Per il ras americano Europa e Ucraina sono solo comparse

di Alberto Negri

Scene di caccia e di guerra alla Casa bianca. Davanti a Trump, Zelensky ha cercato disperatamente di difendere le sue ragioni e quelle dell’Ucraina. Ma si è accorto troppo tardi che il famoso accordo sulle terre rare era una trappola per attirarlo a Washington e far rotolare la sua testa sul tavolo del negoziato tra gli Stati uniti e la Russia di Putin.

Trump ha rovesciato completamente la narrazione – la Russia non è più l’aggressore – e ha spazzato via i principi del diritto internazionale e di qualsiasi etica che l’Europa proprio in Ucraina ha voluto difendere.

Vale solo il diritto del più forte, la violenza, esattamente come accade tra gli israeliani e i palestinesi, cosa sui cui gli europei dovrebbero riflettere: se sulle leggi internazionali e i principi cedi da una parte prima o poi sarai costretto a cedere anche da un’altra.

Trump ha incalzato Zelensky con argomenti falsi – sapendo benissimo che lo sono – e alla fine, sparando bordate come in una caccia al cinghiale, lo ha costretto alla fuga.…

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Vi parlo al cuore

di Valentina Cuccia

Mons. Luis Marín de San Martín, curatore di questo libro, ha il merito di aver ricostruito il percorso umano e spirituale di Giovanni XXIII attraverso le sue lettere, gli appunti e i documenti, permettendo così al lettore di conoscere profondamente la vita e la santità di questo papa canonizzato nel 2014. L’opera infatti aiuta a scoprirlo nei suoi pensieri, nella sua storia, nella sua umiltà e anche nella sua disponibilità a divenire strumento dello Spirito Santo.

Dalla biografia si nota come papa Roncalli sia rimasto molto legato al paese natio di Sotto il Monte, dove era vissuto assieme alla sua famiglia, assimilandone i valori e gli insegnamenti religiosi. La Provvidenza poi, come egli stesso ha scritto, gli fece percorrere le vie del mondo, come nunzio apostolico, in Oriente e in Occidente, incontrando gente diversa per religione e ideologia e conservando sempre un equilibrio tra l’apprezzamento dei loro valori e la fermezza dei propri princìpi cattolici.

Le sue parole e la sua testimonianza di vita sono uno stimolo a seguire meglio le orme di Gesù.…

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Sette sere

di Tommaso Scarano

Jorge Luis Borges ha affrontato con sempre minor timore – all’inizio faceva leggere i suoi discorsi a un fine dicitore – la folla di ascoltatori che attendevano i suoi interventi: nel 1977 venne invitato a tenere delle conferenze, che vengono riproposte ora nel libro intitolato Sette sere, curato da Tommaso Scarano, che si è servito anche delle registrazioni originali per offrire una traduzione più fedele possibile alle parole originarie.

Borges affronta temi che torneranno spesso nella sua scrittura: Dante, con la sua straordinaria visione dell’Altrove e degli abissi umani, e poi il sogno e il labirinto; continua con una delle origini del racconto, ossia la lenta costruzione di Le Mille e una notte, che ha molto da dire al nostro Occidente; parla poi del buddismo nell’immaginario collettivo e nella letteratura; affronta il tema a lui caro della poesia, soprattutto nel suo legame con l’Eterno, per arrivare alla concezione del divino nella Cabbala; e tratta infine un argomento che egli ha tentato di tenere distante dal sé narrante, perché legato alla sua sventura personale: la cecità.…

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La forza delle donne nell’opporsi al male della Shoah

di Roberto Righetto

Sono le “Antigoni del Vangelo”, quelle capaci di opporsi a violenze, discriminazioni e dittature. Come Sophie Scholl, che nella Germania di Hitler fondò la Rosa Bianca contro il nazismo

