivato praticamente ultimo alle elezioni, 6,5% al primo turno e 47 deputati. Indignazione a sinistra, «crisi di regime» per il socialista Olivier Faure, «voto rubato» per Jean-Luc Mélenchon, a favore di uno «xenofobo» secondo la France Insoumise, «gesto del braccio ai francesi» per il Pcf, «uno scandalo» per i Verdi, che ricordano che Barnier non ha preso posizioni a favore di un «fronte repubblicano» contro l’estrema destra. Ma anche «inquietudine» per Greenpeace e altre ong écolo. Freddezza a Renaissance, il partito di Macron, che rifiuta di «fare un assegno in bianco» al nuovo primo ministro.…

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Bellini e la bomba, l’ultima parola sulla strage più dura

di Mario Di Vito

Bologna, 2 agosto 1980. La condanna in Appello del militante di Avanguardia Nazionale collega i Nar alla strategia della tensione: nel filmato del turista tedesco Harald Polzer si vede il neofascista, riconosciuto anche dalla sue ex moglie. Aspettando la Cassazione.

La strage fascista, la strage di stato, la strage più sanguinosa e forse anche quella più inaspettata. Quarantaquattro anni dopo l’esplosione della bomba che il 2 agosto del 1980 sventrò la stazione di Bologna – e causò 85 morti e oltre 200 feriti – le definizioni possibili si sommano e il senso generale sembra sfuggire. Anche se manca un solo tassello al raggiungimento dell’agognata verità giudiziaria: il pronunciamento della Cassazione su Paolo Bellini, riconosciuto come uno degli esecutori materiali della strage e condannato all’ergastolo nell’aprile del 2022, con la Corte d’Appello di Bologna che ha confermato la sentenza nemmeno un mese fa, l’8 luglio.

Non ci sono ancora le motivazioni (verranno depositate entro la prima decade di ottobre), ma si dà per scontato che l’ultimo degli imputati della strage si rivolgerà agli Ermellini.…

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Il carteggio ritrovato (1957-1978)

di Enrico Paventi

Meticolosamente curata dal giornalista Stefano Godano, dal saggista Antonio Tedesco e dallo storico Renato Moro, arricchita dalla lucida e densa Introduzione di quest’ultimo, la corrispondenza tra i due statisti mostra come, tra loro, si fosse instaurato un rapporto tanto di collaborazione quanto di amicizia: una familiarità che balza subito all’occhio del lettore di questo fitto carteggio – in gran parte inedito –, costituito da oltre 300 missive, biglietti, telegrammi e che lo induce a proseguire nell’opera di scavo e di interpretazione.

Assai diversi per formazione politica e temperamento, Moro e Nenni si ritrovarono accomunati dall’esigenza di imprimere una notevole accelerazione al processo di modernizzazione del Paese. Di fronte ai tanti problemi da esaminare e ai numerosi ostacoli da superare, l’alleanza tra democristiani e socialisti – nel quadro dei cosiddetti «governi di centro-sinistra» – permise all’Italia di conseguire importanti traguardi nell’ambito dei diritti dei lavoratori, dei diritti civili e del welfare, mettendola inoltre nella condizione di mitigare gli squilibri economico-finanziari provocati da una crescita che era stata a lungo tumultuosa e incontrollata.…

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25 aprile. Il discorso di Antonio Scurati censurato dalla Rai

di Antonio Scurati

“Giacomo Matteotti fu assassinato da sicari fascisti il 10 di giugno del 1924. Lo attesero sotto casa in cinque, tutti squadristi venuti da Milano, professionisti della violenza assoldati dai più stretti collaboratori di Benito Mussolini. L’onorevole Matteotti, il segretario del Partito Socialista Unitario, l’ultimo che in Parlamento ancora si opponeva a viso aperto alla dittatura fascista, fu sequestrato in pieno centro di Roma, in pieno giorno, alla luce del sole. Si batté fino all’ultimo, come lottato aveva per tutta la vita. Lo pugnalarono a morte, poi ne scempiarono il cadavere. Lo piegarono su se stesso per poterlo ficcare dentro una fossa scavata malamente con una lima da fabbro. Mussolini fu immediatamente informato. Oltre che del delitto, si macchiò dell’infamia di giurare alla vedova che avrebbe fatto tutto il possibile per riportarle il marito. Mentre giurava, il Duce del fascismo teneva i documenti insanguinati della vittima nel cassetto della sua scrivania. In questa nostra falsa primavera, però, non si commemora soltanto l’omicidio politico di Matteotti; si commemorano anche le stragi nazifasciste perpetrate dalle SS tedesche, con la complicità e la collaborazione dei fascisti italiani, nel 1944. 

