La morte annunciata di una sinistra senza storia

di Marco Bevilacqua

Non solo in Italia, ma in generale nel mondo occidentale, oggi la sinistra sembra in crisi di identità, di rappresentanza, di credibilità. Ci si potrebbe chiedere: ha ancora senso una sinistra nel ventunesimo secolo? Ne parliamo con Mario Tronti, grande saggio del marxismo operaista, ex senatore della Repubblica e già parlamentare del Pd.

Professore, esiste ancora la sinistra?

La sua è una domanda difficile. La sinistra esiste ancora formalmente, ma ormai si è scavato un solco fra questa esistenza formale e la vita sociale e politica. Tale distanza può essere più o meno marcata a seconda del Paese. Negli Stati Uniti la sinistra, senza mai definirsi come tale, si è sempre identificata nel partito democratico, e comunque ha esercitato una certa forza attrattiva nei confronti della sinistra europea. In Europa, la socialdemocrazia tedesca possiede ancora sia la solidità organizzativa, sia la capacità di esercitare una presenza reale nel sistema politico. In Francia la sinistra si è ripresentata in forme nuove, in Spagna c’è un partito socialista al governo.…

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Giorgio Napolitano, il comunista che salì due volte al colle e divenne un re

di Andrea Colombo

Fu il primo del Pci a ottenere un visto per gli Usa. Avversario del Berlinguer della questione morale, a disagio per il boom 5S. Le forze politiche lo supplicarono di accettare il bis. Lui le umiliò in parlamento.

Quando si affacciò sulla scena pubblica, ad appena 17 anni, si faceva chiamare Tommaso Pignatelli, lo pseudonimo con cui firmò un volume di sonetti e che usava sul palcoscenico. Era appassionato di teatro, amico di Patroni Griffi e La Capria, attore. Era il 1942 e Giorgio Napolitano, come tutti nella sua generazione, faceva parte dei Guf, i Gruppi Universitari Fascisti. Già l’anno seguente li aveva abbandonati per avvicinarsi alla sinistra. Avrebbe preso la tessera del Pci nel 1945, per essere eletto deputato nel 1953. Al momento dell’uscita di scena, nel 2015, lo chiamavano re Giorgio: era stato in effetti più un monarca che un presidente.

NAPOLITANO È STATO «il primo» una quantità di volte. Il primo comunista a ottenere il visto per una serie di conferenze negli Usa, nel 1978: Kissinger lo definiva «il mio comunista preferito».…

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Don Puglisi, ucciso dalla mafia e da «mandanti inconsapevoli». Un libro a 30 anni dall’omicidio

di Luca Kocci

«Sono passati trent’anni dalla sera del 15 settembre 1993, quando il caro don Pino Puglisi, sacerdote buono e testimone misericordioso del Padre, concluse tragicamente la sua esistenza terrena proprio in quel luogo dove aveva deciso di essere “operatore di pace”, spargendo il seme della Parola che salva, che annuncia amore e perdono in un territorio per molti “arido e sassoso”, eppure lì il Signore ha fatto crescere assieme il “grano buono e la zizzania”». Comincia con queste parole la lettera che papa Francesco – in cui, in maniera piuttosto sorprendente, non vengono mai usate le parole «mafia» o «Cosa nostra» – ha inviato a mons. Corrado Lorefice, arcivescovo di Palermo, in occasione del trentesimo anniversario dell’omicidio di don Pino Puglisi, il parroco palermitano che annunciava il Vangelo dal pulpito della sua chiesa e per le strade del suo quartiere, lavorando perché Brancaccio diventasse più vivibile – le lotte insieme ai cittadini per la scuola, i servizi sociosanitari, le fognature – e i suoi abitanti potessero liberarsi dal dominio mafioso.…

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Perchè l’11 settembre cileno ci riguarda ancora

di Tommaso Di Francesco

Il golpe orchestrato dagli Stati uniti sconvolse il mondo, e non bisogna dimenticare che dopo i consiglieri della Cia e gli istruttori militari del Pentagono arrivarono a Santiago, chiamati da Pinochet, i Chicago Boys, i campioni della scuola economica iperliberista di Milton Friedman

Il primo 11 settembre che stravolse le sorti del mondo non fu quello del 2001, pur epocale che, con l’abbattimento delle Torri Gemelle, colpì al cuore gli Stati uniti, rimasta l’unica super potenza dopo l’implosione dell’Urss.

