Gli anni parigini di Toni Negri, maitre à penser della sinistra radicale francese

di Anais Ginori

Le amicizie, le interviste e il successo. Soffriva dell’esilio ma riteneva di aver fatto bene a fuggire

Si era rifugiato in Francia grazie alla dottrina Mitterrand, dopo un’avventurosa fuga in barca attraverso la Corsica. E anche se diceva che l’esilio gli pesava,  Toni Negri aveva trovato Oltralpe qualcosa di più di una protezione dai processi in Italia. Il “cattivo maestro” era già di casa nella Ville Lumière. Al momento del suo arresto, nella primavera del 1979, Negri era docente all’Ecole Normale Supérieure e all’Università di Parigi VII. Dopo il suo arrivo nella capitale francese nel 1983 aveva trovato un appartamento in boulevard Montparnasse, una nuova compagna, e grazie a una rete di amici e conoscenze lavorava per il ministero del Lavoro e insegnava all’Università Paris VIII.

La telefonata di Craxi

Il filosofo padovano era riverito dall’intelligentsia parigina, e protetto dalla sinistra al potere. Nelle sue memorie pubblicate nel 2004, l’ex ambasciatore francese a Roma, Gilles Martinet, racconta di una telefonata di Craxi.…

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Maastricht, 30 portati male

di Antonio Cantaro

Il nuovo ordine post bellico segnerà il declino dell’ordine di Maastricht e l’ascesa di un ordo-occidentalismo sempre più di marca atlantica? Dal nuovo sito fuoricollana.it diretto da Antonio Cantaro e Federico Losurdo ospitiamo uno dei contributi nel numero dedicato a “Russia, ieri oggi e domani”.

Trenta anni fa, mentre alcuni Stati europei discutevano il Trattato di Maastricht, arrivava nelle librerie di mezzo mondo il famigerato saggio di Francis Fukuyama La fine della Storia e l’ultimo uomo. Il testo teorizzava che la fine dell’Urss avrebbe aperto una nuova era di stabilità, con la democrazia liberale capace di diffondersi in tutto il mondo, portando benessere e crescita economica dappertutto. Presto nel corso di questi trent’anni e, segnatamente, nel corso di questi mesi, il mondo avrebbe decisamente cambiato direzione.

La Russia sta cambiando il mondo, ma forse anche il mondo (atlantico/occidentale) ha contribuito da tempo a cambiare la Russia. E, l’Unione ci ha messo del suo. A partire, in tempi recenti, dalla risoluzione del Parlamento Europeo del 19 settembre 2019 che sostanzialmente equiparava nazismo e comunismo e riscriveva la Storia della Seconda guerra mondiale in chiave revisionista.…

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Il valore della Liberazione come condanna della guerra

di Marco Revelli

Nella guerra delle bandiere che si annuncia per le manifestazioni del 25 aprile, vorrei che una, su tutte, colorasse quei cortei, ed è la bandiera multicolore della Pace. Perché quello era il vero valore, e il vero obiettivo, di chi combatté la «guerra di liberazione»: la fine della guerra. La fine di tutte le guerre. La condanna della guerra, come male non riparabile. E la ricerca della pace, come principio di civiltà contrapposto alla barbarie di ogni ideologia della morte.

Di cui il fascismo era (e portava sulle proprie divise) l’emblema. Per questo credo che non ci sia modo peggiore di celebrare il 25 aprile (di tradirne nell’essenza lo spirito) che sull’onda di questo accanimento, reiterato e prolungato oltre ogni limite, nell’aggressione alla principale associazione partigiana italiana, l’Anpi. Una polemica spesso volgare (penso a quell’irridente trasformazione della sua sigla in “Associazione nazionale putiniani d’Italia”), altre volte maligna, condotta contrapponendo anziani resistenti ad altri, e falsificante delle posizioni, quasi che fosse stata espressa un’equidistanza tra aggressori ed aggrediti che non emerge da nessuna presa di posizione ufficiale, anzi.…

