Firenze città operatrice di pace: che fare oggi?
di Moreno Biagioni
Sono passati più di 30 anni da quando il Consiglio comunale dichiarò, quasi all’unanimità (anche se piuttosto a malincuore da parte di alcune componenti politiche), Firenze “città operatrice di pace”. Era un provvedimento che prendeva spunto da una serie di atti che l’avevano più volte vista operare in questo senso, a partire, per esempio, dalle finestre chiuse dell’Arcivescovado, tenute serrate da Elia Dalla Costa in mezzo a un tripudio di balconi imbandierati a festa nel maggio del 1938, durante la visita di Hitler a Firenze, accompagnato dal suo degno compare Mussolini, una chiusura che rendeva evidente l’opposizione del prelato al nazi-fascismo, avviato sulla strada della guerra al mondo intero.
Un impegno per la pace ripreso in pieno dal sindaco Giorgio La Pira negli anni ‘50 con il suo prodigarsi per unire le città del mondo, da Mosca a New York (impresa non facile in un’epoca di “guerra fredda” fra l’Ovest ad egemonia statunitense e l’Est guidato dall’Unione Sovietica), contro la prospettiva di nuovi conflitti armati, e di uso delle armi atomiche, che si affacciava minacciosa all’orizzonte.…
Leggi tutto