L’8 settembre sulla prima pagina del “Corriere della sera”

di Dino Messina

C’è un prima e un dopo l’8 settembre 1943, una data che continua a condizionare la nostra memoria collettiva. A leggere le due prime pagine dedicate all’armistizio con gli angloamericani dal “Corriere della sera” del 9 settembre, una per l’edizione del mattino e una per quella del pomeriggio, vengono in mente le immagini del “tutti a casa”, del disfacimento del nostro esercito lasciato senza una direzione, della fuga del re. E affiora anche il dilemma se in quei giorni si consumò la “morte della patria” o si seminarono con gli embrioni di Resistenza i semi della rinascita.

Gli articoli preparati a Milano in via Solferino, nella redazione romana, o datati Berna, Berlino, Sciangai (scritto così) hanno la potenza di evocarci una storia avvenuta prima e dopo ma nello stesso tempo ci riconducono alla realtà e alle sensazioni di quel giorno. Come venne accolto il breve messaggio radiofonico letto dal generale Pietro Badoglio, alle 19,42 nella sede dell’Eiar? “Il governo italiano, riconosciuta l’impossibilità di continuare l’impari lotta contro la soverchiante potenza avversaria, nell’intento di risparmiare più gravi sciagure alla Nazione, ha chiesto un armistizio al gen.…

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Il popolo che verrà

di Etienne Balibar

Il fronte all’ipotesi non impossibile di una condivisione consensuale del potere tra Macron e il Rassemblement National, dobbiamo riflettere sul significato di un Nuovo Fronte Popolare, evidenziandone sia le difficoltà che le potenzialità.

Parte 1. L’Unione delle destre contro il fronte popolare

La catastrofe politica che si è abbattuta sulla Francia il 9 giugno ha colto molti di noi di sorpresa, eppure era stata ampiamente prevista. Innanzitutto dai sondaggi, anche se non sempre bisogna crederci. Ma soprattutto dall’ascesa pluridecennale del Front-Rassemblement National (RN) nelle elezioni e nell’opinione pubblica, che negli ultimi anni ha continuato ad accelerare e ad allargare la sua base.

Alla base di questa ascesa ci sono alcune cause convergenti, ognuna delle quali è ben nota. Errori commessi da politici “repubblicani” che hanno pensato di poter usare Le Pen, o sua figlia, a proprio vantaggio. Ci siamo forse dimenticati che lo stesso Mitterrand si è arreso a questo? C’è l’accettazione strisciante dell’idea che “l’immigrazione è un vero problema”, non solo dal punto di vista economico (anche se senza immigrati, compresi quelli privi di documenti, la Francia non funzionerebbe), ma per la diversità culturale e religiosa che apporta alla società francese e alle società di tutto il mondo.…

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Benedetto Croce, leggere/scrivere, vita stessa

di Massimo Raffaeli

Di sé Benedetto Croce disse di sentirsi non un filius loci, da abruzzese di nascita e napoletano di elezione, quanto un filius temporis e «storicista assoluto» quale si autodefinì da allievo di Antonio Labriola e prosecutore o anzi inventore della linea che muove da Vico e, via Francesco De Sanctis, giunge direttamente a lui. Fu per almeno mezzo secolo il catarifrangente della società italiana e un grande atleta della cultura come pure fu chiamato, l’autodidatta che da erudito di storia patria (la prima edizione del suo esordio, I teatri di Napoli, risale al 1891, lui venticinquenne) divenne filosofo firmando nel 1902 una rivoluzionaria Estetica, quindi un critico letterario con il ciclo della Letteratura dell’Italia unita (1914-’40) infine uno storico a partire da Storia d’Italia dal 1871 al 1928 (’28). Ma questa è solo una frazione ovvero la sezione aurea di un’opera sterminata, la forestazione sviluppatasi intorno all’editore Laterza di Bari che seppe assecondarne quella che presto si sarebbe rivelata, alla lettera, una vistosa egemonia e intanto alimentata a cadenza bimestrale dal 1902, per quarantadue anni, da «La critica», rivista integralmente autogestita salvo l’apporto nel primo ventennio del filosofo Giovanni Gentile, l’amico-allievo prediletto con il tempo divenuto suo nemico mortale.…

