Il Leone mansueto? Il Conclave elegge Robert Prevost
di Valerio Gigante e Ludovica Eugenio
Quello che succede all’interno di un Conclave è tradizionalmente coperto da segreto. Ma nel corso dei mesi successivi all’elezione di un papa le notizie cominciano a trapelare, fino a comporre un quadro abbastanza dettagliato (anche se non documentabile) di come sono andati gli scrutini, spesso con il dettaglio dei voti.
Sarà forse così anche per questo Conclave, concluso alla quarta votazione l’8 maggio alle 18.07 con la fumata bianca cui è seguito l’annuncio dell’elezione di Robert Francis Prevost, che ha assunto il nome di Leone XIV.
Il favorito era un altro, il card. Pietro Parolin, giunto in Conclave con un discreto sostegno e la speranza di guadagnare ulteriori consensi. Durante la messa pro eligendo pontifice un cardinale esperto come il card. Re, decano del Collegio cardinalizio, si era avvicinato rivolgendogli un saluto informale, ma carico di significato: «Auguri doppi». Sembrava l’implicito endorsement in vista dell’imminente Conclave di quei settori della Chiesa e della Curia che vedevano nell’ex segretario di Stato una continuità nella politica multilaterale, di progressiva distanza dagli Stati Uniti e di avvicinamento ai Paesi dell’Est, Cina in testa.…
Leggi tuttoFrate Leone (fra storia e profezia)
di Tonio Dell’Olio
Nelle fonti francescane è attestata l’intima amicizia di Francesco d’Assisi con Frate Leone, un presbitero che con ogni probabilità veniva da Viterbo se non della stessa Assisi e che aderì all’ordine dei minores in un secondo tempo. Sta di fatto che ben presto divenne confessore e secretarius di Francesco, ovvero custode dei segreti del santo di Assisi. È certo che, in quanto litteratus e conoscitore del latino, frate Leone fu amanuense. L’attestazione più solenne di questa sua attività la troviamo nel celebre racconto “De vera et perfecta laetitia” in cui Francesco ripete più volte l’esortazione: “Scrivi frate Leone”. Un dotto, quindi, e amico di Francesco di cui godeva stima e fiducia. Un frate preoccupato di raccogliere i segreti del santo assisiano e di metterli per iscritto. Insomma, se è vero che il riferimento per la scelta del nome di Papa Leone XIV è il Leone della Rerum Novarum, forse non va trascurata anche quella del pontefice che prende il nome di colui che accoglie i processi avviati dal suo predecessore e li fissa per la storia e per la Chiesa. …
Leggi tuttoIl 25 aprile disobbediente: cortei ovunque
di Luciana Cimino
L’invito alla sobrietà del governo ha avuto l’effetto opposto. Il 25 aprile sarà celebrato in tutta Italia, come di consueto, al netto di qualche sindaco troppo zelante che ha colto l’occasione per esaudire il desiderio malcelato di saltare la ricorrenza.
SUCCEDE A Cinisello Balsamo dove il comune ha deciso di non far intervenire le associazioni partigiane e di vietare le bandiere alla commemorazione ufficiale. «È vergognoso che il sindaco interpreti la sobrietà richiesta nelle giornate del lutto nazionale con la sospensione del comizio dell’Anpi – ha dichiarato Luca Stanzione, segretario generale Cgil Milano -. Poco sobria è la strumentalizzazione con cui si usa la morte del papa per oscurare il ricordo di altre morti, credo sia necessario disobbedire e tenere il comizio già programmato».
A Foligno sono stati annullati l’esibizione della Filarmonica di Belfiore e gli interventi in piazza. Scelta contestata dal M5S perché «rischia di compromettere il doveroso omaggio alla Resistenza, il timore è che venga meno un impegno chiaro nel celebrare un passaggio storico essenziale per la nostra democrazia».…
Leggi tuttoLa lettera a un partigiano di Don Primo Mazzolari
di Primo Mazzolari
Don Primo Mazzolari sostenne la Resistenza nelle campagne della bassa mantovana e cremonese: dopo il 1945 condannò la violenza e il persistere degli odi e colse la necessità di una pacificazione tra le opposte parti, rifiutando però di mettere sullo stesso piano la Resistenza e il fascismo: come dimostra lo scritto che proponiamo in queste colonne, tratto dal volume di Primo Mazzolari, La Resistenza dei cristiani (a cura di Giorgio Del Vecchio; Edb, pagine 124, euro 15,00).
