L’ultimo scritto di Papa Francesco

di Papa Francesco

Il testo della prefazione del libro del cardinale Scola sulla vecchiaia: «Viviamo questo tempo della vita come una grazia e non con risentimento»

Ho letto con emozione queste pagine uscite dal pensiero e dall’affetto di Angelo Scola, caro fratello nell’episcopato e persona che ha rivestito servizi delicati nella Chiesa, ad esempio nell’essere stato rettore della Pontificia Università Lateranense, in seguito patriarca di Venezia e arcivescovo di Milano. Anzitutto voglio manifestargli tutto il mio ringraziamento per questa riflessione che unisce esperienza personale e sensibilità culturale come poche volte mi è accaduto di leggere. L’una, l’esperienza, illumina l’altra, la cultura; la seconda sostanzia la prima. In questo intreccio felice, la vita e la cultura fioriscono di bellezza. Non inganni la forma breve di questo libro: sono pagine molto dense, da leggere e rileggere. Colgo dalle riflessioni di Angelo Scola alcuni spunti di particolare consonanza con quanto la mia esperienza mi ha fatto comprendere. Angelo Scola ci parla della vecchiaia, della sua vecchiaia, che – scrive con un tocco di confidenza disarmante – «mi è venuta addosso con un’accelerazione improvvisa e per molti aspetti inaspettata».…

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Vi parlo al cuore

di Valentina Cuccia

Mons. Luis Marín de San Martín, curatore di questo libro, ha il merito di aver ricostruito il percorso umano e spirituale di Giovanni XXIII attraverso le sue lettere, gli appunti e i documenti, permettendo così al lettore di conoscere profondamente la vita e la santità di questo papa canonizzato nel 2014. L’opera infatti aiuta a scoprirlo nei suoi pensieri, nella sua storia, nella sua umiltà e anche nella sua disponibilità a divenire strumento dello Spirito Santo.

Dalla biografia si nota come papa Roncalli sia rimasto molto legato al paese natio di Sotto il Monte, dove era vissuto assieme alla sua famiglia, assimilandone i valori e gli insegnamenti religiosi. La Provvidenza poi, come egli stesso ha scritto, gli fece percorrere le vie del mondo, come nunzio apostolico, in Oriente e in Occidente, incontrando gente diversa per religione e ideologia e conservando sempre un equilibrio tra l’apprezzamento dei loro valori e la fermezza dei propri princìpi cattolici.

Le sue parole e la sua testimonianza di vita sono uno stimolo a seguire meglio le orme di Gesù.…

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La forza delle donne nell’opporsi al male della Shoah

di Roberto Righetto

Sono le “Antigoni del Vangelo”, quelle capaci di opporsi a violenze, discriminazioni e dittature. Come Sophie Scholl, che nella Germania di Hitler fondò la Rosa Bianca contro il nazismo

E venne l’ora delle “Antigoni del Vangelo”: donne che nel corso del ‘900 e in questo secolo sono state capaci di esprimere una forza d’animo e una resistenza morale in grado di opporsi a violenze, discriminazioni e dittature. Non tutte solo grazie alla loro fede cristiana. Alcune certamente sì: da Sophie Scholl, che con il fratello Hans creò il movimento Rosa Bianca nella Germania nazista pagando con la vita la sua opposizione, a Dorothy Stang, che ha combattuto contro l’oppressione dei più poveri in Brasile, è stata assassinata nel 2005 e celebrata da papa Francesco nel Sinodo sull’Amazzonia. Altre hanno lottato in nome dei diritti umani, della libertà e della giustizia, come Milena Jesenska, Margarete Buber-Neumann, Nadejda Mandelstam, Stefania Shabatura e la giustamente celebrata Etty Hillesum. Ma tutte a buon diritto fanno parte del volume Les Antigones de l’Evangile di Denis Lensel, pubblicato oltralpe dalle edizioni Artège con la prefazione di Anne-Marie Pelletier.…

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Gustavo Gutierrez: la Chiesa, i poveri, la teologia

di Severino Dianich

Gustavo? Gustavo era lui, Gustavo Gutierrez. È uso dei latimoamericani di conoscersi per nome, anche a livello internazionale, e di chiamarsi per nome. Ma Gustavo Gutierrez è, e resta, quel Gustavo, lui e non altri, che nel suo far teologia ha avuto un’intuizione di fede, che ha determinato tutta una stagione di fervidi dibattiti nella Chiesa e vi ha impresso una spinta in avanti di grande importanza.