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Pseudomenos

di Theodor W. Adorno*

…Quando i nazionalsocialisti cominciarono a seviziare e a torturare i detenuti politici, non si limitarono a gettare il terrore nei popoli, sia all’interno che all’esterno del Reich, ma erano tanto più sicuri di non essere smascherati tanto più l’orrore cresceva e dilagava senza limiti. Il carattere incredibile di quelle notizie permetteva di non credere a ciò che non si voleva credere per amore della pace e del quieto vivere, proprio mentre, nello stesso tempo, si capitolava di fronte ad esse. Quelli che tremano di paura cercano in tutti i modi di convincersi che molto di quello che si dice è frutto di esagerazione: ancora molto tempo dopo l’inizio della guerra i particolari di quello che accadeva nei campi di concentramento non erano graditi sulla stampa inglese. Nel mondo illuminato e senza pregiudizi ogni atrocità diventa necessariamente una horror story, una storia romanzesca e truculenta…

*(Minima moralia, 1951, tr. it., Einaudi, 1954, II, par.71, 122)…

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Quirinalizie, ovvero il virus del presidenzialismo

di Michele Martelli

Le autocandidature di Berlusconi e Draghi al Colle e l’abisso in cui rischia di sprofondare la nostra ormai debole democrazia parlamentare.

Tra pochi giorni, il 24 gennaio, iniziano le votazioni per il Quirinale. Nessuno sa come finirà. Si parla di lotteria, di roulette russa, di gioco dell’oca. A me viene in mente, con una valenza diversa dall’originaria, l’immagine lukácsiana del «Grand’Hotel Abisso»: l’abisso in cui i nostri autoreferenziali gruppi dirigenti, in una grave situazione di pandemia virale e perdurante crisi sociale, rischiano di sprofondare la nostra ormai debole democrazia parlamentare. Da due anni il Covid ci ha costretto a vivere in stato d’emergenza, ma l’emergenza istituzionale e la crisi sociale datano da oltre vent’anni. E portano il marchio di Berlusconi, finora il principale competitor di Draghi per il Colle.

Aldilà dell’incomparabile statura morale dei due, una cosa li unisce, apparentemente banale: l’autocandidatura. E per di più Draghi si autocandida al Quirinale nella condizione di Presidente del consiglio in carica.…

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Le via della seta occidentali

di Vincenzo Comito

Per rispondere alla Belt and Road Initiative messa in campo anni fa da Pechino, ora anche Washington e Bruxelles annunciano iniziative per aiutare i paesi in via di sviluppo a ammodernare le infrastrutture, anche di adattamento climatico. Ma non sono chiari progetti e fondi effettivamente impegnati.

Oltre la BRI

Da quando Joe Biden è stato eletto presidente degli Stati Uniti, la sua ossessione anticinese non ha conosciuto respiro e si sta trascinando dietro, sia pure con qualche borbottio, anche i paesi dell’UE.

Vogliamo in queste note esaminare un poco da vicino in particolare una delle più significative iniziative che vanno nel senso citato, quella messa in campo di recente per contrastare in qualche modo la nuova Via della seta cinese.

La Belt and Road Initiative, varata diversi anni fa dalla Cina ha presentato, come tutte le costruzioni umane, certamente dei problemi, fortemente amplificati nelle dichiarazioni dei governi e negli articoli della stampa occidentali, ma complessivamente è stata un successo di rilevanti dimensioni ed è stata accolta molto positivamente da decine di governi dei paesi in via di sviluppo ed anche da qualche paese a medio reddito.…

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Ddl Zan: la gerarchia esulta, ma Cei e Vaticano escono indeboliti

di Valerio Gigante

Viene chiamata “tagliola” (da non confondersi con la più nota “ghigliottina“, che impone un limite di tempo massimo alla discussione parlamentare, scaduto il quale si passa immediatamente alla votazione finale dell’intera legge) quella procedura prevista dall’articolo 96 del Regolamento del Senato: «Prima che abbia inizio l’esame degli articoli di un disegno di legge, un senatore per ciascun gruppo può avanzare la proposta che non si passi a tale esame». Nel caso del ddl Zan questa richiesta è stata avanzata il 27 ottobre scorso da Lega e Fratelli d’Italia. Al voto segreto (concesso tra molte proteste dalla presidente del Senato Elisabetta Casellati), 154 hanno votato a favore, 131 contro e 2 senatori si sono astenuti. Una volta approvata la “tagliola”, il disegno di legge di fatto si è arenato perché a quel punto, bloccandone l’iter parlamentare, la votazione equivale a una bocciatura del provvedimento. Ora – secondo lo stesso Regolamento del Senato – bisognerà aspettare almeno 6 mesi (in politica praticamente un’era geologica) affinché quel ddl, o un’altro sullo stesso argomento, una volta depositato, possa essere nuovamente calendarizzato da uno dei due rami del Parlamento per la discussione.…