Fu quello del 1973 in Cile con il golpe militare orchestrato dalla Cia e dal generale Augusto Pinochet contro il governo legittimo di Unidad Popular guidato dal presidente Salvador Allende in carica dal 1970.

Non proponiamo una lettura da “nemesi”, ma accadde prima delle Twin Towers e continuare a sottovalutarne la portata mondiale vuol dire relegare in un angolo uno stravolgimento violento e sanguinoso che segnò una ferita profonda, che apparve irreversibile nei rapporti internazionali. Non solo nell’intero continente latinoamericano – con lo sviluppo violento e militare elaborato dal Plan Condor con i golpe che seguirono in Argentina, Uruguay e Bolivia – ma anche in occidente, in Europa e segnatamente in Italia, condizionando pesantemente le strategie della sinistra.…

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La revisione del Pnrr del governo Meloni

di Gianfranco Viesti

Il Pnrr e il programma RePowerEU sono stati ridisegnati dal governo Meloni all’insegna di un forte controllo politico, privilegiando i sussidi alle imprese e i progetti energetici delle aziende pubbliche, e tagliando i progetti per città, ambiente e Mezzogiorno. Analisi di dettaglio della revisione.

Con la proposta di revisione del PNRR e la parallela indicazione dei progetti del nuovo programma europeo RePowerEU presentate il 27 luglio scorso, il governo Meloni sta cercando di dare una propria impronta politica all’insieme degli interventi, anche al fine di accrescere il proprio consenso. L’obiettivo è, in particolare, quello di consolidare il sostegno del tessuto imprenditoriale grazie alla concessione di copiosi incentivi, e di finanziare alcuni grandi progetti in campo energetico delle partecipate di Stato (delle quali ha da poco rinnovato integralmente i vertici con esponenti di propria fiducia). Le risorse vengono però reperite riducendo o posticipando una vasta gamma di interventi pubblici diffusi sul territorio, specie in ambito urbano e nella transizione verde.…

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Le mani sul cinema, la conquista del Centro

di Cristina Piccino

Con un «grande augurio» agli allievi – «che sono un’eccellenza del nostro Paese» – Marta Donzelli si è dimessa ieri dalla presidenza del Centro Sperimentale di Cinematografia.

Con lei si sono dimesse anche le due consigliere d’amministrazione Cristiana Capotondi e Guendalina Ponti – nel Cda c’era anche Andrea Purgatori, da poco scomparso, e ricordato da Donzelli con grande affetto. Le dimissioni sono arrivate all’indomani della conversione in legge del decreto Giubileo che entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore prevede la sostituzione del consiglio di amministrazione e del comitato scientifico della scuola – nonostante il mandato di Donzelli terminasse a marzo 2025.

Nella lettera di commiato Donzelli mette in primo piano la preoccupazione per una progettualità avviata con risultati ottimi, a cominciare dai fondi ottenuti del Pnrr, parte dei quali erano stati destinati al progetto di una sala della Cineteca – con l’acquisto, la ristrutturazione e la prossima riapertura del cinema Fiamma – che avrebbe così anche a Roma creato un sistema di programmazione e divulgazione del patrimonio filmico.…

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Le nuove mosse di Biden contro la Cina

di Vincenzo Comito

Iniziata da Trump, la strategia anticinese americana prosegue con Biden e crescenti pressioni verso alleati europei e imprese restii a recidere i legami con il paese asiatico. Ursula von der Leyen esegue, passando però dal “decoupling” – sganciamento economico – al “derisking”.

I risultati del decoupling di Trump 

Secondo le informazioni pubblicamente disponibili, è stato a suo tempo sotto la presidenza Obama, di cui ricordiamo il suo slogan Pivot to Asia, che il governo statunitense ha cominciato a preoccuparsi fortemente per la crescita cinese e da allora i tentativi di bloccare, o almeno di frenare, l’emergere del paese asiatico sulla scena mondiale sono diventati sempre più aggressivi, mentre ancora oggi non mostrano certo segni di indebolimento.

