L’8 settembre sulla prima pagina del “Corriere della sera”

di Dino Messina

C’è un prima e un dopo l’8 settembre 1943, una data che continua a condizionare la nostra memoria collettiva. A leggere le due prime pagine dedicate all’armistizio con gli angloamericani dal “Corriere della sera” del 9 settembre, una per l’edizione del mattino e una per quella del pomeriggio, vengono in mente le immagini del “tutti a casa”, del disfacimento del nostro esercito lasciato senza una direzione, della fuga del re. E affiora anche il dilemma se in quei giorni si consumò la “morte della patria” o si seminarono con gli embrioni di Resistenza i semi della rinascita.

Gli articoli preparati a Milano in via Solferino, nella redazione romana, o datati Berna, Berlino, Sciangai (scritto così) hanno la potenza di evocarci una storia avvenuta prima e dopo ma nello stesso tempo ci riconducono alla realtà e alle sensazioni di quel giorno. Come venne accolto il breve messaggio radiofonico letto dal generale Pietro Badoglio, alle 19,42 nella sede dell’Eiar? “Il governo italiano, riconosciuta l’impossibilità di continuare l’impari lotta contro la soverchiante potenza avversaria, nell’intento di risparmiare più gravi sciagure alla Nazione, ha chiesto un armistizio al gen.…

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Un’autobiografica svolta di Resistenza

di Massimo Raffaeli

8 SETTEMBRE. Corrado, Milton e Ulisse: formazioni partigiane tra romanzo e memoir di scrittori come Cesare Pavese, Beppe Fenoglio e Davide Lajolo

L’8 settembre è la svolta che muta il destino di una generazione allevata dal fascismo nell’illusione di una italianità rediviva e, anzi, rivoluzionaria. Che lo stesso regime fosse viceversa una forza reazionaria, organica al grande capitale e alle istituzioni più retrive (a cominciare dalla Chiesa di Pio XI e, maxime, di Pio XII), quei giovani nati o maturati nel primo dopoguerra lo appresero tra la guerra civile spagnola e l’esito, presto rovinoso, della seconda guerra mondiale.

La caduta del regime, l’uscita degli antifascisti dalla condizione di clandestinità o di esilio, il progressivo organizzarsi della Resistenza segnarono dunque l’apice della Bildung generazionale.

NE SONO ESEMPIO (e tutti afferenti all’alveo da cui la Resistenza scaturì, il Piemonte orientale) due grandi romanzi e un memoir di alto valore letterario a firma rispettivamente di Cesare Pavese, Beppe Fenoglio e Davide Lajolo, caratterizzati da un’evidente impronta autobiografica che ne declina in maniera ogni volta differente il decorso.…

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Poetiche del testo filosofico

di Matilde Mezzadri

Pubblicato da Eleonora Caramelli per Carocci, il volume Poetiche del testo filosofico. Hegel, Merleau-Ponty e il linguaggio letterario si inserisce appieno nel dibattito filosofico contemporaneo in merito all’analisi della prismatica relazione tra filosofia e letteratura. Il testo, dopo un’introduzione storica e filologica al rapporto di intersezioni e distanze intessuto dalle due discipline, si dirama in due direzioni principali: mentre la prima incornicia il legame tra filosofia e letteratura nel contesto della riflessione estetica di Hegel, con particolare attenzione alla lettura del filosofo tedesco dell’Antigone di Sofocle, la seconda prende le mosse dalla filosofia di Merleau-Ponty e dal dialogo che egli instaura con autori quali Michel de Montaigne, Stendhal e Marcel Proust. Caramelli specifica sin da subito tanto l’arbitrarietà quanto la funzionalità della scelta di «scrivere un libro di filosofia con» questi autori, tanto distanti nel tempo e nello spazio (p. 36); nonostante ciò, nel corso del testo l’autrice si propone di avvicinarli, evidenziando la loro comune volontà di criticare e sperimentare il linguaggio filosofico.…

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Macron capovolge le urna: per il governo un patto con Le Pen

di Anna Maria Merlo

Primo ministro il gollista di destra Michel Barnier, politica-business al sicuro (e Confindustria esulta). Schiaffo alla sinistra che ha vinto. Il colpo di coda dell’Eliseo inverte l’esito del voto e spalanca la porta all’ultradestra.

