La guerra fredda è finita, quale futuro per Nato e Occidente?

di Sergio Romano

In un libro recente ho letto: «Di fronte alle genuflessioni e alle attenzioni servili riservate a Zelensky nei vari Paesi, mi chiedo come sia possibile che nessuno abbia ancora coraggiosamente provato a ricordare che in seguito all’implosione dell’Urss (e non alla vittoria degli Usa nella Guerra Fredda) la Nato prese a svolgere una costosa campagna acquisti di tanti Paesi portandoli tutti a giocare contro la Russia e arrivando al confini del suo territorio. Possibile  che nessuno abbia ancora detto che così facendo si stava favorendo lo scoppio della Terza guerra mondiale?». Sono le parole usate da uno storico, Giovanni Buccianti, in un saggio (Dalla Cortina di ferro alla Cortina delle provocazioni) e non piaceranno forse a parecchi lettori. Ma meritano di essere lette con attenzione.

Quando fu evidente, dopo il fallimento delle riforme di Gorbaciov e la nascita a Mosca di una Comunità degli Stati Indipendenti, che l’Unione Sovietica  non era più in condizione di continuare a combattere la Guerra fredda, molti pensarono che in quel momento sarebbe stato possibile creare utili rapporti (non solo economici, ma anche politici e culturali) fra le democrazie occidentali e Mosca.…

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Le spese militari non conoscono crisi

di Giulio Marcon

Oltre 2.200 miliardi di dollari. A tanto ammontano, secondo i dati dell’ultimo Rapporto Sipri, le spese militari nel mondo nel 2022. Invece di proseguire sulla strada della guerra e del riarmo, bisogna affrontare le sfide di un’umanità sofferente e di un pianeta vicino al collasso.

I dati dell’ultimo Rapporto Sipri (Stockholm International Peace Research Institute) resi noti lo scorso 24 aprile – e presentati in quell’occasione in un webinar dalla Rete Pace e Disarmo e dalla campagna Sbilanciamoci! – evidenziano un’ulteriore crescita delle spese militari nel mondo. La spesa globale è arrivata nel 2022 alla stratosferica cifra di 2.240 miliardi di dollari, con un aumento di 127 miliardi rispetto al 2021.

Il 39% della spesa militare mondiale appartiene agli Stati Uniti, il 55% ai paesi membri della NATO. L’82% della spesa militare mondiale è concentrata in 15 paesi. Oltre agli Stati Uniti (con il 39%), abbiamo la Cina che si trova al secondo posto della classifica mondiale (con il 13% della spesa militare), la Russia (3,9%), l’India (3,6%, con un aumento del 6% rispetto al 2021), l’Arabia Saudita (3,3%), l’Ucraina (2%).…

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25 aprile, la versione della Meloni: “Contro di noi una esclusione di massa”

In un monologo pubblicato sul Corriere la premier dà la sua lettura del 25 aprile, rivendica il ruolo della “destra democratica” e lamenta «l’uso della categoria del fascismo come arma di esclusione di massa»

La versione di Giorgia Meloni è affidata a una pagina sul Corriere, non un’intervista ma un lungo monologo nel quale la premier dà la sua interpretazione della storia e del presente.

“Baluardo di Democrazia”

Il primo passaggio che Meloni opera è quello di applicare all’Italia di oggi il ruolo di «imprescindibile baluardo di democrazia». Va ricordato che in queste settimane in Ue l’Europarlamento ha gradualmente condannato l’erosione dello stato di diritto e gli attacchi alle minoranze da parte del governo Meloni: gli eurodeputati hanno votato risoluzioni e fatto dichiarazioni sugli attacchi alla stampa libera, alle famiglie arcobaleno, l’erosione del diritto all’aborto in Italia, e così via. Ma la premier prosegue il suo sforzo di normalizzazione dell’estrema destra e sul Corriere scrive: «Mi auguro che le mie riflessioni possano fare di questa ricorrenza un momento di ritrovata concordia nazionale nel quale la celebrazione della nostra ritrovata libertà ci aiuti a comprendere e rafforzare il ruolo dell’Italia nel mondo come imprescindibile baluardo di democrazia».…

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La chimera della transizione green

di Paolo Andruccioli

Per avviare una riconversione ecologica dell’economia in Europa mancano i soldi e si sbaglia metodo. Non bastano le alleanze auspicabili tra i vari Parlamenti europei. Occorre rafforzare l’accesso diretto dei cittadini alle decisioni. Ciò potrebbe passare per esempio attraverso l’obbligo per gli Stati membri di pubblicare l’elenco dei beneficiari dei fondi europei, incluso il Pnrr.