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La società democratica e lo Stato

di Aldo Moro

“In una società democratica, quale quella che noi abbiamo contribuito a delineare nella Costituzione, che vogliamo costruire nella realtà, vi è un problema fondamentale di valorizzazione generale e compiuta dell’intera società.Cioè generalità nell’esercizio del potere e generalità nell’esercizio dei benefici dell’esercizio del potere. Nessuna persona ai margini, nessuna persona esclusa dalla generalità della vita sociale. Nessuna zona d’ombra in un ritmo graduale, armonico, universale di ascensione. Niente che sia morto, niente che sia condannato, niente che sia fuori dalla linfa vitale della società. Questo il problema immane della piena immissione delle masse nella vita dello Stato, tutti presenti nell’esercizio del potere, tutti presenti nella ricchezza della vita sociale. La conciliazione delle masse con lo Stato, il superamento dell’opposizione tra il vertice e la base: non lo Stato di alcuni, ma lo Stato di tutti, non la fortuna dei pochi, ma la solidarietà sociale, resa possibile dal maturare della coscienza democratica e alimentata dal valore dell’uomo e dalle ragioni preminenti della giustizia…”.…

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Vita di Ghoete

di Marco Testi

Scienza, arte, disegno, poesia, politica, disimpegno, teatro, amore, fuga: Johann Wolfgang von Goethe ha rappresentato una delle rare incarnazioni del sogno rinascimentale dell’uomo totale, il che significa fare i conti con quei limiti umani che assumono talvolta, per il genio, le sembianze di sbarre di una prigione, la cui costruzione è attribuita da alcuni alla divinità, da altri ai limiti stessi dell’umano: in quest’ultimo caso, un umano da superare attraverso il passaggio all’Oltreuomo preconizzato da Nietzsche. Pensatore che è infatti presente nelle considerazioni a margine della Vita di Goethe del compianto Italo Alighiero Chiusano, grande germanista.

Questo libro è ancor oggi fondamentale per comprendere la complessità disarmante e, per alcuni versi, l’assoluta e spoglia semplicità (le due dimensioni non sono in contraddizione tra loro) del genio. Egli si aspettava la gloria da uno studio sull’origine dei colori più che da opere come il Faust e il Werther, che invece sono testimonianza di abissali ricognizioni nei regni interdetti all’umano e di cui restano a noi sconvolgenti tracce, sopravvissute a quel passaggio.…

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La memoria nell’era della post-verità

di Claudio Vercelli

Evitiamo le geremiadi, i capi cosparsi di cenere come anche le facili auto-assoluzioni. Ancora meno, a tale riguardo, le gratuite sovrapposizioni, l’uso disinvolto di parole e, soprattutto, di pensieri facilmente generalizzabili. Semmai muoviamoci nelle sabbie mobili del pensiero di senso comune, dotati tuttavia di una necessaria circospezione critica. Come tale, non sospettosa ma comunque analitica. No, quest’anno la ricorrenza del Giorno della Memoria non potrà essere liquidata come l’ennesimo adempimento, in sé comunque già da tempo divenuto scettico e stanco, quindi inflazionato e usurato, di un obbligo istituzionale. Poiché, già nel suo essere tale – ossia cristallizzato in un ritualismo che si esprime con la medesima enfasi posticcia di certe routine del tempo trascorso – invece svuota di concreti contenuti il passaggio storico che dice di volere altrimenti rammentare e, quindi, vivificare.

SE L’IMPERATIVO del «mai più!» ha raccolto inizialmente una qualche adesione, pare adesso essere invece smentito, di giorno in giorno, dal riscontro dei fatti, delle cronache, dello stesso smarrimento collettivo.…

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Storia, Costituzione, costruzione della democrazia. Per i 75 anni della Costituzione italiana

Convegno di studi dell’Associazione culturale nazionale “Giorgio La Pira”,  con il patrocinio della Fondazione “Giorgio La Pira”, del Centro documentazione Archivio Flamigni e della Provincia di Viterbo

Storia, Costituzione e costruzione della democrazia.Per i 75 anni della Costituzione italiana.

Civita Castellana, 21 ottobre 2023

Indirizzi di saluto                                                                                                Dott. Emilio Corteselli (Presidente dell’Associazione culturale nazionale “Giorgio La Pira”)

Relazioni                                                                                                                                                                                      Prof. Carlo Bersani (Università di Cassino)                                                                                                                        Fratture, continuità, comitati di liberazione nazionale 

Prof. Giovanni Bianco (Università di Sassari)                                                                                                            Costituzione, pluralismo, democrazia                                                                                                                                         

Prof. Giulio Conticelli (Università di Firenze)                                                                                                                    Costituzione italiana, riproduzione umana, culture delle migrazioni e produzione economica                                       

Prof. Giovanna Montella (Università di Roma “La Sapienza”)                                                                                            Valori costituzionali e sistema democratico: tradizione versus transizione?