Il Nuovo Fronte Popolare è arrivato in testa alle legislative anticipate e 60 giorni dopo il voto, dopo settimane di indecisioni, voilà la surprise du chef: Emmanuel Macron ieri a metà giornata ha nominato primo ministro Michel Barnier, esponente di Lr, il partito che è arrivato praticamente ultimo alle elezioni, 6,5% al primo turno e 47 deputati. Indignazione a sinistra, «crisi di regime» per il socialista Olivier Faure, «voto rubato» per Jean-Luc Mélenchon, a favore di uno «xenofobo» secondo la France Insoumise, «gesto del braccio ai francesi» per il Pcf, «uno scandalo» per i Verdi, che ricordano che Barnier non ha preso posizioni a favore di un «fronte repubblicano» contro l’estrema destra. Ma anche «inquietudine» per Greenpeace e altre ong écolo. Freddezza a Renaissance, il partito di Macron, che rifiuta di «fare un assegno in bianco» al nuovo primo ministro.…

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L’intelligenza del futuro

di Betty Varghese Il libro presenta la differenza qualitativa tra l’intelligenza naturale e quella che impropriamente viene chiamata «intelligenza artificiale» (IA). E lo mostra chiedendo a Gemini – un «programma generativo», in grado cioè non solo di fornire dati, ma di costruire un discorso – di dare indicazioni su come scrivere un libro sull’IA. Il risultato è preciso e dettagliato, ma non originale, «perché può creare solo a partire da quello che è già stato depositato in rete» (p. 4). Ma soprattutto, a differenza dell’IA, i cui composti sono ben noti ai suoi ideatori, la nostra intelligenza rimane tuttora il grande sconosciuto: essa è troppo complessa per essere ridotta a una formula o a un processore; inoltre, ha una storia di lento adattamento e mutazione, durati centinaia di migliaia di anni, mentre le macchine ne contano pochi decenni.Vi sono altre differenze significative. Anzitutto, il libero arbitrio: «Un computer non può decidere né deviare dai modi in cui vengono impiegati i suoi “artefatti”, perché questi dipendono da decisioni dell’uomo.… Leggi tutto

Bellini e la bomba, l’ultima parola sulla strage più dura

di Mario Di Vito

Bologna, 2 agosto 1980. La condanna in Appello del militante di Avanguardia Nazionale collega i Nar alla strategia della tensione: nel filmato del turista tedesco Harald Polzer si vede il neofascista, riconosciuto anche dalla sue ex moglie. Aspettando la Cassazione.

La strage fascista, la strage di stato, la strage più sanguinosa e forse anche quella più inaspettata. Quarantaquattro anni dopo l’esplosione della bomba che il 2 agosto del 1980 sventrò la stazione di Bologna – e causò 85 morti e oltre 200 feriti – le definizioni possibili si sommano e il senso generale sembra sfuggire. Anche se manca un solo tassello al raggiungimento dell’agognata verità giudiziaria: il pronunciamento della Cassazione su Paolo Bellini, riconosciuto come uno degli esecutori materiali della strage e condannato all’ergastolo nell’aprile del 2022, con la Corte d’Appello di Bologna che ha confermato la sentenza nemmeno un mese fa, l’8 luglio.

Non ci sono ancora le motivazioni (verranno depositate entro la prima decade di ottobre), ma si dà per scontato che l’ultimo degli imputati della strage si rivolgerà agli Ermellini.…

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Il popolo che verrà

di Etienne Balibar

Il fronte all’ipotesi non impossibile di una condivisione consensuale del potere tra Macron e il Rassemblement National, dobbiamo riflettere sul significato di un Nuovo Fronte Popolare, evidenziandone sia le difficoltà che le potenzialità.

Parte 1. L’Unione delle destre contro il fronte popolare

La catastrofe politica che si è abbattuta sulla Francia il 9 giugno ha colto molti di noi di sorpresa, eppure era stata ampiamente prevista. Innanzitutto dai sondaggi, anche se non sempre bisogna crederci. Ma soprattutto dall’ascesa pluridecennale del Front-Rassemblement National (RN) nelle elezioni e nell’opinione pubblica, che negli ultimi anni ha continuato ad accelerare e ad allargare la sua base.