Lo avevo incontrato la prima volta nel 1980 in un convegno organizzato dopo il Concilio dal professor Alberigo a Bologna (c’era anche Congar, portato in carrozzella da padre Legrand). Da Lione vi erano venuti, per suo invito, destinati a diventare grandi amici, anche Manuel Vassallo, morto prematuramente dopo una vita spesa nel servizio pastorale ai poveri del Surandino. e Carlos Castillo Mattasoglio, oggi arcivescovo di Lima e cardinale, a quel tempo, suoi allievi. Ci siamo incontrati altre volte, a Seveso in un Congresso dell’Associazione Teologica Italiana (nel sito dell’ATI è visibile la registrazione del suo intervento) e a Lima più di una volta, ma particolarmente caro mi è il ricordo di Gustavo, in una sera d’estate, con altri amici, a cena sotto il pergolato, fra la cucina e l’orto della canonica di Caprona.…

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Giovanni XXIII

di Giovanni Emidio Palaia

Questo volume è stato pubblicato dalla Fondazione Papa Giovanni XXIII di Bergamo. Parafrasando ciò che papa Giovanni dice del suo rapporto con Dio, si può affermare lo stesso riguardo al suo legame con i santi. Il «Papa della bontà», e prima ancora il sacerdote e vescovo Angelo Giuseppe Roncalli, fin dagli anni del seminario viveva quotidianamente in compagnia di Dio e dei santi.

Come viene evidenziato nell’Introduzione da Ezio Bolis, per Giovanni XXIII la devozione ai santi non costituisce una manifestazione secondaria o immatura della fede cristiana, bensì una sua espressione genuina e robusta, radicata nella dottrina cattolica della comunione dei santi. Bolis aggiunge che, secondo Giovanni XXIII, i santi lasciano sempre un segno dove passano. Questo concetto emerge chiaramente negli scritti raccolti nel volume, dove Roncalli, sia nei suoi scritti personali sia nel corso del suo pontificato, ha cercato di cogliere i fili della Provvidenza che si manifestano attraverso i santi, nel loro cammino terreno, nei loro scritti e nella loro intercessione.…

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Corpo, potere, vulnerabilità. 11 settembre 1973, Cile

di Diamela Eltit

L’11 settembre 1973, cingendo d’assedio il palazzo de La Moneda dove era rifugiato il presidente Salvador Allende, il generale Pinochet rovesciò il governo democraticamente eletto. Il golpe e la dittatura hanno rappresentato per il Paese un trauma collettivo che si è protratto ben più a lungo della sua effettiva durata e con il quale gli intellettuali cileni stanno ancora facendo i conti. All’epoca dei fatti Diamela Eltit, scrittrice tra le più influenti di tutto il Sud America, aveva solo 24 anni. In Errante, erratica. Pensare il limite tra letteratura, arte, politica (a cura di Laura Scarabelli, Mimesis Edizioni), di cui proponiamo di seguito un breve estratto, Eltit ci accompagna tra gli spettri della dittatura e ricostruisce l’angoscia di quel periodo.

Voglio tornare all’11 settembre e al suo impressionante dispiegamento scenografico già primordialmente marcato da quei segni che si sarebbero poi moltiplicati per 17 lunghi anni. Quel giorno le uniformi dei soldati tappezzate da distintivi, i volti scolpiti, le armi in posizione d’attacco, furono figure decisive in grado di rappresentare l’atmosfera di una guerra che sembrava evocare la ben nota cinematografia hollywoodiana bruscamente trasferita alla neutra e circoscritta città di Santiago.…

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Fascismo e populismo

di Domenico Pizzuti

Questo libro di Antonio Scurati è una felice sorpresa per chi non ha seguito le fatiche letterarie dello scrittore, specialmente il primo romanzo dedicato al fascismo e a Benito Mussolini, M. Il figlio del secolo (2018).