Quasi non ti riconosco, tanto ti sei fatto amaro e sfiduciato. Dov’è il tuo bel coraggio, e quel tuo vedere ilare e sicuro che ti rendeva amabilissimo nei bivacchi e trascinante nell’azione? Le grandi amarezze nascondono delle grandi delusioni e mettono alla prova i nostri grandi amori; ma se uno vi resiste e si mantiene fedele egualmente alle persone o alle cause che sembrano venirgli meno, egli ama veramente. Hai dato alla Patria due anni d’Africa, diciotto mesi di Russia e altrettanti di montagna dopo esserti miracolosamente salvato dai tedeschi l’8 settembre.…
Leggi tuttoL’ultimo scritto di Papa Francesco
di Papa Francesco
Il testo della prefazione del libro del cardinale Scola sulla vecchiaia: «Viviamo questo tempo della vita come una grazia e non con risentimento»
Ho letto con emozione queste pagine uscite dal pensiero e dall’affetto di Angelo Scola, caro fratello nell’episcopato e persona che ha rivestito servizi delicati nella Chiesa, ad esempio nell’essere stato rettore della Pontificia Università Lateranense, in seguito patriarca di Venezia e arcivescovo di Milano. Anzitutto voglio manifestargli tutto il mio ringraziamento per questa riflessione che unisce esperienza personale e sensibilità culturale come poche volte mi è accaduto di leggere. L’una, l’esperienza, illumina l’altra, la cultura; la seconda sostanzia la prima. In questo intreccio felice, la vita e la cultura fioriscono di bellezza. Non inganni la forma breve di questo libro: sono pagine molto dense, da leggere e rileggere. Colgo dalle riflessioni di Angelo Scola alcuni spunti di particolare consonanza con quanto la mia esperienza mi ha fatto comprendere. Angelo Scola ci parla della vecchiaia, della sua vecchiaia, che – scrive con un tocco di confidenza disarmante – «mi è venuta addosso con un’accelerazione improvvisa e per molti aspetti inaspettata».…
Leggi tuttoGiovanni XXIII e Papa Francesco, due “uomini dei tempi bui”
di Andreas Goncalves Lind
Introduzione
Pubblicato nel 1968, il libro Men in Dark Times[1] ha ancora qualcosa da dire ai nostri giorni. Hannah Arendt lo ha scritto molto tempo fa, è vero, e l’opera consiste in una raccolta di saggi dedicati a personaggi che hanno vissuto la maggior parte della loro vita durante la prima metà del secolo scorso, ad eccezione di Lessing[2].
Eppure, una luce risplende nella vita di queste persone che ci hanno preceduto: il fatto che alcuni di loro non abbiano mai perso la loro integrità nel difficile contesto in cui hanno vissuto. Questo è per noi oggi non solo un promemoria dei pericoli ideologici che ancora ci minacciano, ma anche un lievito di speranza in un’umanità che, sebbene spesso nascosta, ci incoraggia per il futuro.
Infatti, il mondo in cui Arendt ha vissuto con i personaggi la cui vita è per lei un leitmotiv della sua riflessione, si è lasciato avvelenare dalle ideologie totalitarie che hanno segnato il secolo scorso.…
Leggi tuttoAgli sfruttati non serve la carità ma la lotta
di Luciana Castellina
In questo momento di grande tristezza per tanti nel mondo, una moltitudine di cui faccio parte anche io, di una cosa almeno sono contenta, anzi fiera: che sia stato il nostro manifesto nel 2016 a pubblicare e a distribuire insieme al quotidiano un libro che contiene uno dei più belli, e più significativi, discorsi di Bergoglio.
E questo in un tempo in cui ancora era possibile che altra pur paludata stampa uscisse con titoli come questi: «Papa Francesco benedice i centri sociali»; «Bergoglio incontra il Leoncavallo»; «Zapatisti, marxisti, Indignados, tutti dal papa». (In seguito capirono che era troppo impopolare ricorrere a questo tono di ironico sprezzo quasi che Papa Francesco fosse un secondario personaggio qualsiasi, sicché si corressero un poco).
Il libro di cui il nostro giornale si fece editore uscì in occasione dell’Incontro mondiale dei movimenti popolari (Emmp) a Roma, presenti fra gli altri un singolare e fino a poco prima presidente dell’Uruguay e prima guerrigliero Tupamaros, Pepe Mujica, la ben nota Vandana Schiva, assente invece l’invitato Bernie Sanders perché impegnato nella campagna elettorale americana.…
Leggi tuttoAddio a Francesco, il Papa che ha smosso le mura della Chiesa
di Luca Kocci
L’annuncio è arrivato ieri poco prima delle 10 da parte del cardinale camerlengo Farrell: «Alle ore 7.35 di questa mattina il vescovo di Roma, Francesco, è tornato alla casa del Padre. La sua vita tutta intera è stata dedicata al servizio del Signore e della sua chiesa. Ci ha insegnato a vivere i valori del Vangelo con fedeltà, coraggio e amore universale, in modo particolare a favore dei più poveri e emarginati». In serata la comunicazione ufficiale delle cause della morte: ictus celebrale e collasso cardiocircolatorio irreversibile.
UNA NOTIZIA INATTESA, nonostante tutto. Bergoglio negli ultimi mesi è stato molto male – 38 giorni di ricovero al policlinico Gemelli per una polmonite bilaterale -, ha avuto due momenti di grave crisi che avrebbero potuto essere fatali. Poi si è ripreso, il 23 marzo è rientrato in Vaticano, in queste quattro settimane ha incontrato persone, giovedì scorso è uscito per qualche ora per un breve saluto ai detenuti di Regina Coeli.…
Leggi tuttoLa testimone. “Come un padre nella vita della Chiesa e nella mia”
di Stefania Falasca
Le parole sono diventate tutte inutili quando da Casa Santa Marta, ieri mattina, lunedì di Pasqua, ci hanno annunciato la morte di papa Francesco. È venuto a mancare il padre e siamo diventati orfani nel giorno più importante, centrale della storia della salvezza, il giorno che celebra la «tomba vuota», l’apice del mistero pasquale, il segno del riscatto, della risurrezione.
“Potreste avere anche diecimila pedagoghi in Cristo, ma non certo molti padri, perché sono io che vi ho generato in Cristo Gesù, mediante il Vangelo” (1 Cor 4,15): è proprio infatti parlando di questa paternità di ordine soprannaturale che san Paolo poteva dire ai Corinti di essere loro padre, e così è per chi chiamiamo “Papa”, che significa “padre”. Un padre che viene a mancare in questo giorno centrale della historia salutis significa molto nell’economia della storia di grazia, non solo per la Chiesa. E al tempo stesso, di colpo, ci porta con altezza lacerante a guardare quali effettivamente siano le esigenze più profonde di questa travagliata cristianità.…
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