La guerra fredda è finita, quale futuro per Nato e Occidente?
di Sergio Romano
In un libro recente ho letto: «Di fronte alle genuflessioni e alle attenzioni servili riservate a Zelensky nei vari Paesi, mi chiedo come sia possibile che nessuno abbia ancora coraggiosamente provato a ricordare che in seguito all’implosione dell’Urss (e non alla vittoria degli Usa nella Guerra Fredda) la Nato prese a svolgere una costosa campagna acquisti di tanti Paesi portandoli tutti a giocare contro la Russia e arrivando al confini del suo territorio. Possibile che nessuno abbia ancora detto che così facendo si stava favorendo lo scoppio della Terza guerra mondiale?». Sono le parole usate da uno storico, Giovanni Buccianti, in un saggio (Dalla Cortina di ferro alla Cortina delle provocazioni) e non piaceranno forse a parecchi lettori. Ma meritano di essere lette con attenzione.
Quando fu evidente, dopo il fallimento delle riforme di Gorbaciov e la nascita a Mosca di una Comunità degli Stati Indipendenti, che l’Unione Sovietica non era più in condizione di continuare a combattere la Guerra fredda, molti pensarono che in quel momento sarebbe stato possibile creare utili rapporti (non solo economici, ma anche politici e culturali) fra le democrazie occidentali e Mosca.…
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