Engels, inchiesta sociologica sullo sfruttamento

di Donatello Santarone

«La situazione della classe operaia in Inghilterra», edito da Feltrinelli. Pubblicato a Lipsia nell’estate del 1845, ritorna in libreria nella storica traduzione di Raniero Panzieri. Vedere i lavoratori nelle loro case e parlare con loro non sarebbe stato possibile senza la mediazione della sua compagna, l’attivista operaia irlandese Mary Burns e di sua sorella Lizzie. Il volume ha avuto il merito di scoperchiare il manto di ipocrisie e bugie con cui i primi capitani d’industria occultavano le sofferenze patite da milioni di uomini e donne

«Se non volete essere arrostiti nella mia padella, andate pure a passeggiare nel fuoco». Questo è il motto che i capitalisti inglesi nei decenni della rivoluzione industriale rivolgevano agli operai, «liberi» di non accettare i disumani contratti che essi imponevano a quell’umanità tormentata e umiliata che un giovane di ventiquattro anni, Friedrich Engels, descrive nel suo capolavoro di inchiesta sociologica, condotto, come recita il sottotitolo, «in base a osservazioni dirette e fonti autentiche»: La situazione della classe operaia in Inghilterra, oggi ripubblicato da Feltrinelli nella storica traduzione di Raniero Panzieri (pp.…

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Sovversioni di un irregolare

di Marco Ravelli

Uno stralcio dalla postfazione al volume «Raniero Panzieri. L’iniziatore dell’altra sinistra», a cura di Paolo Ferrero per le edizioni Shake. A cento anni dalla nascita (14 febbraio 1921) del fondatore dei «Quaderni rossi»

Dimenticare Panzieri? In molti vorrebbero farlo. In troppi l’hanno già fatto, ridotto al silenzio come i soggetti sociali di cui condivise attese e rivolte. Come i braccianti del sud d’Italia, che conobbe da dirigente di partito. Come gli operai delle fabbriche del Nord, in particolare di Torino, che incontrò già da «irregolare» della politica, proprio nel momento del loro «risveglio». (…) E tuttavia «ridurre al silenzio» Raniero Panzieri, ancora a quarant’anni dalla morte, così come avevano tentato di farlo in vita, non è cosa facile. Per varie ragioni. Intanto perché nonostante la sua posizione di «irregolare» sempre un po’ ai margini delle grandi macchine politiche, anche quando vi militava all’interno e ne frequentava il «centro» – anzi, forse proprio grazie a questa sua irregolarità, a quella natura da eretico testardo di una fede senza chiesa, Panzieri ha lasciato un segno profondo nella vicenda tormentata del movimento operaio italiano del secondo dopoguerra, e nella sua cultura politica.…

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Moneta e civiltà mediterranea

di Filippo Cucuccio

La riproposizione di questa pubblicazione – a 20 anni dalla morte di uno dei maggiori storici dell’economia del secolo scorso e a oltre 60 dalla sua prima apparizione – merita di essere segnalata per il valore intrinseco dell’opera e per la sua sorprendente attualità. Infatti, questo libro contiene alcuni saggi che provengono dalle lezioni tenute dall’autore nella prima parte degli anni Cinquanta del secolo scorso all’Università di Cincinnati, negli Stati Uniti, nazione in cui Carlo Cipolla trascorse la maggior parte della sua vita accademica.