Le aspirazioni letterarie dell’A. coincidono con il desiderio di «raccontare gli antifascisti, non certo i fascisti»: «Formatomi nella cultura antifascista del tardo Novecento, incentrata sul “mito resistenziale”, cioè sul racconto della Resistenza al nazifascismo come narrazione fondativa della nostra democrazia, non ho mai subìto la fascinazione – nemmeno intellettuale e artistica – della figura del duce del fascismo» (pp. 18 s.). Perciò l’A. ha voluto narrare «il fascismo attraverso l’antifascismo». Se questa rivoluzione narrativa non fosse avvenuta, il fascismo sarebbe rimasto il grande rimosso della coscienza nazionale e, come uno spettro, avrebbe continuato a infestare la nostra casa comune.

Questo progetto, concepito per il volume M. Il figlio del secolo, è l’ispirazione del presente scritto, che continua una rivoluzione narrativa su solida base storica.…

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Il lavoro non è una merce

di Sergio Mattarella

Il messaggio del presidente della Repubblica in visita al distretto alimentare di Cosenza

Primo maggio, Festa del Lavoro. Dunque Festa della Repubblica, che i costituenti hanno voluto fondare proprio sul lavoro. Come disse all’Assemblea Costituente il primo tra i proponenti di questa formula, Fanfani, “fondata non sul privilegio, non sulla fatica altrui”, ma sul lavoro di tutti. È un elemento base, quindi, della nostra identità democratica. Non si tratta soltanto di un richiamo ai valori di libertà e di eguaglianza ma dell’indicazione di un modello sociale vivo, proiettato verso la coesione e la solidarietà.

Capace, quindi, di rimuovere continuamente, nel corso del tempo, gli ostacoli che sottraggono opportunità alle persone e impediscono il pieno esercizio dei diritti. Il lavoro è legato, in maniera indissolubile, alla persona, alla sua dignità, alla sua dimensione sociale, al contributo che ciascuno può e deve dare alla partecipazione alla vita della società.

Il lavoro non è una merce. Ha un valore – lo sappiamo – nel mercato dei beni e degli scambi.…

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Don Minzoni

di Massimo Gnezda

Il 23 agosto 2023 si è celebrato il centesimo anniversario del martirio di don Giovanni Minzoni. L’agile e scorrevole biografia proposta dall’A. riesce nell’intento di offrirci un profilo completo del parroco di Argenta, partendo dall’infanzia, dalla formazione umana, culturale (conseguì a Bergamo la laurea in Scienze sociali) e religiosa, e soffermandosi inoltre sul periodo della Grande Guerra, a cui partecipò facendosi reclutare come cappellano militare. Don Minzoni, ufficiale nel 255° reggimento fanteria della brigata Veneto, si contraddistinse anche per gesta eroiche, che consentirono di evitare la perdita di molte vite. Per questo nel giugno del 1918 fu decorato di medaglia d’argento «alla presenza del duca d’Aosta e del generale Diaz» (p. 84). Si delinea così l’eroismo di un uomo di pace, sempre pronto a impedire che le dinamiche degli scontri degenerassero, come quando evitò che un gruppo di austriaci fatti prigionieri venissero uccisi sommariamente. Don Minzoni, anche nel vortice distruttivo della guerra, rimase un pastore e un lettore attento e critico degli eventi.…

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L’antisemitismo dopo Auschwitz

di Marco Impagliazzo

Nel romanzo autobiografico “Mia sorella Antigone” la scrittrice ebrea tedesca Grete Weil, sfuggita alla deportazione durante la guerra, scrisse in maniera tormentata che «più il tempo passa, più Auschwitz si avvicina». Quel campo di concentramento fu infatti l’esito terribile di un lungo percorso di antisemitismo, che non è stato sconfitto una volta per tutte, anzi può riemergere, come abbiamo visto riemergere anche oggi. È doloroso celebrare quest’anno il Giorno della Memoria mentre è in corso la guerra tra Israele e Hamas. Proprio per questo, però, il 27 gennaio deve essere messo in primo piano e aiutare tutti a riflettere sui tempi che viviamo.

L’antisemitismo infatti è un fenomeno complesso, multiforme, che ha avuto un peso enorme nel corso della storia. Sarebbe un errore credere che sia un problema solo per gli ebrei: riguarda tutti, perché tocca questioni fondamentali come l’identità, l’inclusione e l’esclusione, l’utilizzo politico e ideologico delle religioni, la democrazia. È, in altre parole, una questione cruciale per la società intera perché mette in gioco la possibilità o meno di vivere assieme in maniera pacifica e di superare l’idea che il diverso da sé sia un nemico.…

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