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Addio a Salvatore Veca, decisivo l’incontro con Rawls

di Stefania Tarantino

 Il filosofo italiano è morto all’età di 77 anni. Equità, pluralismo, sostenibilità, sono al cuore della sua teoria della giustizia. Si era sempre impegnato perché si stipulasse un nuovo patto sociale tra scienza, sapere e società civile.

Se la filosofia italiana è riuscita a esprimere una sua originalità nel tenere insieme rigore analitico e passione argomentativa, superando la sterile débâcle tra filosofi continentali e filosofi analitici, lo deve – tra gli altri – a figure come quelle di Salvatore Veca. Morto ieri nella sua casa di Milano all’età di settantasette anni, era nato a Roma nel 1943. Appassionato di miti, di tragedie e di poesia greca, si era inizialmente iscritto alla facoltà di Lettere moderne alla Statale di Milano. Subito dopo però decise di passare a Filosofia, facoltà in cui si laureò nel 1966. La decisione fu presa senza tentennamenti dopo aver seguito un corso di filosofia teoretica tenuto da Enzo Paci, che divenne poi relatore della sua tesi di laurea con Ludovico Geymonat.…

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Con Bobbio, illuminati dal “lumicino della ragione”

di Rossella Guadagnini

Un saggio di Gaetano Pecora, appena edito da Donzelli, illustra il profondo laicismo del filosofo torinese, che riteneva molteplici le facce della verità e argomentava sull’etica a partire dalla pietra angolare della libertà di coscienza

“Il lumicino della ragione” è un’immagine a cui Norberto Bobbio teneva, ricorrendovi per spiegare il come e il perché del suo “convinto laicismo”, secondo la sua stessa definizione. La figura della piccola luce ripresa dal filosofo Locke, ben si addice infatti a illustrare un atteggiamento che trova riscontro nella concezione di uno Stato il quale, nel conflitto tra religione e ateismo, non prende posizione né per la credenza, né per la miscredenza.

E lascia così che ognuno segua i percorsi di una propria, autentica spiritualità. È questa una prospettiva che sarebbe assai valida nel caso di numerosi temi (bio)etici e sociali che tanto stanno surriscaldando il dibattito attuale: a volerne citare uno solo per tutti, ad esempio, c’è il fine vita: l’eutanasia è effettivamente un diritto oppure no?…

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Pensare oltre i confini. Un’etica della migrazione

di Afaf Ezzamouri

I fenomeni migratori hanno da sempre caratterizzato la storia dell’umanità. Sono una realtà con la quale è necessario fare i conti e vanno dunque studiati, compresi e adeguatamente affrontati. Lo spiega Julian Nida-Rümelin – professore ordinario di filosofia e teoria politica all’Università di Monaco di Baviera, nonché ministro della cultura durante il primo governo Schröder. Il saggio Pensare oltre i confini.Un’etica della migrazione, pone al centro della riflessione la componente etico-normativa, che permette a Nida-Rümelin di sviluppare quella che definisce “politica migratoria coerente” (p. 10). Si fa qui riferimento ad un’etica intesa in senso lato e ad un realismo etico fortemente sostenuto da Ronald Dworkin e Thomas Nagel, che l’autore stesso considera i suoi pochi alleati nella filosofia contemporanea. Ciò a cui instancabilmente punta il docente – e più in generale questa scuola di pensiero – è di «scoprire che cosa dovremmo fare, non ciò che comunemente si ritiene che andrebbe fatto; ciò che effettivamente va fatto, non ciò che sarebbe accettabile per un’ideale comunità di discorso» (p.…

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