Alla base di questa ascesa ci sono alcune cause convergenti, ognuna delle quali è ben nota. Errori commessi da politici “repubblicani” che hanno pensato di poter usare Le Pen, o sua figlia, a proprio vantaggio. Ci siamo forse dimenticati che lo stesso Mitterrand si è arreso a questo? C’è l’accettazione strisciante dell’idea che “l’immigrazione è un vero problema”, non solo dal punto di vista economico (anche se senza immigrati, compresi quelli privi di documenti, la Francia non funzionerebbe), ma per la diversità culturale e religiosa che apporta alla società francese e alle società di tutto il mondo.…

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Fuoco e ghiaccio

di Ennio Ranaboldo

Questo libro di Robert Frost, splendido poeta, è un classico intramontabile e multiuso, anche ai fini propedeutici di un avvicinamento alla poesia moderna, come pure all’esplorazione – grazie al testo originale a fronte – di un limpido americano lirico-vernacolare.

Frost (1874-1963) è stato il celebrato eroe delle patrie lettere, antologizzato a morte ancora in vita, e invitato a declamare i suoi versi, come una Marilyn Monroe qualsiasi, in occasione dell’insediamento di John Fitzgerald Kennedy. Nei decenni seguenti, la sua rilevanza critica è un po’ sbiadita, sebbene egli rimanga molto popolare ancora oggi.

Le prose poetiche della prima importante raccolta, North of Boston (1914), rimangono tra le prove migliori: malgrado quel microcosmo rurale, in parte autobiografico, sia del tutto estinto da molto tempo, il tono elegiaco, la lingua asciutta e vibrante continuano a incantare: Casa è dove, quando devi andarci, / devono accoglierti. / Io direi invece: / qualcosa che non devi meritarti. E continuano ad attrarre sempre nuovi lettori, come i versi della notissima The Road Not TakenDue strade divergevano in un bosco / e io – io ho preso quella meno battuta, / e questo ha fatto tutta la differenza.…

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Il carteggio ritrovato (1957-1978)

di Enrico Paventi

Meticolosamente curata dal giornalista Stefano Godano, dal saggista Antonio Tedesco e dallo storico Renato Moro, arricchita dalla lucida e densa Introduzione di quest’ultimo, la corrispondenza tra i due statisti mostra come, tra loro, si fosse instaurato un rapporto tanto di collaborazione quanto di amicizia: una familiarità che balza subito all’occhio del lettore di questo fitto carteggio – in gran parte inedito –, costituito da oltre 300 missive, biglietti, telegrammi e che lo induce a proseguire nell’opera di scavo e di interpretazione.

Assai diversi per formazione politica e temperamento, Moro e Nenni si ritrovarono accomunati dall’esigenza di imprimere una notevole accelerazione al processo di modernizzazione del Paese. Di fronte ai tanti problemi da esaminare e ai numerosi ostacoli da superare, l’alleanza tra democristiani e socialisti – nel quadro dei cosiddetti «governi di centro-sinistra» – permise all’Italia di conseguire importanti traguardi nell’ambito dei diritti dei lavoratori, dei diritti civili e del welfare, mettendola inoltre nella condizione di mitigare gli squilibri economico-finanziari provocati da una crescita che era stata a lungo tumultuosa e incontrollata.…

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Benedetto Croce, leggere/scrivere, vita stessa

di Massimo Raffaeli

Di sé Benedetto Croce disse di sentirsi non un filius loci, da abruzzese di nascita e napoletano di elezione, quanto un filius temporis e «storicista assoluto» quale si autodefinì da allievo di Antonio Labriola e prosecutore o anzi inventore della linea che muove da Vico e, via Francesco De Sanctis, giunge direttamente a lui. Fu per almeno mezzo secolo il catarifrangente della società italiana e un grande atleta della cultura come pure fu chiamato, l’autodidatta che da erudito di storia patria (la prima edizione del suo esordio, I teatri di Napoli, risale al 1891, lui venticinquenne) divenne filosofo firmando nel 1902 una rivoluzionaria Estetica, quindi un critico letterario con il ciclo della Letteratura dell’Italia unita (1914-’40) infine uno storico a partire da Storia d’Italia dal 1871 al 1928 (’28). Ma questa è solo una frazione ovvero la sezione aurea di un’opera sterminata, la forestazione sviluppatasi intorno all’editore Laterza di Bari che seppe assecondarne quella che presto si sarebbe rivelata, alla lettera, una vistosa egemonia e intanto alimentata a cadenza bimestrale dal 1902, per quarantadue anni, da «La critica», rivista integralmente autogestita salvo l’apporto nel primo ventennio del filosofo Giovanni Gentile, l’amico-allievo prediletto con il tempo divenuto suo nemico mortale.…

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