Prof. Matteo Cosulich (Università di Trento)                                                                                                                        Democrazia e parlamentarismo nell’ordinamento italiano                                                                                                       

Prof. Aurelio Rizzacasa (Università di Perugia)                                                                                                              Riflessioni di un filosofo della storia sulla Costituzione italiana                                                                                                                                

 Il Convegno di studi si terrà presso la Sala delle Conferenze della Curia Vescovile, in P.zza Matteotti 5, Civita Castellana (VT).                  

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Gianni Vattimo e la forza debole del cristianesimo

di Francesco Tomatis

La figura e il pensiero del filosofo scomparso nelle parole dell’allievo e collega Francesco Tomatis: solo incarnando storicamente la kénosis è possibile vivere autenticamente il Vangelo

Cristianesimo ed ermeneutica, kénosis e interpretazione, libertà, amore ed emancipazione compongono la costellazione che orienta il cammino di pensiero di Gianni Vattimo, scomparso nella notte scorsa. Quando nel 1959 si laurea a Torino ‒ dove nacque il 4 gennaio 1936 da una sarta pinerolese e un poliziotto calabrese, per morire a Rivoli il 19 settembre scorso ‒ con una tesi dedicata a Il concetto di fare in Aristotele e seguito da Luigi Pareyson, il giovane filosofo ha già alle spalle una militanza in Gioventù studentesca di Azione cattolica, ispirato dal comunitarismo cattolico di Maritain e Mounier e da Bernanos, nonché l’esperienza di giornalista e conduttore televisivo nella neonata RAI di Filiberto Guala. Nel frattempo alimenta anche l’interesse per l’alpinismo, in particolare in cordata con Alberto Risso, con cui realizza diverse scalate sul Monte Bianco e le Grandes Jorasses, e per un periodo accompagna Walter Bonatti ad allenarsi a Rocca Sbarua.…

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Tronti e la necessaria “autonomia del politico”

di Luigi Pandolfi

È stata una storia intellettuale e politica controversa, quella di Mario Tronti, scomparso a novantadue anni lo scorso 7 agosto. Teorico dell’operaismo italiano (nel 1966 esce Operai e capitale, per i tipi di Einaudi), poi dell’«autonomia del politico», la sua esperienza di dirigente politico e di uomo delle istituzioni è stato un conclamato caso di incoerenza tra pensiero e azione, almeno nell’ultima stagione del suo impegno in parlamento. È sufficiente ricordare, a tal proposito, il suo voto favorevole, da senatore del PD renziano, al Jobs Act, provvedimento che ha reso ancora più precario il lavoro nel nostro Paese, e all’abolizione dell’art.18 dello Statuto dei lavoratori. Ma lui, fino alla fine, ha vissuto tutto questo con curioso spirito di separazione, come se quei voti, quella corresponsabilità in determinate scelte, fossero di un altro Mario Tronti. Solo qualche settimana prima della sua dipartita, in un’intervista a Marco Bevilacqua proprio su Rocca, diceva che «la sinistra esiste ancora formalmente, ma ormai si è scavato un solco fra questa esistenza formale e la vita sociale e politica», quasi ironizzando sulle suggestioni “americane” del Partito democratico.…

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Quella spoliazione delle esistenze

di Teresa Numerico

A proposito di «Terra Bruciata», di Jonathan Crary edito da Meltemi. L’autore del volume insegna «Modern Art and Theory» alla Columbia University di New York. Le risorse naturali del pianeta sono l’obiettivo dell’accumulazione per spossessamento e comprendono anche quelle biologiche, animali e umane. Lo sfruttamento delle tecnologie dell’attenzione per catturare lo sguardo degli utenti dei social media è una delle forme di speculazione sulla fisiologia umana per l’estrazione

La colonizzazione dei corpi e dei sensi è al centro del discorso di Jonathan Crary, interprete delle tecnologie digitali e del capitalismo. Nel 2013 è stato pubblicato in italiano 27/7 Il capitalismo all’assalto del sonno (Einaudi), un volume sulla velocità dei processi produttivi e percettivi che alterano i ritmi sonno/veglia. L’accelerazione ci sta costringendo a una dimensione «cosale», nella quale l’attività avviene senza interruzione, dove il corpo e i sensi sono in funzione senza pause, disgregando il legame con l’armonia circolare della terra. Il sonno non serve solo a riposare, ma anche a sognare e immaginare.…

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