L’acqua è politica

di Luca Carra

Giulio Boccaletti, direttore scientifico del Centro euromediterraneo sui cambiamenti climatici, si colloca all’intersezione tra politica, storia, geologia ed ecologia. Il suo libro Siccità analizza il tema dell’acqua e della sua gestione, sottolineando come, dopo millenni di stabilità climatica, l’Europa si trovi di fronte a nuove sfide relative alla risorsa idrica. Da Scienza in Rete.

Siccità (Mondadori, 2023) è un libro politico, anche se intessuto di dati e notazioni storiche geologiche ed ecologiche. E ci serviva proprio. Soprattutto adesso che il governo italiano ha finalmente liberato il Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici (Pnacc), peraltro oggetto di non poche critiche. E l’autore, Giulio Boccaletti, direttore scientifico del Centro euromediterraneo sui cambiamenti climatici, non lo nasconde. Dopo millenni di stabilità climatica, ora le risorse idriche nel continente europeo si comportano in un modo diverso rispetto al passato. I ghiacciai che si fondono, e che fra non molto spariranno, gli eventi estremi come siccità e alluvioni, gli eventi estremi in generale chiamano a nuove sfide.…

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Come tramandare la memoria della Shoah senza più testimoni?

di Roberto Righetto

Per Mottinelli solo un lavoro di integrazione tra ricostruzione storica e ricordo potrà proteggere quanto successo dal sensazionalismo e dal negazionismo

Chissà se oggi Liliana Segre incontrerebbe ancora Chiara Ferragni. Nella primavera del 2022 l’influencer si recò nella sua abitazione e volle poi visitare il memoriale della Shoah a Milano, dichiarando di essere in «un luogo di cui non conoscevo nulla» (sic!). La senatrice a vita disse: «La nostra è stata una visita semplice, da nonna a nipote, un incontro tra generazioni, ma anche un passaggio di testimone». Anche allora ci fu una piccola polemica, ma tutto sommato non ebbe tutti i torti su queste pagine Gigio Rancilio a scrivere che un messaggio positivo come quello del fare memoria, proprio per arrivare ai giovani, non dovesse rinunciare a prescindere dalla forza dei social.

L’episodio è rievocato da Enrico Mottinelli nel suo libro Auschwitz e il futuro della memoria, appena edito da Mimesis (pagine 232, euro 18,00), in cui il saggista, autore di vari studi sulla Shoah, fra cui Auschwitz.

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Antonio Negri, l’eresia comunista lunga una vita

di Roberto Ciccarelli

ATTIVO MAESTRO. Il filosofo e militante politico è scomparso a Parigi a novant’anni. Il racconto di una vita, a tratti epica, non senza contraddizioni, alla ricerca instancabile di “processi costituenti”: “Il comunismo è una passione collettiva gioiosa, etica e politica che combatte contro la trinità della proprietà, dei confini e del capitale”. Il «7 aprile» diventò per il Manifesto, con Rossana Rossanda, una battaglia politica e garantista

Antonio Negri è scomparso ieri a Parigi a novant’anni. La notizia è stata resa nota dai figli Anna, Francesco e Nina e dalla filosofa francese Judith Revel, compagna di vita da 27 anni.

Quella di Negri non è stata la storia di un intellettuale privato, l’avventura di un uomo di genio o al contrario di un mefistofelico «cattivo maestro». È stata la vita di un «militante comunista», così si è sempre definito, parte di un’esperienza collettiva, trasversale e conflittuale che ha legato più generazioni del Novecento a quelle attuali. Un percorso, a tratti epico, non senza contraddizioni, che ricorda quello di altri teorici e politici della storia del movimento operaio.…

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L’addio a Henry Kissinger, cent’anni di improntitudine

di Marina Catucci

IL SECOLO GREVE. Si è spento l’eterno segretario di Stato, «il criminale più amato dalla classe dirigente». Anche dopo essere uscito di scena con la presidenza Carter, l’influenza sua e delle sue idee è andata ben oltre la durata effettiva dei suoi mandati ufficiali

«Henry Kissinger, il criminale di guerra amato dalla classe dirigente americana, è finalmente morto». Così ha sobriamente titolato Rolling Stone l’articolo di Spencer Ackerman uscito poco dopo l’annuncio della morte del segretario di Stato più potente di tutti i tempi.