L’Europa affronta la sua sfida più difficile senza risorse e senza un metodo innovativo vincente. È quello che emerge da vari documenti elaborati dalla Commissione europea e dalle analisi di gruppi di economisti come quelli di Social Europe. Le istituzioni europee sono costrette ad ammettere che l’attuale bilancio dell’Unione non dispone di sufficienti disponibilità per sostenere gli obiettivi del Net-Zero Industry Act e per garantire condizioni di parità tra gli Stati membri. Le strade che si propongono sono tre: aumentare gli investimenti pubblici europei, scaricare sui singoli Paesi il peso della transizione, oppure fare intervenire il mitico mercato finanziario, che è la soluzione classica delle politiche europee degli ultimi anni che non a caso hanno fallito molti degli obiettivi e favorito la speculazione finanziaria.…

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Quegli applausi postumi a Gianni Minà

di Tonio Dell’Olio

Mentre il coro degli applausi e delle celebrazioni postume è compatto nel celebrare l’uomo e il giornalista Gianni Minà, mi piacerebbe alzare il dito per far notare ai notabili della politica, dell’informazione e dei palazzi vari che quell’uomo che ha reinventato il modo di fare giornalismo in televisione è morto in esilio. Condannato dai Consigli di amministrazione Rai partoriti ora da destra, ora da sinistra. Mi piace ricordarlo con un articolo che Il Manifesto gli ospitò all’indomani della morte di Luis Sepulveda il 17 aprile 2020. Lui sa perché.

“Nello spazio breve che identifica il respiro di un amico, se n’è andato da questo mondo Luis, Lucho Sepúlveda. Falciato via da quella che è la peste del nostro secolo. Ho voluto bene all’uomo, ma non posso fare a meno di piangere l’intellettuale che aveva partecipato alle lotte per il riscatto dell’America Latina con il coraggio e la forza che hanno solo i visionari, i romantici, i pazzi. Perché Lucho le battaglie non le aveva scansate, le aveva affrontate per davvero.…

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Stragi e naufragi

di Tonio Dell’Olio

Le parole sono importanti. Non è affatto la stessa cosa dire che al largo di Cutro è avvenuto un naufragio o una strage. La prima è dovuta alle condizioni del mare e alla precarietà dell’imbarcazione, la seconda prevede una responsabilità e una volontà precise che ha posto quelle persone in mare con condizioni proibitive e una barca inadeguata. Mi spiego. A Bologna nel 1980 non ci fu un incidente ma una strage, Auschwitz non fu l’esagerazione inconsapevole di un regime ma una strage pianificata. Sulle spiagge di Cutro pertanto è avvenuta una strage di cui è responsabile il sistema di rapina e sfruttamento che impedisce lo sviluppo dei Paesi di partenza, le guerre e i regimi di cui siamo complici in tante forme, le leggi che impediscono a chi fugge di poter trovare riparo, cioè accoglienza. La strage pertanto è stata causata da questi fattori che sono espressione di un sistema che ha volti e nomi di persone che ne sono protagonisti come pluriomicidi.…

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Massimo Troisi

di Tonio Dell’Olio

Se la recitazione è finzione, quella di Massimo Troisi è stata autentica, autentica finzione. Perché appariva del tutto spontanea, quasi istintiva, disarmata e, perciò, disarmante. L’impaccio, l’incedere incerto del linguaggio, lo sguardo da bambino che ha rubato la marmellata, l’interrogativo solo apparentemente ingenuo, la ribellione a un complesso di inferiorità che non diventava mai liberazione. Si direbbe tutt’altro che una maschera. E invece è stato il grande inventore di una maschera il cui idioma era sconosciuto e misterioso a molti ma che tutti comprendevano sorprendentemente e che tutti confermavano con una risata. Perché in verità c’è sempre un Massimo Troisi nascosto dentro ciascuno di noi. Inconfessato e non identificato del tutto ma assolutamente presente. E quell’attore riusciva a dare vita a un processo di identificazione in cui godevamo delle nostre stesse piccole conquiste, dei nostri sotterfugi celati, delle incertezze grottesche. No, non era un nuovo Totò, come qualcuno ha azzardato. Apparteneva piuttosto a un’altra specie. Quella che aggrotta le sopracciglia o spalanca gli occhi per questioni quotidiane che hanno il peso specifico della vita.…