E venne l’ora delle “Antigoni del Vangelo”: donne che nel corso del ‘900 e in questo secolo sono state capaci di esprimere una forza d’animo e una resistenza morale in grado di opporsi a violenze, discriminazioni e dittature. Non tutte solo grazie alla loro fede cristiana. Alcune certamente sì: da Sophie Scholl, che con il fratello Hans creò il movimento Rosa Bianca nella Germania nazista pagando con la vita la sua opposizione, a Dorothy Stang, che ha combattuto contro l’oppressione dei più poveri in Brasile, è stata assassinata nel 2005 e celebrata da papa Francesco nel Sinodo sull’Amazzonia. Altre hanno lottato in nome dei diritti umani, della libertà e della giustizia, come Milena Jesenska, Margarete Buber-Neumann, Nadejda Mandelstam, Stefania Shabatura e la giustamente celebrata Etty Hillesum. Ma tutte a buon diritto fanno parte del volume Les Antigones de l’Evangile di Denis Lensel, pubblicato oltralpe dalle edizioni Artège con la prefazione di Anne-Marie Pelletier.…

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Disordine mondiale

di Enrico PaventiDisordine mondiale. Perché viviamo in un'epoca di crescente caos , Manlio Graziano

Alla luce del moltiplicarsi dei conflitti e delle aree di crisi, la realtà globale tende a rivelarsi sempre più caotica e incontrollabile. Negli ultimi anni è andato costantemente crescendo il numero dei contesti caratterizzati dall’esistenza di tensioni, più o meno aspre, dalle quali hanno avuto talora origine scontri armati, nonché vere e proprie guerre: una situazione che, sul piano planetario, appare resa in maniera efficace dall’utilizzo del termine «disordine» e vede nell’instabilità il suo principale connotato, mentre in numerose regioni della Terra si accendono nuovi focolai e si riacutizzano conflitti rimasti irrisolti.

È possibile, considerato ciò che sta accadendo giorno dopo giorno sui diversi scacchieri internazionali, dare vita a un «nuovo ordine mondiale» che porti benessere e stabilità? Oppure si tratta solo di una pia illusione con la quale si tenta di placare il senso di angoscia provocato dal pericolo dello scoppio di una Terza guerra mondiale?

Manlio Graziano, studioso di geopolitica e docente universitario, risponde a questo cruciale interrogativo analizzando alcuni confronti fra la stretta attualità e qualche momento fondamentale della storia moderna.…

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Per giudicare l’oggi, profondità e apparenza.

di Pasquale Vitagliano

La superficialità di cui scrive Marco Gatto nel suo ultimo saggio, L’egemonia della superficie. Per una critica del postmoderno avanzato (Castelvecchi editore), non è certo quella elogiata da Leonardo Sciascia, che superficiale non fu affatto, quando affermava che a forza di andare in profondità, non si vede più niente. Per comprendere plasticamente di che si tratta potrebbe essere utile vedere The substance, il film di Coralie Fargeat. La rigenerazione cellulare della protagonista, per rincorrere una felicità legata unicamente all’apparire, allude alla pervasività del capitalismo avanzato, che si autoassolve trasformando ciascuno di noi in carnefice di sé stesso.

LA PROFONDITÀ del saggio di Gatto è, dunque, disvelatrice. Riusciamo a comprendere l’arcano di questa alienazione per sdoppiamento. Ecco per quale motivo, a parere dell’autore, il nesso «superficie/profondità» è assai produttivo, se letto con finezza dialettica. Il dominio dell’astrazione capitalistica, fondato sullo svuotamento del concreto e sulla seduzione epidermica delle apparenze e delle forme simboliche, ha innescato un processo di esteriorizzazione che, invece di aprire (come promette di fare), chiude e stritola la realtà sociale in una bolla effimera di senso.…

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Fuoco pallido

di Ennio Ranaboldo

Vladimir Nabokov (1899-1977) è il wordsmith definitivo del Novecento, russo e americano: quasi un cliché ricordare che, nessuno come lui, è stato maestro di stile e di invenzione in prosa e in versi, in due lingue remote come il russo e l’inglese, e anche il frequente traduttore di sé stesso. Nabokov ha eretto a sistema plurilinguistico, nell’intera sua opera, il principio flaubertiano del mot juste. Ma questa sua reputazione da pianta di serra della forma, così come la passione per la precisione tassonomica dell’entomologia, ha forse un po’ offuscato la memoria del suo formidabile genio comico, la maestria nella satira e il sorriso permanente sulle labbra di chi legga, in modo attento e lento, un libro come Fuoco pallido.