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Non c’è normalità in questa quotidianità

di Chiara Cruciati

L’infrastruttura dell’occupazione militare uccide il tempo e stravolge lo spazio. Ramallah dista da Betlemme appena venti minuti. Ma da Gerusalemme non si può passare. In mezzo, da oltre venti anni, c’è un muro di cemento alto otto metri. E allora bisogna attraversare la “valle del fuoco”

Hanno otto e sei anni, sono due fratellini palestinesi. Vivono alla periferia di Gerusalemme est, nel pezzo di città che confina con Betlemme. È qui che vanno a scuola. Ogni mattina la madre li accompagnava con la sua automobile fino al cancello dell’istituto, un bacio sulla guancia, ci vediamo alle 14. Dal 7 ottobre non può più farlo: la chiusura imposta dall’esercito israeliano lungo le strade della Cisgiordania significa l’isolamento delle comunità palestinesi dei Territori occupati. Nella pratica: blocchi di cemento, montagne di sabbia, cancelli e barriere di ferro sulle strade che si immettono sulle vie a scorrimento veloce.

I due fratellini scendono dall’auto della mamma davanti a uno di questi grandi cancelli gialli, sorvegliati a poca distanza dai soldati israeliani.…

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Addio a Gigi Riva, la normalità di Rombo di tuono

di Luca Pisapia

Morto a 79 anni il grande attaccante, il record di gol in nazionale. Lo scudetto vinto a Cagliari nel 1970, il «no» alla Juve

È morto ieri sera a Cagliari il più grande centravanti del calcio italiano. Gigi Riva è stato mille cose: artefice di uno scudetto incredibile con il Cagliari, volto ieratico che ha segnato un’epoca, miglior cannoniere di sempre in maglia azzurra, uomo che ha detto no al potere. Gigi Riva è stato anche l’immagine di un calciatore che volava nel cielo. È il 18 gennaio 1970, stadio Romeo Menti di Vicenza. Al ventesimo del secondo tempo Gori scatta sulla sinistra, arriva sul fondo e crossa in mezzo. In area Domenghini fa da torre e rimette al centro un pallone spiovente. Gigi Riva è lì, spalle alla porta e circondato da due difensori, allora decide di salire. E sale, si alza in cielo, vola. E quando è più in alto di tutti, oltre il campo, sopra le nuvole, si libra in una rovesciata perfetta e poderosa.…

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Dio ha bisogno di Trump?

di Tonio Dell’Olio

Da un articolo apparso su Repubblica (Il dogma evangelico che sospinge Trump “È il prescelto di Dio” di Paolo Mastrolilli, 16 luglio 2024) apprendo che gli eventi della campagna elettorale di Donald Trump iniziano sempre con un video introduttivo in cui una voce fuori campo proclama solenne: “Il 14 giugno del 1946, Dio guardò dall’alto in basso verso il paradiso da lui progettato, e disse: ‘Ho bisogno di un custode’. Quindi Dio ci diede Trump”. Un’investitura messianica, per salvare la Terra dal collasso politico e morale. Infatti continua per tre minuti, elogiando le virtù dell’Unto del Signore in tutti i campi dell’avventura umana, dai rapporti familiari a quelli con i minacciosi rivali internazionali che deve tenere a bada – commenta Mastrolilli. E noi ci chiediamo: perché per la sua propaganda elettorale quest’uomo ha bisogno di scomodare Dio? Ecco, quando penso al secondo comandamento, Non nominare il nome di Dio invano, credo si riferisca proprio a questo.

(mosaicodipace.it , 17 gennaio 2024)…

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