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Anna Politkovskaja, un’eredità scomoda

di Guido Caldiron

Nel mondo anglosassone, e ormai non più solo in quello, con il termine whistleblower, derivato dall’espressione «blow the whistle» (soffiare nel fischietto) che indica l’azione di un arbitro in una competizione sportiva che vuole fermare un comportamento irregolare o pericoloso, si identifica un «lanciatore di allerta»: chi, in base alle proprie ricerche o analisi è in grado di individuare la china pericolosa che stanno prendendo determinate vicende, processi tecnologici, scientifici o economici o, per estensione, gli esiti catastrofici verso cui possono condurre le scelte di questo o quel leader. Una categoria che sembra essere stata inventata per descrivere la traiettoria di Anna Politkovskaja, la giornalista russa che di allarmi e ammonimenti ne aveva lanciati molti attraverso il proprio lavoro, senza essere davvero ascoltata né in patria né all’estero, ma tanto da finire ammazzata a 48 anni il 7 ottobre del 2006 a Mosca. Perché, come ricorda Francesca Mannocchi nella prefazione agli scritti di Politkovskaja dedicati alla seconda guerra cecena (1999-2009) e al modo in cui quel conflitto ha plasmato la società russa e il sistema di potere al cui vertice siede Vladimir Putin, che tornano oggi in libreria per Bur, (Un piccolo angolo d’inferno, postfazione di Georgi M.…

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Finte notizie dalla prigionia

di Giulio Busi

I detenuti erano costretti a scrivere ai parenti in tedesco narrando solo fatti positivi: le lettere servivano ai nazisti per scovare tra i destinatari altri ebrei. Oggi si sono rivelate utili per ricostruire profili e storie

Una donna ancora giovane, coi capelli folti, che si sforza di sorridere nell’obiettivo della macchina fotografica. Sulla copertina delle Lettere da Auschwitz , il bel volto mi fa dimenticare per un attimo il titolo. È mai possibile che qualcuna delle vittime abbia potuto scrivere da Auschwitz? E anche se lo ha fatto, cosa avrà detto, e a chi?

Ho subito cercato, sfogliando il volume, la foto. E mi sono fissato in mente la data: “1946”. I numeri possono essere più eloquenti di tante frasi. Vuol dire che Berthe Falk, questo il nome della sconosciuta, ce l’ha fatta, è uscita viva. Che a un anno dalla fine della guerra non riesca ancora veramente a sorridere è più che comprensibile. L’importante è che ci guardi dall’al di qua, che non si sia per sempre perduta oltre la barriera della morte.…

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Tra il 2022 ed il 2023: ombre e chiavi di volta

di Vincenzo Comito

Guerra, inflazione, shock energetico: vediamo in dettaglio gli eventi chiave dell’anno che sta finendo cercando poi di mettere in campo qualche previsione per il 2023.

Siamo alla fine del 2022, anno che non ha portato in generale molte buone notizie al mondo (riferendosi all’ano che sta finendo Martin Wolf sintetizza la questione in tre parole: “guerra, inflazione, shock energetico”) (Tindera, Wolf, 2022); comunque, in queste note cerchiamo di fare il punto su alcuni eventi svoltisi in questo periodo e di mettere in campo alcune previsioni per il nuovo anno ed oltre.

Il mondo, il continente europeo e l’Eurozona

L’Ocse, dopo aver stimato la crescita dell’economia mondiale al 3,1% nel 2022 (comunque in ritirata rispetto a precedenti stime), valuta ora quella del 2023 al 2,2%, in notevole riduzione rispetto all’anno precedente (altre istituzioni parlano per la verità del 2,7%). Peraltro, nelle stime dell’ente appaiono grandi differenze tra le varie aree del globo; come in passato a tirare la volata è l’Asia: così, per l’India è prevista una crescita del 6,2%, del 4,6% per la Cina, mentre per gli Stati Uniti si pensa ad uno 0,5% (di nuovo, qualcun altro è più ottimista).…

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