E’ con Trump che apparentemente si comincia a tentare di fare sul serio; il presidente, mentre invitava, peraltro con molto scarso successo, le imprese Usa a lasciare la Cina, introduceva dazi rilevanti su una parte consistente delle merci cinesi, mentre cercava al contempo di bloccare le tecnologie Huawei e ZTE nel 5G, spingendo i paesi alleati a fare altrettanto.…

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Con un Vhs cambiò forma e sostanza della politica

di Andrea Colombo

La data è il 26 gennaio 1994: quando le tv trasmisero il videmessaggio registrato dal Cavalier Silvio Berlusconi il giorno prima nella villa di Macherio. Annunciava la sua «discesa in campo» alla testa di un partito nuovo di zecca e non fu una sorpresa per nessuno.

Sorprendente, perché mai usato prima, era il metodo, quel videomessaggio studiato da chi ci sapeva fare con la pubblicità più che con la politica. Impensabile era il prodotto che stava per inondare la cittadella della politica: un partito a misura di leader, calibrato sulle attese degli elettori-acquirenti, pensato in tutto e per tutto in base a una logica di mercato.

Quel giorno nella politica italiana cambiò tutto.

CAMBIAVA LA FORMA. Da un momento all’altro la comunicazione politica della prima Repubblica diventò preistoria. Non c’è partito, oggi, che non si attenga alle regole dettate allora da Silvio Berlusconi, con il leader che fa da testimonial, la propaganda intesa come smercio di un prodotto politico e dunque giocoforza urlata, l’uso e l’abuso dei videomessaggi, pur se non più veicolati dalle arcaiche videocassette.…

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Nella ricerca del bene comune l’eredità di Moro

di Angelo Picariello

Quarantacinque anni fa veniva ritrovato, rannicchiato in una Renault rossa, il cadavere crivellato di colpi di Aldo Moro. Oggi viene da chiedersi, per provare a spiegarlo a chi non ha fatto in tempo a conoscerlo, come  sia potuto accadere che questo «uomo buono, mite, saggio, innocente ed amico», come lo definì Paolo VI in una cerimonia funebre priva delle sue spoglie mortali, senza una spiccata ambizione personale, senza il sostegno di un gruppo organizzato, si sia trovato a essere un uomo simbolo del potere su cui concentrare l’«attacco al cuore dello Stato» teorizzato dalla furia ideologica dei suoi rapitori che l’avrebbero assassinato. Viene in aiuto il lavoro portato avanti dalla Edizione nazionale delle opere di Aldo Moro, che «sta portando, come nelle attese, un grande passo avanti nel presentare a tutti gli italiani, e ai giovani in particolare, la sua personalità, per apprezzare cosa il Moro politico, cristiano, professore, uomo, sia effettivamente stato», spiega il coordinatore, lo storico Renato Moro, nipote dello statista.…

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Che inganno il presidenzialismo

di Domenico Gallo

C’è un male oscuro che affligge la democrazia italiana da molti anni, ma negli ultimi tempi si è alzata ancora di più la febbre che affligge il corpo politico. Il termometro per misurare questo malessere ce l’ha fornito l’ultimo turno delle elezioni politiche. Alle elezioni politiche del 25 settembre 2023 si è avuto il più basso tasso di partecipazione che si sia mai registrato nella storia della Repubblica italiana: ha votato meno del 64% degli aventi diritto. Il 36% del corpo elettorale si è astenuto dalla partecipazione alle elezioni. In termini assoluti, a fronte di circa 24 milioni di votanti, sono stati più di 16 milioni i cittadini italiani che hanno rinunziato allo strumento che in tutte le società democratiche consente di dare ingresso alle istanze dei cittadini nelle stanze del potere.

Anche coloro che si sono recati alle urne probabilmente non l’hanno fatto con grande entusiasmo poiché il sistema elettorale e la natura ademocratica dei partiti hanno sottratto agli elettori ogni possibilità di scelta delle persone che dovrebbero rappresentarli nelle assemblee elettive.…

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