«L’infamia dell’architetto della politica estera di Nixon giace, eternamente, accanto a quella dei peggiori assassini di massa della storia. Una vergogna più profonda grava sul Paese che lo celebra», ha scritto Ackerman in un articolo ripreso e diffuso da tutta quella parte di America che lo aveva individuato come nemico sin dagli anni ’70, quando Nixon venne lo chiamò alla Casa Bianca come segretario di Stato, ruolo che ha mantenuto dal 1973 al 1976, passando attraverso due amministrazioni repubblicane, quella di Nixon e quella di Ford.…

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Meloni tra cesarismo e florivivaismo

di Guglielmo Regozzino

Il consiglio dei ministri del 3 novembre – alla vigilia cioè dello scherzo telefonico dei due comici russi Vovan (Vladimir Kuznetsov) e Lexus (Alexey Stolyarov) – in una sola ora ha varato tre provvedimenti: il disegno di legge costituzionale per l’elezione diretta del presidente o della presidente del consiglio, la governance del “Piano Mattei” e […]

“Ha detto ‘Brondo Melona, gome stai?’ Non potevo non crederci”. Sulla prima pagina della Repubblica di oggi, 4 novembre 2023, compare una caricatura di Giorgia Meloni che rievoca le parole del sorprendente  dialogo tra lei stessa, numero uno del governo italiano e il suo curioso interlocutore africano, messe in scena – parole inventate e premier che le ripete – dall’autore della vignetta e della presa in giro, Francesco Tullio Altan. Su questo si dirà, forse, più tardi. C’è ben altro.

  1. Il 3 novembre 2023, ore 11,42, alla vigilia dunque della Repubblica di Altan, Giorgia Meloni, coinvolgendo il suo governo, espone un documento che prevede una forte riforma costituzionale.
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L’insidia della Striscia, una doppia trappola per Israele

di Alberto Negri

 La trappola di Hamas a Gaza è scattata una prima volta e può entrare in azione anche un seconda perché un’azione militare massiccia nella Striscia presenta rischi altissimi che vanno dalla popolazione civile, ai militari, agli ostaggi

La trappola di Hamas a Gaza è scattata una prima volta e può entrare in azione anche un seconda perché un’azione militare massiccia nella Striscia presenta rischi altissimi che vanno dalla popolazione civile, ai militari, agli ostaggi. Gli esperti israeliani e internazionali ne sono convinti. Come sottolinea Sami Cohen professore a Science Po di Parigi e autore di molti libri sul Medio Oriente e Israele c’è stato un fallimento a due livelli, uno di intelligence, l’altro politico imputabile in gran parte a Netanyahu. Cohen è molto chiaro: i servizi di sicurezza interni, lo Shabak, fino qualche tempo erano ben informati su quanto accadeva a Gaza ma negli anni recenti hanno trascurato le fonti interne ad Hamas per affidarsi alla sorveglianza elettronica e ai “muri”.…

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La morte annunciata di una sinistra senza storia

di Marco Bevilacqua

Non solo in Italia, ma in generale nel mondo occidentale, oggi la sinistra sembra in crisi di identità, di rappresentanza, di credibilità. Ci si potrebbe chiedere: ha ancora senso una sinistra nel ventunesimo secolo? Ne parliamo con Mario Tronti, grande saggio del marxismo operaista, ex senatore della Repubblica e già parlamentare del Pd.

Professore, esiste ancora la sinistra?

La sua è una domanda difficile. La sinistra esiste ancora formalmente, ma ormai si è scavato un solco fra questa esistenza formale e la vita sociale e politica. Tale distanza può essere più o meno marcata a seconda del Paese. Negli Stati Uniti la sinistra, senza mai definirsi come tale, si è sempre identificata nel partito democratico, e comunque ha esercitato una certa forza attrattiva nei confronti della sinistra europea. In Europa, la socialdemocrazia tedesca possiede ancora sia la solidità organizzativa, sia la capacità di esercitare una presenza reale nel sistema politico. In Francia la sinistra si è ripresentata in forme nuove, in Spagna c’è un partito socialista al governo.…

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Giorgio Napolitano, il comunista che salì due volte al colle e divenne un re

di Andrea Colombo

Fu il primo del Pci a ottenere un visto per gli Usa. Avversario del Berlinguer della questione morale, a disagio per il boom 5S. Le forze politiche lo supplicarono di accettare il bis. Lui le umiliò in parlamento.