«Tutta l’arte è inganno – disse Nabokov in un’intervista –, e così è la natura; tutto è inganno in quel buon imbroglio, dall’insetto che imita una foglia agli inviti seducenti della procreazione». Considerato questo convincimento nabokoviano, che è poi il suo manifesto estetico, è indispensabile mappare brevemente l’«imbroglio» di Fuoco pallido, forse la sua creazione più rutilante e inclassificabile.…

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Crisi del governo parlamentare e critica del premierato

Convegno di studi dell’Associazione culturale nazionale “Giorgio La Pira”, con il patrocinio della Fondazione “Giorgio La Pira”, del Centro documentazione Archivio Flamigni e della Provincia di Viterbo

Critica del governo parlamentare e critica del premierato

Civita Castellana 23 novembre 2024 h.17

 

Indirizzi di saluto                                                                                                                                                                Dott.Emilio Corteselli (Presidente Associazione culturale nazionale “Giorgio La Pira”)

Relazioni

Prof.Giovanni Bianco (Università di Sassari) Parlamento, maggioranze e minoranze

Prof.Giulio Conticelli (Università di Firenze) Cultura costituzionale fiorentina sul principio di unità del nuovo ordinamento repubblicano e sulla centralità del Parlamento

Prof.Matteo Cosulich (Università di Trento)                                                                                                                             Il ruolo del Parlamento nell’età dell’ iperpresidenzialismo

Prof.Alexander Hobel (Università di Sassari) Il ruolo del Parlamento nella storia della Repubblica democratica

Prof.ssa Giovanna Montella (Università “La Sapienza” di Roma) Repubblica democratica, scrittura della Costituzione e critica del premierato

Prof.Aurelio Rizzacasa (Università di Perugia) La Costituzione italiana: problemi “de iure condendo”

Il Convegno si terrà presso la Sala delle Conferenze della Curia arcivescovile, in P.zza Matteotti, 5                                                                                                                                                          

 

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Gustavo Gutierrez: la Chiesa, i poveri, la teologia

di Severino Dianich

Gustavo? Gustavo era lui, Gustavo Gutierrez. È uso dei latimoamericani di conoscersi per nome, anche a livello internazionale, e di chiamarsi per nome. Ma Gustavo Gutierrez è, e resta, quel Gustavo, lui e non altri, che nel suo far teologia ha avuto un’intuizione di fede, che ha determinato tutta una stagione di fervidi dibattiti nella Chiesa e vi ha impresso una spinta in avanti di grande importanza.

Lo avevo incontrato la prima volta nel 1980 in un convegno organizzato dopo il Concilio dal professor Alberigo a Bologna (c’era anche Congar, portato in carrozzella da padre Legrand). Da Lione vi erano venuti, per suo invito, destinati a diventare grandi amici, anche Manuel Vassallo, morto prematuramente dopo una vita spesa nel servizio pastorale ai poveri del Surandino. e Carlos Castillo Mattasoglio, oggi arcivescovo di Lima e cardinale, a quel tempo, suoi allievi. Ci siamo incontrati altre volte, a Seveso in un Congresso dell’Associazione Teologica Italiana (nel sito dell’ATI è visibile la registrazione del suo intervento) e a Lima più di una volta, ma particolarmente caro mi è il ricordo di Gustavo, in una sera d’estate, con altri amici, a cena sotto il pergolato, fra la cucina e l’orto della canonica di Caprona.…

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In morte di Gustavo Gutierrez

di Tonio Dell’Olio

Non so dire se la vita di Gustavo Gutierrez sia stato un canto ma sicuramente è grido. In nome degli impoveriti/empobrecidos e degli esclusi. È stata rivoluzione. Perché non può essere eresia la vita di chi è schiacciato dall’ingiustizia. La teologia della liberazione, che lo celebra come padre, ha detto semplicemente che il sogno di Dio rivelatosi in Gesù di Nazareth è di riconoscere la dignità di ciascuno dei suoi figli che si riscoprono fratelli. Le parole “rassegnazione”, “sottomissione”, “schiavitù” e “oppressione” non hanno condominio nel Vangelo di Cristo e la povertà è una parola nobile da sposare mentre la miseria è una maledizione che non ammette giustificazioni. “Il grido del mio popolo è giunto fino alle mie orecchie” dice Dio. Per questo la teologia della liberazione non è un altro genitivo del pensiero su/di Dio ma piuttosto il tentativo di dare parola al sogno stesso di Dio, al suo amore per tutte le creature. Se una teologia non è della liberaz!  ione che teologia è?…

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