Da sottolineare che questa nuova edizione è arricchita dall’Introduzione scritta dal governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, nella quale, ricordata la casualità dell’approccio agli studi di storia economica da parte dell’autore, se ne sottolinea l’importanza, come pure l’attualità. Più specificamente il Governatore mette in risalto il richiamo fatto da Cipolla a due caratteristiche che si stanno manifestando in concomitanza con l’emergenza sanitaria della pandemia di Covid-19: i rischi di deflazione e la presenza di innovazioni e cambiamenti tecnologici e istituzionali che caratterizzano la storia della moneta.…

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Populismo. Un carattere originale nella storia d’Italia

Incontro di studi dell’Associazione culturale nazionale “Giorgio La Pira” con il patrocinio dell’Accademia di studi storici “Aldo Moro” e dell’Archivio storico Flamigni

Presentazione del volume di Nicola Tranfaglia, Populismo. Un carattere originale nella storia d’Italia (Castelvecchi editore, 2014)

Civita Castellana, 29 novembre 2014

Saluti di indirizzo ed introduzione Dott. Emilio Corteselli (Presidente dell’Associazione culturale nazionale “Giorgio La Pira”)

Relazione introduttiva e presidenza Prof. Giovanni Bianco (Università di Sassari)

Interventi programmati Prof.Carlo Bersani (Università telematica “Niccolò Cusano”) Prof.Francesco Maria Biscione (Istituto dell’Enciclopedia italiana) Dott.Luciano D’Andrea (Direttore dell’Accademia di studi storici “Aldo Moro”) Prof.Aurelio RIzzacasa (Università di Perugia)

Conclude Prof.Nicola Tranfaglia (Università di Torino)

L’incontro di studi si terrà presso la Sala delle Conferenze della Curia Arcivescovile, in Civita Castellana, P.zza Matteotti, 5

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Il lavoro non è una merce.L’articolo 18 è l’avamposto più avanzato di questa concezione

di Nicola Tranfaglia

Un’economia moderna, e degna di questo nome, in grado di avere una elevata competitività e quindi di incoraggiare la ricerca scientifica necessaria puntando sull’innovazione di processi e di prodotti e promuovendo – di conseguenza – occupazione è proprio ciò di cui l’Italia ha sicuramente bisogno. In un Paese come il nostro, nel quale le Partecipazioni Statali nell’industria (che hanno accompagnato quasi un secolo di storia) non esistono più, la lotta che l’attuale governo delle larghe intese, con l’appoggio determinante del Nuovo Centro destra di Angiolino Alfano e, in certi casi, persino di Forza Italia, e in cui – se si escludono la Fiat-Chrisler di Marchionne e l’ENI di De Scalzi e dei suoi collaboratori – ci sono soprattutto piccole imprese che copiano i loro prodotti, affidandosi al “genio italico”, il rischio è che le politiche di austerità e di precarietà espansiva, che informano tuttora la Commissione Europea (vedi le Raccomandazioni del giugno 2014), continuino influenzare i paesi dell’Eurozona a cominciare dall’Italia.…

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La P2 e i progetti di Gelli

di Nicola Tranfaglia

Più di uno studioso dell’Italia repubblicana, e chi scrive è tra questi, è convinto che il caso della P2, legato al maestro venerabile di una loggia massonica coperta, l’aretino Licio Gelli, sia un passaggio importante nella storia dell’ultimo settantennio. Ci sono nella storiografia italiana tre o quattro volumi che ne parlano. Forse il più interessante è costituito da “La P2 nei diari segreti di Tina Anselmi” pubblicati tre anni fa da Chiare Lettere ma ad essi si aggiungono almeno l’intervista del giornalista Sandro Nero a Licio Gelli. “Parola di Venerabile” uscito nel 2006 dall’editore Aliberti, il “Dossier P2” pubblicato dalle edizioni Kaos nel momento di maggior successo politico di Silvio Berlusconi, nel 2008, i ricordi di Sandra Bonsanti usciti da “Chiare Lettere” l’anno scorso e infine il volume “Loggia P2” a cura di Giuseppe Amari e Anna Vinci, un libro collettivi con sei saggi di notevole interesse appena uscito dall’editore Castelvecchi che mi sento di consigliare ai miei lettori visto che permette, a mio avviso, un passo avanti importante, anche se forse non ancora decisivo, sul ruolo di Gelli e della sua loggia nella nostra storia repubblicana.…

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