Quando si affacciò sulla scena pubblica, ad appena 17 anni, si faceva chiamare Tommaso Pignatelli, lo pseudonimo con cui firmò un volume di sonetti e che usava sul palcoscenico. Era appassionato di teatro, amico di Patroni Griffi e La Capria, attore. Era il 1942 e Giorgio Napolitano, come tutti nella sua generazione, faceva parte dei Guf, i Gruppi Universitari Fascisti. Già l’anno seguente li aveva abbandonati per avvicinarsi alla sinistra. Avrebbe preso la tessera del Pci nel 1945, per essere eletto deputato nel 1953. Al momento dell’uscita di scena, nel 2015, lo chiamavano re Giorgio: era stato in effetti più un monarca che un presidente.

NAPOLITANO È STATO «il primo» una quantità di volte. Il primo comunista a ottenere il visto per una serie di conferenze negli Usa, nel 1978: Kissinger lo definiva «il mio comunista preferito».…

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Don Puglisi, ucciso dalla mafia e da «mandanti inconsapevoli». Un libro a 30 anni dall’omicidio

di Luca Kocci

«Sono passati trent’anni dalla sera del 15 settembre 1993, quando il caro don Pino Puglisi, sacerdote buono e testimone misericordioso del Padre, concluse tragicamente la sua esistenza terrena proprio in quel luogo dove aveva deciso di essere “operatore di pace”, spargendo il seme della Parola che salva, che annuncia amore e perdono in un territorio per molti “arido e sassoso”, eppure lì il Signore ha fatto crescere assieme il “grano buono e la zizzania”». Comincia con queste parole la lettera che papa Francesco – in cui, in maniera piuttosto sorprendente, non vengono mai usate le parole «mafia» o «Cosa nostra» – ha inviato a mons. Corrado Lorefice, arcivescovo di Palermo, in occasione del trentesimo anniversario dell’omicidio di don Pino Puglisi, il parroco palermitano che annunciava il Vangelo dal pulpito della sua chiesa e per le strade del suo quartiere, lavorando perché Brancaccio diventasse più vivibile – le lotte insieme ai cittadini per la scuola, i servizi sociosanitari, le fognature – e i suoi abitanti potessero liberarsi dal dominio mafioso.…

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Perchè l’11 settembre cileno ci riguarda ancora

di Tommaso Di Francesco

Il golpe orchestrato dagli Stati uniti sconvolse il mondo, e non bisogna dimenticare che dopo i consiglieri della Cia e gli istruttori militari del Pentagono arrivarono a Santiago, chiamati da Pinochet, i Chicago Boys, i campioni della scuola economica iperliberista di Milton Friedman

Il primo 11 settembre che stravolse le sorti del mondo non fu quello del 2001, pur epocale che, con l’abbattimento delle Torri Gemelle, colpì al cuore gli Stati uniti, rimasta l’unica super potenza dopo l’implosione dell’Urss.

Fu quello del 1973 in Cile con il golpe militare orchestrato dalla Cia e dal generale Augusto Pinochet contro il governo legittimo di Unidad Popular guidato dal presidente Salvador Allende in carica dal 1970.

Non proponiamo una lettura da “nemesi”, ma accadde prima delle Twin Towers e continuare a sottovalutarne la portata mondiale vuol dire relegare in un angolo uno stravolgimento violento e sanguinoso che segnò una ferita profonda, che apparve irreversibile nei rapporti internazionali. Non solo nell’intero continente latinoamericano – con lo sviluppo violento e militare elaborato dal Plan Condor con i golpe che seguirono in Argentina, Uruguay e Bolivia – ma anche in occidente, in Europa e segnatamente in Italia, condizionando pesantemente le strategie della sinistra.…

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